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Ero con lui quando si fermò un attimo, un attimo solo: si guardò allo specchio e capì, comprese cosa gli stava accadendo. Era in pace con sé stesso, con il mondo. Aveva dato, nel breve periodo a lui concesso, tutto il meglio e giusto che poteva essere. Dio era grato di lui, e lo volle a sé.
La gioia nell’osservare e nel comprendere è il dono più bello della natura.
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma.
Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».
Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Mi lascio ispirare
Parlando del Signore dell’amore che ci vuole subito non ci accorgiamo che ci viene ad abitare la Sua pace nel cuore.
È uno spazio pieno di ariosa calda quiete dimora al centro del petto e va da dove viene.
È stupendo trovare una luce nel buio, ciò che è morto nel passato vivere nuovo nel futuro.
Abbiamo bisogno di stropicciare i cuori e strapazzare la vita per vedere e credere che nonostante tutto non è mai finita.
Bambini increduli di essere figli di Dio, Padre buono che perché potessimo credere è nato, morto e vissuto come ogni altro uomo.
Donami la grazia di credere che anche io, anche nel corpo nel Tuo amore, come Te, risorgo: Papà indicami la strada, che sia in me il Tuo amore ovunque io vada, per assaporare la gioia della vita con chi, nel Tuo nome, ancora non l’ha gustata.
Leggi e ascolta il sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare" di Dante Alighieri
Biografia
Dante Alighieri, noto anche come Durante degli Alighieri, è stato un poeta, scrittore e politico italiano di inestimabile valore, nato a Firenze tra il 14 maggio e il 13 giugno 1265 e deceduto a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. La sua opera più celebre, la "Commedia", successivamente denominata "Divina" da Giovanni Boccaccio, rappresenta un capolavoro della letteratura mondiale e ha contribuito significativamente alla definizione della lingua italiana. Dante è stato un esponente del Dolce Stil Novo, un movimento poetico che enfatizzava l'amore e la virtù, e la sua "Commedia" è un viaggio allegorico attraverso l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, che esplora temi di morale, etica e salvezza umana.
La vita di Dante fu intensamente legata agli eventi politici del suo tempo. Fu membro del Consiglio dei Cento e priore di Firenze, ma la sua carriera politica fu segnata dall'esilio dalla sua città natale a causa delle lotte interne tra le fazioni dei Guelfi Bianchi e Neri. Durante il suo esilio, Dante scrisse la maggior parte della sua opera letteraria, riflettendo profondamente su temi di giustizia, politica e filosofia. La sua critica verso le figure di potere dell'epoca, inclusa la Chiesa, è evidente in molte parti della sua opera.
Dante si sposò con Gemma Donati, da cui ebbe quattro figli, e la sua vita familiare fu complessa e segnata dalla distanza causata dal suo esilio. Nonostante le difficoltà personali, continuò a perseguire i suoi studi e la sua scrittura, lasciando un'eredità culturale che perdura fino ai giorni nostri. La sua tomba a Ravenna è diventata un luogo di pellegrinaggio per gli amanti della letteratura e della cultura italiana.
La figura di Dante Alighieri rimane centrale nella cultura italiana e mondiale. La Società Dante Alighieri, fondata per promuovere la lingua e la cultura italiana nel mondo, porta il suo nome, così come numerosi istituti di studi danteschi che continuano a esplorare e a diffondere il suo lavoro. La sua influenza si estende ben oltre la letteratura, toccando la filosofia, la teologia e la politica, rendendolo uno dei giganti del pensiero umano.
Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti.
Dagli Atti degli Apostoli At 3,13-15.17-19
In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 4
R. Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia! Nell’angoscia mi hai dato sollievo; pietà di me, ascolta la mia preghiera. R.
Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele; il Signore mi ascolta quando lo invoco. R.
Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene, se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». R.
In pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. R.
Seconda Lettura
Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 2,1-5a
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Signore Gesù, facci comprendere le Scritture; arde il nostro cuore mentre ci parli. (Cf. Lc 24,32)
Alleluia.
Il Vangelo del 14 aprile 2024
Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 24,35-48
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Dopo la risurrezione, poiché il Signore era entrato a porte chiuse (Gv 20,19), i discepoli non credevano che egli avesse ripreso un corpo reale, ma supponevano che solo la sua anima fosse tornata sotto un'apparenza corporea, come le immagini che si presentano nei sogni durante il sonno. «Essi credevano di vedere un fantasma»... «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi».
Guardate, cioè: state attenti. Perché? Perché non è un sogno che vedete. Guardate le mie mani e i miei piedi, poiché, coi vostri poveri occhi, non potete ancora guardare il mio volto. Guardate le ferite della mia carne, poiché non vedete ancora le opere di Dio. Contemplate i segni lasciati dai miei nemici, poiché non percepite ancora le rivelazioni di Dio. Toccatemi, affinché le vostre mani vi diano la prova, poiché i vostri occhi sono ciechi fino a questo punto...
Scoprite i fori delle mani, «frugate» nel costato, riaprite le ferite, poiché non posso rifiutare ai discepoli in vista della fede ciò che non ho rifiutato ai nemici per il supplizio. Toccate, toccate..., cercate fino alle ossa, per accertarvi della realtà della carne, e che le ferite ancora aperte confermino che sono io... Perché non credete che sono risorto, proprio io che ho ridato la vita a molti defunti sotto i vostri occhi?
... Quando ero appeso sulla croce, mi insultavano dicendo: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. Scenda ora dalla croce e gli crederemo» (Mt 27,42). Cos'è più difficile, scendere dalla croce strappando i chiodi o risalire dagli inferi schiacciando la morte sotto i piedi? Ecco che ho salvato me stesso e, spezzando le catene dell'inferno, sono risalito al mondo di lassù.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Nel Cenacolo, Cristo risorto si presenta in mezzo al gruppo dei discepoli e li saluta: «Pace a voi!» (v. 36). Ma essi sono spaventati e credono «di vedere un fantasma», così dice il Vangelo (v. 37).
Allora Gesù mostra loro le ferite del suo corpo e dice: «Guardate le mie mani e i miei piedi – le piaghe –: sono proprio io! Toccatemi» (v. 39). E per convincerli, chiede del cibo e lo mangia sotto i loro sguardi sbalorditi (cfr vv. 41-42).
C’è un particolare qui, in questa descrizione. Dice il Vangelo che gli Apostoli “per la grande gioia ancora non credevano”. Era tale la gioia che avevano che non potevano credere che quella cosa fosse vera. E un secondo particolare: erano stupefatti, stupiti; stupiti perché l’incontro con Dio ti porta sempre allo stupore: va oltre l’entusiasmo, oltre la gioia, è un’altra esperienza.
E questi erano gioiosi, ma una gioia che faceva pensare loro: no, questo non può essere vero!… È lo stupore della presenza di Dio. Non dimenticare questo stato d’animo, che è tanto bello. (Regina Caeli, 18 aprile 2021)