Dona

Preghierina del 26 marzo 2024

Leggi e ascolta la nostra preghierina del 26 marzo 2024

A cena con te

commento al Vangelo di oggi di Gv 13,21-33.36-38
a cura di Maria Buiatti Luca Baccolini

Ti porto a cena con me,
ho un conto aperto con il passato
che pagherò io perché
il tuo futuro non sia un inganno.

Roberto Casalino per Giusy Ferreri, Ti porto a cena con me

Entro nel testo (Gv 13,21-33.36-38)

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse.

Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto».

Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.

Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?».

Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Mi lascio ispirare

Alle porte del triduo pasquale il Vangelo non smette mai di sorprenderci. Oggi assistiamo prima di tutto a una consegna di umanità di Dio nelle mani dell’uomo. Gesù vive un momento di grande intimità con i suoi discepoli, è a tavola e mangia con loro ma il suo cuore è turbato. È lo stato d’animo del viandante, di chi ha intrapreso il santo viaggio e trova la sua forza in Dio. È il timore di chi, vivendo in Dio, lascia tutto fino al completo dono di sé.

I suoi discepoli hanno imparato a conoscerlo, riconoscono il suo stato d’animo e vorrebbero fare qualcosa. Sentono l’aria densa di compimento anche se i loro occhi non sono ancora in grado comprendere ciò che sta accadendo. Si preparano così quasi inconsapevolmente alla vera Pasqua in cui Gesù svelerà il vero volto di Dio. Un Dio che è amore senza fine, che siederà sul suo trono – la croce – e giudicherà tutti con la sua legge, il perdono.

Chi con lo slancio di Pietro vorrebbe seguirlo fino alla morte, dovrà prima di tutto lasciarsi amare nelle proprie debolezze e in tutta umiltà. Nei rinnegamenti quotidiani, se si lascerà guardare da Gesù, scoprirà una nuova identità in grado di far cadere ogni maschera.

Maria Buiatti Luca Baccolini

Preghiamo insieme

Preghierina
Preghierina
Preghierina del 26 marzo 2024
Loading
/

Questa sera preghiamo la Santissima Vergine Maria e tutti gli angeli del paradiso che ci concedono la grazia di tenere con noi il nostro fratello Giovanni, ma soprattutto per i suoi 5 figli che aspettano l'abbraccio forte del proprio papà.

Amato Eugenio, nostro angioletto del paradiso: intercedi per noi!

Il principe della risata

Leggi e ascolta la divertente favola de "il principe della risata"

Curiosando

Totò, pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, è stato un attore, comico, commediografo, poeta, paroliere, sceneggiatore e filantropo italiano.

Nato a Napoli il 15 febbraio 1898 e scomparso a Roma il 15 aprile 1967, è considerato uno dei più grandi interpreti della storia del teatro e del cinema italiani¹.

Soprannominato "il principe della risata", Totò ha avuto una carriera che ha spaziato dal teatro al cinema e alla televisione, lavorando con molti tra i più noti protagonisti del panorama italiano e raggiungendo, con numerosi suoi film, i record d'incasso¹..

(1) Totò - Wikipedia. https://it.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2.
(2) Totò, il principe senza regno, Il caso De Curtis e le origini imperiali …. https://www.altaterradilavoro.com/toto-il-principe-senza-regno-il-caso-de-curtis-e-le-origini-imperiali-rivendicate/.
(3) Totò, il Principe della risata - Libreriamo. https://libreriamo.it/intrattenimento/teatro/toto-principe-della-risata/.
(4) Totò: la biografia e i film celebri del principe della risata - Notizie.it. https://www.notizie.it/cultura/2020/02/17/toto-biografia-film/.
(5) Totò - Wikipedia. https://en.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2.
(6) Getty Images. https://www.gettyimages.com/detail/news-photo/italian-comic-actor-toto-arriving-at-the-gare-de-lyon-paris-news-photo/72635292.

Leggiamo insieme

C'era una volta in un regno non troppo lontano, un principe che aveva un problema un po' insolito: non riusciva a smettere di ridere. Sì, avete letto bene. Ogni volta che qualcuno diceva "principe", lui scoppiava in una risata così contagiosa che tutto il castello si univa a lui. Questo non era un grosso problema durante le feste, ma immaginate le riunioni di stato o i banchetti formali!

Il re e la regina erano preoccupati. "Dobbiamo trovare una soluzione," disse il re, cercando di mantenere la serietà mentre il principe rideva dietro una tenda. Così, decisero di bandire la parola "principe" da tutto il regno. Da quel momento in poi, tutti dovevano riferirsi a lui come "il ragazzo che ride".

La vita a corte divenne molto divertente. I cavalieri si sfidavano a duelli di battute per vedere chi poteva far ridere di più "il ragazzo che ride". I giullari erano invidiosi perché il loro lavoro era stato rubato da una semplice parola. E il principe? Beh, lui era felice come non mai.

Un giorno, una giovane contadina venne al castello per vendere le sue verdure. Non sapendo del divieto reale, chiamò il principe per la sua vera titolazione. Tutti trattennero il fiato, ma stranamente, il principe non rise. Invece, guardò la contadina e sorrise dolcemente. Era la prima volta che non rideva in presenza di quella parola.

