Dona

Ogni caso

Leggi e ascolta la poesia "Ogni caso" di Wislawa Szymborska

Wisława Szymborska: Una Breve Biografia

Nascita e Giovinezza:

  • Wisława Szymborska nacque il 2 luglio 1923 a Bnin, in Polonia.
  • La sua infanzia e giovinezza furono segnate da eventi storici turbolenti, tra cui la Seconda Guerra Mondiale.
  • Durante l'occupazione nazista, Szymborska fu costretta a lavorare clandestinamente per evitare la deportazione.

Carriera Letteraria:

  • Esordì come poetessa nel 1945, inizialmente aderendo al realismo socialista.
  • Nel corso degli anni, sviluppò uno stile poetico unico, caratterizzato da ironia, riflessione filosofica e profonda introspezione.
  • Tra le sue opere più celebri ricordiamo "Non ho niente da fare" (1952), "Chiamata a se stessa" (1954), "Sto cercando la parola" (1970) e "Il numero magico" (1996).

Riconoscimenti:

  • Nel 1996, Wisława Szymborska ricevette il Premio Nobel per la Letteratura, un riconoscimento internazionale che consacrò la sua fama come una delle voci poetiche più importanti del XX secolo.
  • Oltre al Nobel, Szymborska fu insignita di numerosi altri premi letterari, tra cui il Premio Goethe e il Premio Herder.

Morte ed Eredità:

  • Wisława Szymborska si spense il 1° febbraio 2012 a Cracovia, in Polonia.
  • La sua poesia continua ad essere letta e apprezzata in tutto il mondo, per la sua capacità di cogliere l'essenza della condizione umana con semplicità e profondità.
  • Szymborska è considerata una delle più grandi poetesse del XX secolo e un'icona della letteratura polacca.

Oltre alla poesia, Szymborska si dedicò anche alla traduzione, contribuendo a diffondere la letteratura polacca all'estero. Era inoltre una persona riservata e schiva, che preferiva rifuggire i riflettori e concentrarsi sul suo lavoro poetico.

Wisława Szymborska ha lasciato un'eredità indelebile nel mondo della letteratura, ispirando generazioni di lettori e scrittori con la sua poesia profonda, ironica e riflessiva.

Leggiamo insieme

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.

Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.

Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.

In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

Wszelki wypadek

Zdarzyć się mogło.
Zdarzyć się musiało.
Zdarzyło się wcześniej. Później. Bliżej. Dalej.
Zdarzyło się nie tobie.

Ocalałeś, bo byłeś pierwszy.
Ocalałeś, bo byłeś ostatni.
Bo sam. Bo ludzie. Bo w lewo. Bo w prawo.
Bo padał deszcz. Bo padał cień.
Bo panowała słoneczna pogoda.

Na szczęście był tam las.
Na szczęście nie było drzew.
Na szczęście szyna, hak, belka, hamulec,
framuga, zakręt, milimetr, sekunda.
Na szczęście brzytwa pływała po wodzie.

Wskutek, ponieważ, a jednak, pomimo.
Co by to było, gdyby ręka, noga,
o krok, o włos
od zbiegu okoliczności.

Więc jesteś? Prosto z uchylonej jeszcze chwili?
Sieć była jednooka, a ty przez to oko?
Nie umiem się nadziwić, namilczeć się temu.
Posłuchaj,
jak mi prędko bije twoje serce.

Ascoltiamo insieme

Podcast Favole
Le favole della buonanotte
Ogni caso
Loading
/

Un tesoro che dura per sempre

Meditazione di oggi 20 giugno 2024: Un Tesoro Che Dura Per Sempre

Ogni essere umano cresce in un mondo pieno di desideri e bisogni. Impariamo fin da piccoli a preferire le comodità ai disagi. Scopriamo che è più facile avere molto che avere poco.

I beni materiali possono certamente darci conforto nella nostra vita- nuove auto, case più grandi o gli ultimi telefoni alla moda. È facile pensare che averne di più ti renderà anche più felice.

Ma niente che tu possa comprare durerà per sempre.

Tutto ciò che accumuliamo qui sulla terra ha una data di scadenza. Le auto si rompono. Le case crollano. I nuovi telefoni diventano obsoleti- e pure molto rapidamente. Alla fin fine, non abbiamo davvero alcun controllo sulle cose di questo mondo.

Gesù, invece, ci dice di concentrarci sul farci dei tesori in cielo, dove le cose non si deteriorano o scompaiono. Invece di concentrarci sull'accumulare cose terrene, dovremmo concentrarci sulle cose celesti che dureranno in eterno.

Tutto ciò che possediamo ci è stato in effetti donato dalla grazia di Dio.

