Questo sito utilizza i cookie per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Navigando su questo sito web, acconsenti al nostro utilizzo dei cookie.
Quando l'amore chiama il cuore di un bambino risponde.
Ecco perché Dio ama principalmente i bambini: per la loro purezza, per la loro semplicità, per la loro umanità.
Nascono umani dal Signore e restano tali, fino a quando il diventare adulti spesso deturpa quel tratto significativo proprio dell'amore.
Eugenio e Francesca il 18 luglio 2013 a Cesenatico
E' nella loro purezza che ogni giorno dovremmo specchiarci, per guardarci dentro e verificare se c'è rimasta ancora quell'impronta divina che ci rende così speciali.
Guardare negli occhi un bambino e scorgere la mano di Dio.
Francesca porge il gelato a Remigio - Cesenatico 18 luglio 2013
La vita è un attimo e va vissuta intensamente, con il sorriso sulle labbra e l'amore nel cuore.
Sei davvero indipendente quando impari ad accettare lʼaiuto degli altri.
Kara Danvers in Supergirl
Entro nel testo (Mt 11,28-30)
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Mi lascio ispirare
“Facciamo cambio”.
Non mi sembra vero di sentire queste parole: lasciare il mio zaino a un amico e prendere il suo. Non si tratta di un cambio alla pari. Il mio zaino è stracarico e pende da tutte le parti, il suo è leggero ed equilibrato. La proposta mi giunge inaspettata, proprio quando non ce la faccio più. Da tempo avevo iniziato a sentire come macigni le mille cose di troppo prese con me. Sotto il loro peso, barcollo e faccio rallentare tutto il gruppo.
Trovo bellissimo che un amico abbia questa delicatezza verso di me, mi faccia riposare, riprendere fiato. Questo gesto mi dice tanto di lui. Eppure sono combattuto: lo zaino che porto è mio, ha il mio sudore, è un peso che spetta a me portare. Fino a quando lo porto io, sono solo io che so quanto è sciocco aver messo dentro cose del tutto inutili. Non voglio che un altro senta sulle sue spalle il peso della mia paura di non avere abbastanza. Che cosa penserà di me?
Mi accorgo di essere ancora preoccupato per me stesso. Guardo al mio amico, alla semplicità e naturalezza con cui si offre di aiutarmi. Vorrei essere come lui, attento al prossimo, attento ai compagni di cammino. Voglio imparare da lui, ma con questo zaino che mi schiaccia non ce la faccio. Parlo di attenzione al prossimo, mentre tutti mi stanno aspettando, mentre mi viene da maledire il giorno in cui mi sono messo la casa sulle spalle.
Leggiamo ed ascoltiamo la poesia “Meriggio d’estate” di Umberto Saba
Meriggio d'estate, di Umberto Saba, è una poesia breve ma densa di significato, composta da un'unica strofa di tredici versi. Pubblicata per la prima volta nel 1921 nella raccolta "Il Canzoniere", è considerata un esempio emblematico della poetica sabaiana, che si contraddistingue per la sua semplicità, immediatezza e capacità di cogliere l'essenza delle piccole cose quotidiane.
Analisi della poesia
La poesia descrive un momento preciso del giorno: il mezzogiorno d'estate. Il sole è alto nel cielo, la sua luce è accecante e il caldo è opprimente. Le persone si sono rifugiate all'ombra delle loro case, chiudendo le persiane verdi per proteggersi dalla calura. Anche gli animali sono silenziosi: gli uccelli hanno smesso di cantare e si sono assopiti, mentre gli uomini sono immobili e assorti nella loro quiete.
Il silenzio è rotto solo dal canto delle cicale, un suono insistente e monotono che riempie l'aria. Le cicale sono le uniche creature che sembrano non soffrire il caldo e che continuano la loro attività indifferenti al torpore estivo.
Temi principali
Il tempo che si arresta: Il mezzogiorno d'estate è un momento di stasi, in cui il tempo sembra fermarsi. Il caldo opprimente e il silenzio assordante creano un'atmosfera di sospensione, come se il mondo intero fosse trattenuto il fiato.