Il principe e la contadina divennero amici e passavano le giornate a parlare e ridere (ma solo quando era appropriato). Alla fine, il principe imparò a controllare le sue risate e il regno poté finalmente usare di nuovo la parola "principe".

E vissero tutti felici e contenti, ridendo solo quando era davvero necessario. E il principe? Divenne noto come il principe più allegro di tutti i tempi, amato da tutti per la sua gioia contagiosa.

E così, cari lettori, la morale della storia è: a volte, una risata è proprio ciò di cui abbiamo bisogno, ma altre volte, è importante sapere quando è il momento di smettere.

Ascoltiamo insieme

Le favole della buonanotte
Le favole della buonanotte
Il principe della risata
Loading
/

Umile fiducia

Meditazione di oggi 26 marzo 2024: umile fiducia

Umile Fiducia.

Quando diventiamo figli del nostro Padre Celeste, ci viene concesso il privilegio di avvicinare il Re di tutti i re con le nostre richieste.
Marco lo dice così:

"Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute e voi le otterrete."
Marco 11:24

Dio ama dare ai Suoi figli ciò che chiedono, quando richiesto per il giusto motivo e con il giusto cuore.
Pensala in questo modo: un bambino è forse preoccupato di chiedere al suo amorevole genitore uno spuntino, un abbraccio, un consiglio o un aiuto?
Quando ci rivolgiamo a Dio con la stessa fiducia innocente, ovvero con sincerità, umiltà, fiducia e persino disperazione, possiamo essere certi che Egli ci ascolta. Quando sottomettiamo la nostra richiesta, potremmo ricevere un "sì", un "no" o un "non ancora".
Al di là di quale sia la risposta, possiamo essere certi che Dio ci ascolta se confidiamo in Lui con le nostre preghiere.

Se hai bisogno di saggezza, guida o aiuto pratico, puoi presentarti con coraggio davanti al trono di Dio (Ebrei 4:16). Quindi oggi vai a Lui con le tue lodi e dubbi, pensieri e preoccupazioni, gratitudine e delusioni.
È un grande piacere per Dio fornirti tutto ciò di cui hai bisogno (Luca 12:31-32).

La Parola del 26 marzo 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 26 marzo 2024

Martedì della Settimana Santa

Prima Lettura

Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra.

(Secondo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa
Is 49,1-6

Ascoltatemi, o isole,
udite attentamente, nazioni lontane;
il Signore dal seno materno mi ha chiamato,
fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.
Ha reso la mia bocca come spada affilata,
mi ha nascosto all'ombra della sua mano,
mi ha reso freccia appuntita,
mi ha riposto nella sua farètra.

Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato,
per nulla e invano ho consumato le mie forze.
Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore,
la mia ricompensa presso il mio Dio».

Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
- poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza -,
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d'Israele.

Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all'estremità della terra».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 70 (71)

R. La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami. R.

Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.

Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.

La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Il Vangelo del 26 marzo 2024

Uno di voi mi tradirà... Non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».

I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».

Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.

Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.

Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».

Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore.

Liturgia latina

"Verbum supernum prodiens", inno per la festa del Santissimo Sacramento, (trad. cb© evangelizo)

Gesù si consegna per primo

Il Verbo del cielo, disceso senza abdicare alla sua immensa gloria, compie l'arduo lavoro, poi arriva alla sera dell'esistenza. Un discepolo sta per consegnarlo a coloro che sono presi dalla gelosia; ma lui si consegna per primo ai suoi discepoli, Pane di vita (Gv 6,35).

Per cibo e bevanda, dona loro il suo corpo e il suo sangue; con questo dono vuole saziare la fame e la sete che li tormentano. Nella nascita, nostro compagno, nostro cibo alla sua mensa, in croce, è il nostro riscatto, visione incantevole in cielo.

Nostro Salvatore immolato, che ci apri le porte del cielo, il nemico ci opprime: ci dia conforto il tuo aiuto. All'unico e trino Signore appartiene la gloria eterna; un giorno nei nostri cuori possa egli aprire le fonti di gioia immortale.

PAROLE DEL SANTO PADRE

La pecora smarrita più perfetta nel Vangelo è Giuda: un uomo che sempre, sempre aveva qualcosa di amarezza nel cuore, qualcosa da criticare degli altri, sempre in distacco.

Non sapeva la dolcezza della gratuità di vivere con tutti gli altri. E sempre, siccome non era soddisfatta questa pecora – Giuda non era un uomo soddisfatto! – scappava. Scappava perché era ladro, andava per quella parte, lui. Altri sono lussuriosi, altri…

Ma sempre scappano perché c’è quel buio nel cuore che li distacca dal gregge. E’ quella doppia vita, quella doppia vita di tanti cristiani. […] Noi dobbiamo capire le pecore smarrite. Anche noi abbiamo sempre qualcosina, piccolina o non tanto piccolina, delle pecore smarrite. (Santa Marta, 6 dicembre 2016)

omelia di Papa Francesco a Santa Marta del 6 dicembre 2016