Dona

Preghiera del 15 luglio 2024

Ecco cosa ci rimane di te: il tuo sorriso, la tua dolcezza, la tua voglia di amare ed essere amato, il tuo non essere presente ma essere vivo al centro del cuore.

Eugenio fa la "scarpetta" dei suoi dolcetti - 15 luglio 2020

Grazie Signore per averci donato un breve ma intenso fine settimana in relax, allegria, turismo e amore.

Quello che serve sempre è l'amore, ed è il collante che tiene viva la vita.

Gaeta ci ha regalato attimi di spensieratezza, di gioia, di allegria, di vita semplice ma vera.

Non importa se si è presenti con il corpo o con lo spirito, ma l'importante è quanto amore ci metti in quello che fai e in quello che sei.

Se sei solo spirito ed emani tanto amore, chiunque e dovunque tu sia chi ti ama senta il tuo profumo di infinito ed ama la tua essenza, e questo amore si spande nell'aria.

Lascia andare

commento a Vangelo di oggi di Mt 10,34-11,1, a cura di Caterina Bruno

Ti apro io la valigia mentre tu resti lì
e piano piano ti faccio vedere:
c’erano solo quattro farfalle
un po’ più dure a morire.

Luciano Ligabue, Il peso della valigia

Entro nel testo (Mt 10,34-11,1)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Mi lascio ispirare

Una valigia con una lacrima versata per qualcosa che davvero non ami era il requisito per partecipare a un’azione teatrale di Armando Punzo, “Mercuzio non vuole morire”. Ricordo la corsa, la piazza piena di bagagli…
E queste sono le ultime istruzioni che Gesù consegna ai discepoli che si preparano alla missione. Può essere utile riprenderle anche quando la fatica del cammino si fa sentire. Abbiamo iniziato a seguirti, Signore, forse chiedendo una guarigione del cuore, dalle nostre ferite, perché le tue parole arrivavano come un balsamo. Abbiamo iniziato a percepire la tua presenza accanto a noi, ed è cresciuto in noi il desiderio di restare, con te, di fare, di essere un po’ più come te. Di amare in modo nuovo. Di farti conoscere ad altri. E a questo punto del cammino forse siamo stanchi, abbiamo già accumulato rifiuti, incomprensioni, siamo stati anche derisi per questo modo diverso di stare al mondo. Alcuni sono andati via. È inevitabile, gli equilibri intorno a noi possono saltare e non dobbiamo averne paura. È l’occasione di esserci in modo più autentico. Talvolta proprio quelli che dovrebbero starci accanto ci fanno opposizione. Sono quelli che ci amano ma ci tengono stretti. O che teniamo stretti. Sembra di sentirli ripetere: “Non ti riconosco più”.

Verso anche questa lacrima nella mia valigia. Per tutti i luoghi dentro di me dove non c’è stato e non c’è amore che tu hai raggiunto. Bene, io adesso inizio a riconoscermi. La parola è una spada perché fa verità, distingue e permette l’esistenza. Quante paure ho ereditato, quante credenze limitanti? Cosa faccio fatica a lasciar andare? A volte è necessario lasciare la presa… aprire le mani. Per andare dove serve, con cuore libero. C’è ancora tanta strada davanti a noi. Lo ripeti: “dove sei tu sono anche io”. Lascio qui la mia valigia e guardo con te cosa c’è dentro. Mi lascio andare. Posso prendere congedo, e andare avanti.

Caterina Bruno

Preghiamo insieme

Podcast Preghierina
Preghierina
Preghiera del 15 luglio 2024
Loading
/

Bonsai il giocoliere

Curiosando

I giocolieri sono artisti che intrattengono il pubblico con abili manipolazioni di oggetti, principalmente lanciandoli e riprendendoli in aria. Possono utilizzare una varietà di oggetti, tra cui i più comuni sono:

  • Palline: Le palline sono l'oggetto più diffuso per la giocoleria. Possono essere di diverse dimensioni, materiali e colori, e i giocolieri possono utilizzarne da tre a diverse decine contemporaneamente.
  • Cerchi: I cerchi sono un altro oggetto popolare per la giocoleria. Possono essere fatti di plastica, legno o metallo, e i giocolieri li fanno roteare attorno al corpo o li lanciano in aria e li riprendono con le mani o altre parti del corpo.
  • Clave: Le clave sono oggetti cilindrici allungati, spesso di legno o plastica, con un peso all'estremità. I giocolieri le fanno roteare, le lanciano e le riprendono in aria, e possono persino farle passare dietro la schiena o sotto le gambe.
  • Diabolo: Il diabolo è un oggetto a forma di yo-yo con due bacchette collegate da una corda. I giocolieri fanno roteare il diabolo sulla corda, eseguendo una varietà di lanci e prese.

