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Nonostante tutta la sua falsità, il lavoro ingrato ed i sogni infranti, questo è ancora un mondo meraviglioso. Sii allegro. Fa’ di tutto per essere felice.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Mi lascio ispirare
Progredire nel cammino è tornare indietro lì dove si è udita una parola inequivocabile, è avanzare aprendo il cuore a una buona notizia e attraverso questa intuire le cose future, è fermarsi ad ascoltare per accettare e accogliere quello che non si è in grado di comprendere.
La verità è una strada già percorsa eppure ancora da percorrere, non la si può possedere da soli ma la si può conoscere insieme a qualcun altro, non ha vicoli ciechi eppure in essa ci si può perdere, talvolta non riconoscendola.
Non resta che aprirsi a una gradualità e rimanere aperti alla variabilità dei momenti e dei contesti in cui la gradazione si esprime.
La misura con la quale Dio ci guida è quella del nostro passo.
Universalmente noti sono i messaggi della Beata Vergine Maria lasciati alla diffusione del culto del Santo Rosario per opera del Beato Bartolo Longo.
Preghiamo ancora ed incessantemente Maria in quanto Madre di Dio e Madre nostra illumini le menti dei potenti della Terra affinché cessino tutte le guerre e tutti i soprusi.
«La speranza è la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1817). Queste parole ci confermano che la speranza è la risposta offerta al nostro cuore, quando nasce in noi la domanda assoluta: “Che ne sarà di me? Qual è la meta del viaggio? Che ne è del destino del mondo?”. Leggi ancora...
Meditazione di oggi 8 maggio 2024: il Suo Dolore, il Nostro Guadagno
Isaia 53 è un capitolo stupefacente della Bibbia, in quella parte che è ora comunemente indicata come l'"Antico Testamento".
Circa 700 anni prima che Gesù venisse sulla terra, Isaia profetizzò di un servo sofferente che sarebbe anche stato, in un certo senso e in qualche modo, esaltato. Un Salvatore che stava arrivando, un futuro Redentore, il tanto atteso Messia, la cui morte avrebbe portato la vita.
Un verso di Isaia 53 afferma:
“Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.” Isaia 53:5
Quindi, chi era quest'uomo che sarebbe stato trafitto, schiacciato e ferito a causa dei peccati di qualcun altro? La cui punizione immeritata sarebbe stata fonte di guarigione? La cui vita sarebbe stata data in offerta, affinché gli altri potessero vivere?
Gesù Cristo non coincide solo con la descrizione del servo sofferente che ha pagato il prezzo definitivo per riscattare il Suo popolo, redimerlo e liberarlo, ma coincide anche con la descrizione di molte altre profezie sul promesso liberatore della nazione ebraica…
Il Messia fu profetizzato come proveniente dalla stirpe di Davide (Isaia 9:7) e nato da una vergine (Isaia 7:14) a Betlemme (Michea 5:2). Avrebbe fatto miracoli sorprendenti (Isaia 35:5-6). Sebbene innocente (Isaia 53:8), sarebbe stato tradito da un amico intimo (Salmo 41:9), sarebbe stato picchiato e avrebbe ricevuto sputi (Isaia 50:6), sarebbe stato trafitto nelle mani e nei piedi (Salmo 22:16), e infine ucciso (Daniele 9:26). Ma poiché Egli avrebbe interceduto per i colpevoli (Isaia 53:12), molti sarebbero stati considerati giusti (Isaia 53:11).
Proprio come un soldato darebbe la sua vita per i suoi compatrioti, Gesù diede la Sua vita per il mondo.
Oggi, considera le conseguenze della decisione di Gesù. Considera la vita abbondante a cui hai accesso perché Gesù ha preso su di Sé la tua sofferenza e la tua vergogna. Rifletti sulla crocifissione di Gesù durante la tua giornata.
Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio.
Dagli Atti degli Apostoli At 17,15.22-18,1
In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l'ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l'iscrizione: "A un dio ignoto".
Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa.
Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: "Perché di lui anche noi siamo stirpe".
Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un'altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 148
R. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell'alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, lodatelo, voi tutte, sue schiere. R.
I re della terra e i popoli tutti, i governanti e i giudici della terra, i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore. R.
Perché solo il suo nome è sublime: la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. Ha accresciuto la potenza del suo popolo. Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, per i figli d'Israele, popolo a lui vicino. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. (Gv 14,16)
Alleluia.
Il Vangelo del 8 maggio 2024
Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
La potenza divina contiene l'integralità della santità. Conforta in tutti i modi lo spirito interiore dell'uomo che si unisce a Dio. Fa gustare i doni mistici dello Spirito Santo a chi è sul punto di cadere nel torpore. Allora l'uomo si divincola dal torpore, si sveglia e tende con tutte le forze alla giustizia.
Spesso quest'operazione è una lotta penosa per lo spirito poiché il corpo, pur costretto all'obbedienza dalla volontà divina, è appena capace di fare il bene. Troppo spesso cede ai desideri della carne, che è la sua dimora: perciò i doni di Dio si scontrano con la resistenza della volontà umana. Dio che mi ha creata, che è Signore e che ha ogni potere su di me, è la mia forza.
Senza di lui sono incapace di qualsiasi bene, poiché è lui che mi comunica lo spirito di vita, sorgente della mia vita, del movimento che mi anima, ed è lui che mi orienta sulle vie che prendo: quando lo invoco in verità, come un cervo che desidera l'acqua viva, lui, Dio e Signore, si affretta a condurre i miei passi nei suoi comandamenti. Mi condurrà verso le vette che m'insegnano i suoi precetti, sottometterà i miei desideri terrestri con la sua forza vittoriosa ed io canterò senza fine le sue lodi nella beatitudine celeste.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il Vangelo di san Giovanni ci presenta un brano del lungo discorso di addio, pronunciato da Gesù poco prima della sua passione.
In questo discorso Egli spiega ai discepoli le verità più profonde che lo riguardano; e così viene delineato il rapporto tra Gesù, il Padre e lo Spirito. Gesù sa di essere vicino alla realizzazione del disegno del Padre, che si compirà con la sua morte e risurrezione; per questo vuole assicurare ai suoi che non li abbandonerà, perché la sua missione sarà prolungata dallo Spirito Santo. Ci sarà lo Spirito a prolungare la missione di Gesù, cioè a guidare la Chiesa avanti.
Gesù rivela in che cosa consiste questa missione. Anzitutto lo Spirito ci guida a capire le molte cose che Gesù stesso ha ancora da dire (cfr Gv 16,12). Non si tratta di dottrine nuove o speciali, ma di una piena comprensione di tutto ciò che il Figlio ha udito dal Padre e che ha fatto conoscere ai discepoli (cfr v. 15). Lo Spirito ci guida nelle nuove situazioni esistenziali con uno sguardo rivolto a Gesù e, al tempo stesso, aperto agli eventi e al futuro.
Egli ci aiuta a camminare nella storia saldamente radicati nel Vangelo e anche con dinamica fedeltà alle nostre tradizioni e consuetudini. (Angelus, 22 maggio 2016)