Il rapporto tra uomo e natura: La poesia mette in luce il contrasto tra l'uomo e la natura. L'uomo è oppresso dal caldo e cerca rifugio all'ombra, mentre la natura, rappresentata dalle cicale, continua il suo ciclo vitale indifferente alle avversità.
La bellezza della semplicità: Saba coglie la bellezza della quotidianità, anche in un momento apparentemente insignificante come il mezzogiorno d'estate. La sua poesia è una celebrazione della vita in tutte le sue forme, anche quelle più piccole e apparentemente insignificanti.
Conclusione
"Meriggio d'estate" è una poesia breve ma ricca di significato. Saba riesce a cogliere l'essenza di un momento preciso della giornata, descrivendolo con una semplicità e un'immediatezza che rendono la sua poesia universale e commovente.La poesia invita il lettore a riflettere sul rapporto tra uomo e natura, sulla bellezza della quotidianità e sul valore del tempo.
Silenzio! Hanno chiuso le verdi persiane delle case. Non vogliono essere invase. Troppe le fiamme della tua gloria, o sole! Bisbigliano appena gli uccelli, poi tacciono, vinti dal sonno. Sembrano estinti gli uomini, tanto è ora pace e silenzio… Quand’ecco da tutti gli alberi un suono s’accorda, un sibilo lungo che assorda, che solo è così: le cicale.
Il sentiero del giusto è diritto, il cammino del giusto tu rendi piano. Sì, sul sentiero dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio. Di notte anela a te l'anima mia, al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca, perché quando eserciti i tuoi giudizi sulla terra, imparano la giustizia gli abitanti del mondo. Signore, ci concederai la pace, perché tutte le nostre imprese tu compi per noi. Signore, nella tribolazione ti hanno cercato; a te hanno gridato nella prova, che è la tua correzione per loro. Come una donna incinta che sta per partorire si contorce e grida nei dolori, così siamo stati noi di fronte a te, Signore. Abbiamo concepito, abbiamo sentito i dolori quasi dovessimo partorire: era solo vento; non abbiamo portato salvezza alla terra e non sono nati abitanti nel mondo. Ma di nuovo vivranno i tuoi morti. I miei cadaveri risorgeranno! Svegliatevi ed esultate voi che giacete nella polvere. Sì, la tua rugiada è rugiada luminosa, la terra darà alla luce le ombre.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 101 (102)
R. Il Signore dal cielo ha guardato la terra.
Tu, Signore, rimani in eterno, il tuo ricordo di generazione in generazione. Ti alzerai e avrai compassione di Sion: è tempo di averne pietà, l'ora è venuta! Poiché ai tuoi servi sono care le sue pietre e li muove a pietà la sua polvere. R.
Le genti temeranno il nome del Signore e tutti i re della terra la tua gloria, quando il Signore avrà ricostruito Sion e sarà apparso in tutto il suo splendore. Egli si volge alla preghiera dei derelitti, non disprezza la loro preghiera. R.
Questo si scriva per la generazione futura e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore: «Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario, dal cielo ha guardato la terra, per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte». R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Figli miei, quanto grande è il carisma divino dell'umiltà! E fra i santi nessuno ha potuto esser gradito a Dio senza questa prima qualità. Rivestitevi di essa (cf. 1 Pt 5,5), anche voi, fratelli miei. (...) Conversiamo con umiltà, lavoriamo con umiltà, salmodiamo con umiltà, camminiamo con umiltà, mangiamo con umiltà, scusiamoci con umiltà e in verità vedremo quanto è grande il suo frutto, quanto è dolce, amabile, e come ci illumina interamente, facendo di noi degli imitatori di Dio. "Imparate da me", Gesù dice infatti, "che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita" (Mt 11,29). In lei si trova davvero il riposo; per mezzo suo fiotti di grazia irrompono nell'anima, cresce la purezza del cuore, abbonda il dono delle lacrime, sgorga la sorgente del pentimento; in lei, sapienza e intelletto, pietà, controllo di sé, raccoglimento, assenza di vanità e di burle e ogni altro bene che possa esistere, nominato e definito. Questo il nostro discorso sull'umiltà! Quanto a voi, figli di Dio e della nostra umile persona, ricevete il seme e portate frutto come una buona terra, del trenta, sessanta e cento per uno (cf. Mt 13,8; Gv 15,8.16), con le buone azioni che corrispondono ai vostri doni.