Oltre a questi oggetti comuni, i giocolieri possono utilizzare anche molti altri oggetti, come coltelli, fiaccole, monete e persino frutta e verdura. La giocoleria è un'arte che richiede molta pratica e dedizione, ma può essere molto gratificante e divertente.

Benefici della giocoleria:

Oltre ad essere un'attività divertente e coinvolgente, la giocoleria offre anche diversi benefici:

  • Migliora la coordinazione occhio-mano e la motricità fine.
  • Allena la memoria e la concentrazione.
  • Riduce lo stress e l'ansia.
  • Aumenta la fiducia in se stessi e l'autostima.
  • Può essere un'attività sociale e un modo per fare nuove amicizie.

Se sei interessato a imparare a giocolare, ci sono molte risorse disponibili per te. Puoi trovare libri, video online e persino corsi di giocoleria nella tua zona. Con un po' di pratica e pazienza, potrai presto stupire i tuoi amici e familiari con le tue abilità di giocoleria!

Leggiamo insieme

Nei giardini fioriti dell'Imperatore, tra cespugli di giada e laghetti di cristallo, viveva un bonsai davvero speciale: Bonsai il Giocoliere. Non era un bonsai comune, con i suoi rami ben curvati e le sue foglie sempre verdi. Bonsai aveva una passione segreta: amava giocolare.

Con abilità prodigiosa, Bonsai faceva roteare minuscole pietre levigate, lanciava in aria gocce di rugiada e persino volteggiava sui petali di rosa. Gli altri bonsai lo guardavano con stupore, scuotendo le loro chiome in segno di incredulità. "Ma che fai, Bonsai?" esclamavano. "Un bonsai che giocola? Che cosa mai penseranno gli antenati?".

Bonsai non li curava. Lui era felice così, a far volare le sue piccole acrobazie tra i rami. Un giorno, l'Imperatore in persona visitò i giardini. Attratto dal brusio proveniente dal bonsai, si avvicinò e rimase a bocca aperta. Bonsai, ignaro della presenza imperiale, continuava il suo spettacolo, facendo roteare una pigna dorata con tale grazia che sembrava danzare nell'aria.

L'Imperatore, colpito dalla strabiliante abilità di Bonsai, scoppiò a ridere. "E' magnifico!" esclamò. "Non ho mai visto un bonsai così talentuoso! Da oggi, sarai il mio bonsai giocoliere e porterai allegria in tutto l'impero."

E così, Bonsai divenne il beniamino di corte. Si esibiva per Imperatori e Imperatrici, Principi e Principesse, sempre con il suo sorriso sbarazzino e la sua passione contagiosa. Insegnò persino ai suoi compagni bonsai alcuni trucchi di giocoleria, e presto i giardini imperiali si riempirono di risate e allegria.

Da quel giorno, Bonsai il Giocoliere dimostrò a tutti che anche un bonsai può seguire i suoi sogni, portare gioia e bellezza nel mondo, e che a volte, le regole più rigide possono essere infrante con un pizzico di fantasia e un tocco di giocoleria.

Aspettare Dio con pazienza

Una delle cose più difficili da fare nella vita è aspettare. È difficile aspettare che le risposte o il cambiamento arrivino, specialmente quando sentiamo di poter risolvere da soli i nostri problemi.

Ma la realtà è che quando cerchiamo di prendere il controllo della nostra vita, possiamo finire in posti che non immaginavamo. Proprio come lo scrittore del Salmo 40, possiamo trovarci bloccati in un punto difficile.

Potremmo non aver mai avuto intenzione di finire in questi posti, ma quando cerchiamo di controllare o ignorare la direzione di Dio per la nostra vita, commettiamo degli errori. Non abbiamo una conoscenza piena e completa del futuro come ce l'ha Dio. Non abbiamo il potere di superare tutto nel nostro percorso, come fa Dio.

Quando ci troviamo in situazioni impreviste, la cosa migliore da fare è attendere il Signore. Quando attendiamo pazientemente Dio, ciò Gli permette di operare nella nostra vita come Egli desidera. Quando confidiamo in Dio, anche il nostro rapporto con Lui si rafforza.

L'autore di questo salmo dice che Dio lo ha tratto fuori dal fango e ha messo i suoi piedi su una ferma e solida roccia. Dio non solo lo ha salvato da un posto difficile, ma gli ha anche dato un posto sicuro per resistere a qualsiasi altra tempesta.