Possiamo rompere l'abitudine di accumulare tesori sulla terra, vedendo tutti i nostri beni materiali come qualcosa che ci viene donato da Dio perché noi possiamo condividerlo con gli altri. Possiamo anche cambiare le nostre priorità per avere un impatto eterno nella vita delle persone, condividendo con esse la speranza di Gesù.

Quali piccoli passi puoi fare oggi per iniziare a cambiare le tue priorità dal tesoro terreno al tesoro celeste? Qual è il talento che hai ricevuto da Dio che puoi condividere con gli altri per fare la differenza anche nella loro vita? Prenditi del tempo per portare queste cose in preghiera a Dio.

La Parola del 20 giugno 2024

Giovedì della XI settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Prima Lettura

Elìa fu assunto in un turbine di fuoco ed Elisèo fu ripieno del suo spirito.

Dal libro del Siràcide
Sir 48,1-14 (NV) [gr. 48,1-14]

Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
Per la parola del Signore chiuse il cielo
e così fece scendere per tre volte il fuoco.
Come ti rendesti glorioso, Elìa, con i tuoi prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
Tu hai fatto sorgere un defunto dalla morte
e dagl'inferi, per la parola dell'Altissimo;
tu hai fatto precipitare re nella perdizione
e uomini gloriosi dal loro letto
e hai annientato il loro potere.
Tu sul Sinai hai ascoltato parole di rimprovero,
sull'Oreb sentenze di condanna.
Hai unto re per la vendetta
e profeti come tuoi successori.
Tu sei stato assunto in un turbine di fuoco,
su un carro di cavalli di fuoco;
tu sei stato designato a rimproverare i tempi futuri,
per placare l'ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore del padre verso il figlio
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
Beati coloro che ti hanno visto
e si sono addormentati nell'amore,
perché è certo che anche noi vivremo
ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.
Appena Elìa fu avvolto dal turbine,
Elisèo fu ripieno del suo spirito;
nei suoi giorni non tremò davanti a nessun principe
e nessuno riuscì a dominarlo.
Nulla fu troppo grande per lui,
e nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
Nella sua vita compì prodigi,
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 96 (97)

R. Gioite, giusti, nel Signore.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sostengono il suo trono. R.

Un fuoco cammina davanti a lui
e brucia tutt'intorno i suoi nemici.
Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e trema la terra. R.

I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
Annunciano i cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria. R.

Si vergognino tutti gli adoratori di statue
e chi si vanta del nulla degli idoli.
A lui si prostrino tutti gli dèi! R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». (Rm 8,15bc)

Alleluia.

Il Vangelo del 20 giugno 2024

Voi dunque pregate così.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 6,7-15
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 20 giugno 2024
Loading
/

San Giovanni Cassiano (ca 360-435)

fondatore di monastero a Marsiglia

La preghiera, XIX; SC 54 (trad. cb© evangelizo)

"Venga il tuo regno"

Nella seconda richiesta [della preghiera del "Padre nostro"], l'anima purissima esprime l'auspicio di veder arrivare presto il regno del Padre. Può mirare così dapprima al regno inaugurato ogni giorno da Cristo nell'anima dei santi. E' ciò che succede quando il diavolo è cacciato dal nostro cuore con i vizi di cui lo infettava, il suo impero svanisce, e Dio entra in noi come sovrano, mentre vi si spande il buon odore delle virtù. Vinta la fornicazione, è la castità che regna nell'anima; superata la passione, regna la tranquillità; calpestata la superbia, regna l'umiltà. Può anche guardare a quanto è stato promesso come un tempo segnato in anticipo a tutti i perfetti in generale, a tutti i figli di Dio. E' allora che Cristo deve dir loro: "Venite, benedetti dal Padre mio, entrate nel regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo" (Mt 25,34). L'anima tiene lo sguardo fisso a questo beato fine, piena di desiderio e di attesa, ed esclama: "Venga il tuo regno!" Ella sa bene, poiché la coscienza gliene dà testimonianza, che quando apparirà ella farà parte di questo regno.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Qui sta la matrice di ogni preghiera cristiana – direi di ogni preghiera umana –, che è sempre fatta, da una parte, di contemplazione di Dio, del suo mistero, della sua bellezza e bontà, e, dall’altra, di sincera e coraggiosa richiesta di quello che ci serve per vivere, e vivere bene. Così, nella sua semplicità e nella sua essenzialità, il “Padre nostro” educa chi lo prega a non moltiplicare parole vane, perché – come Gesù stesso dice – «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» (Mt 6,8). […] Il primo passo della preghiera cristiana è dunque la consegna di noi stessi a Dio, alla sua provvidenza. È come dire: “Signore, Tu sai tutto, non c’è nemmeno bisogno che ti racconti il mio dolore, ti chiedo solo che tu stia qui accanto a me: sei Tu la mia speranza”.  (Udienza generale, 27 febbraio 2019)