PAROLE DEL SANTO PADRE
L’invito del Signore è sorprendente: chiama a seguirlo persone semplici e gravate da una vita difficile, chiama a seguirlo persone che hanno tanti bisogni e promette loro che in Lui troveranno riposo e sollievo. L’invito è rivolto in forma imperativa: «venite a me», «prendete il mio giogo», «imparate da me». […] Ricordiamoci queste parole del Signore, che ci danno tanta consolazione e ci fanno capire se stiamo mettendo le nostre forze al servizio del bene. Infatti, a volte la nostra stanchezza è causata dall’aver posto fiducia in cose che non sono l’essenziale, perché ci siamo allontanati da ciò che vale realmente nella vita. Il Signore ci insegna a non avere paura di seguirlo, perché la speranza che poniamo in Lui non sarà delusa. Siamo chiamati quindi a imparare da Lui cosa significa vivere di misericordia per essere strumenti di misericordia. Vivere di misericordia è sentirsi bisognoso della misericordia di Gesù, e quando noi ci sentiamo bisognosi di perdono, di consolazione, impariamo a essere misericordiosi con gli altri. Tenere fisso lo sguardo sul Figlio di Dio ci fa capire quanta strada dobbiamo ancora fare; ma al tempo stesso ci infonde la gioia di sapere che stiamo camminando con Lui e non siamo mai soli. Coraggio, dunque, coraggio! Non lasciamoci togliere la gioia di essere discepoli del Signore. (Udienza generale, 14 settembre 2016)
Catechesi di Papa Francesco nell'Udienza Generale del 14 settembre 2016
Qual è il tuo bene più prezioso? Potrebbe essere la cosa più preziosa che possiedi, come la casa per il cui acquisto hai lavorato tutta la vita. Ma potrebbe anche essere una foto di un momento speciale che hai trascorso con qualcuno che amavi. Oppure potrebbe essere un regalo significativo ricevuto da un amico.
Il valore che assegniamo alle nostre “cose” è intrecciato con le nostre emozioni. Il modo in cui scegliamo di usare le cose a cui teniamo di più rivela le nostre vere priorità.
La morte di Gesù sulla croce è uno dei più grandi esempi della generosità di Dio. Nonostante sapesse che non avremmo mai potuto ripagarLo, Dio non ha esitato a rinunciare al Suo tesoro più grande, il Suo unico Figlio, per noi. E attraverso quell'atto sacrificale, ha dimostrato che aspetto ha la generosità: offrire volontariamente ciò che abbiamo in modo che qualcun altro possa prosperare, anche se questo ci provoca dolore nel processo.
Non occorre che tu doni solamente del denaro per praticare la generosità. Vivere generosamente consiste nel riconosce semplicemente che Dio è in grado di fare tutto ciò che vuole attraverso i doni che ti ha dato. Quando permetti a Dio di dare attraverso di te, e Lo onori con il tuo dare, ciò ti avvicina a Lui. La generosità sgorga da un cuore grato e fiducioso, e quando ti fidi di Dio per ciò che hai, Egli inizia ad affidarti di più.
Praticare questa abitudine ti ricorderà che non hai il controllo, ma conosci Colui che ha il controllo e che può provvedere a tutti i tuoi bisogni.
Allora cosa devi dare? Prova a trovare un posto dove puoi investire ciò che hai in qualche modo. Inizia in piccolo oppure fai le cose in grande. L'importante è iniziare.