Prenditi del tempo oggi per parlare con Dio. Se sei in un momento di attesa, chiedi a Dio pazienza e perseveranza. Dio vuole che tu abbia fiducia in Lui mentre aspetti. Dio è il tuo liberatore supremo, ed Egli non è mai in ritardo. RingraziaLo per tutto ciò da cui ti ha salvato, e continua a confidare in Dio mentre ti avvicini a Lui.

La Parola del 15 luglio 2024

Lunedì della XV settimana delle ferie del Tempo Ordinario 

Prima Lettura

Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.

Dal libro del profeta Isaia
Is 1,10-17
 
Ascoltate la parola del Signore,
capi di Sòdoma;
prestate orecchio all'insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra!
«Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero?
- dice il Signore.
Sono sazio degli olocausti di montoni
e del grasso di pingui vitelli.
Il sangue di tori e di agnelli e di capri
io non lo gradisco.
Quando venite a presentarvi a me,
chi richiede a voi questo:
che veniate a calpestare i miei atri?
Smettete di presentare offerte inutili;
l'incenso per me è un abominio,
i noviluni, i sabati e le assemblee sacre:
non posso sopportare delitto e solennità.
Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste;
per me sono un peso,
sono stanco di sopportarli.
Quando stendete le mani,
io distolgo gli occhi da voi.
Anche se moltiplicaste le preghiere,
io non ascolterei:
le vostre mani grondano sangue.
Lavatevi, purificatevi,
allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.
Cessate di fare il male,
imparate a fare il bene,
cercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 49 (50)

R. A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.

«Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.
Non prenderò vitelli dalla tua casa
né capri dai tuoi ovili».  R.

«Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?  R.

Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio».  R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli. (Mt 5,10)

Alleluia.

Il Vangelo del 15 luglio 2024

Sono venuto a portare non pace, ma spada.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 10,34-11,1
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l'uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d'acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 15 luglio 2024
Loading
/

San Vincenzo de' Paoli (1581-1660)

sacerdote, fondatore di comunità religiose

Colloqui con le Figlie della Carità, 31/07/1634 (trad. cb© evangelizo)

Dio prende cura di coloro che si prendono cura dei poveri

Un altro mezzo per restare fedeli, figlie mie, è il distacco perfetto da padre, madre, parenti e amici, in modo che siate di Dio solo. E per avere questo gran bene, occorre spogliarsi di tutto e non avere niente di proprio. Gli apostoli avevano questo distacco. Per un denaro, ne avrete cento; tante donne, altrettante madri; di modo che, figlie mie, la Provvidenza non vi mancherà mai. Non avete forse il coraggio di donarvi a Dio che pensa così tanto a voi? Non pensate affatto a tenere qualcosa per la vostra sussistenza; confidate sempre nella Provvidenza. I ricchi possono cadere in necessità per accidenti che spesso arrivano, ma mai saranno nella povertà coloro che vogliono dipendere interamente da Dio. Non è bello viver così, figlie mie? Che c'è da temere? Poiché Dio ha promesso che le persone che avranno cura dei poveri non mancheranno mai di nulla. Figlie mie, non vorrete preferire le promesse di Dio agli inganni del mondo? Dio si è obbligato a provvedere a tutti i nostri bisogni.

PAROLE DEL SANTO PADRE

…Gesù stesso, inviando i discepoli in missione, dice loro: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato» (Mt 10,40). Bisogna che la gente possa percepire che per quel discepolo Gesù è veramente “il Signore”, è veramente il centro della sua vita, il tutto della vita. Non importa se poi, come ogni persona umana, ha i suoi limiti e anche i suoi sbagli – purché abbia l’umiltà di riconoscerli –; l’importante è che non abbia il cuore doppio - e questo è pericoloso. [..] E qui la nostra esperienza di sacerdoti ci insegna una cosa molto bella, una cosa molto importante: è proprio questa accoglienza del santo popolo fedele di Dio, è proprio quel «bicchiere d’acqua fresca» (v. 42) di cui parla il Signore oggi nel Vangelo, dato con fede affettuosa, che ti aiuta ad essere un buon prete! C’è una reciprocità anche nella missione: se tu lasci tutto per Gesù, la gente riconosce in te il Signore; ma nello stesso tempo ti aiuta a convertirti ogni giorno a Lui, a rinnovarti e purificarti dai compromessi e a superare le tentazioni. Quanto più un sacerdote è vicino al popolo di Dio, tanto più si sentirà prossimo a Gesù, e quanto più un sacerdote è vicino a Gesù, tanto più si sentirà prossimo al popolo di Dio. (Angelus, 2 luglio 2017)