Tempo di lettura: 8 minuti

Leggi e ascolta la favola “Un’amicizia … in grande”

Ciao amiche ed amici di Eugenio. ♥

Questa sera vi leggerò un bellissima favola di www.bimbiestorie.com dal titolo “Un’amicizia… in grande”. Ringrazio la nostra amica Elena Rossi che ci presta queste favole così belle. Buon ascolto:♥

cascata di acqua

Leggiamo insieme

Nel sentiero alberato al profumo dei faggi, ai piedi del rifugio “Al Faggio” in Val Concei, brulica la vita senza tempo degli gnomi, in sintonia con gli animali del bosco. Per dare prova della loro esistenza, alcuni gnomi hanno deciso di lasciarsi ritrarre dalle mani abili degli scultori della Leder Legn che, intagliando abilmente le loro forme, hanno dato nuova vita ai tronchi degli alberi di quei boschi.

Una fiaba racconta di una vera Amicizia nata proprio nel grande prato.

Buona lettura….

Sono esistiti, tanti, tanti anni fa, due inseparabili amici di nome Elvira e Lucas, dei quali solo il bosco più antico ha memoria.

Con passo lento lungo il sentiero alberato, Elvira accompagnava ogni giorno nel bosco il suo più caro amico che adorava ascoltare il canto degli uccelli e il rumore del fiume.

Per questo motivo, nel grande prato al profumo dei faggi, avevano costruito per loro una panchina di legno gli gnomi della buona speranza; la buona speranza di far tornare la vista di Lucas come un tempo.

Seduti sulla loro panchina, Elvira leggeva a Lucas libri di fiabe incantate, scritte da gnometta Cosetta che non parla ma fischietta. Ogni suo fischio si trasformava sulle pagine dei libri in pozioni magiche per ridare la vista a Lucas, ma finora senza successo.

Il saggio gnomo Grandi Orecchi si era un po’ pentito di aver proposto la costruzione di quella panchina per i due amici. Grazie al suo udito sopraffino poteva cogliere il più sottile dei rumori e, ultimamente, quando maggiolino Orlando tornava dai suoi viaggi e si posava sui tronchi dei faggi, sentiva scricchiolare la loro corteccia. Grandi Orecchi conosceva il presagio scritto sui grandi testi sacri dagli antenati del suo popolo.

Tremano di paura i faggi cui scricchiola la corteccia, e piangono … come feriti da una freccia.”

Nel bosco stava per accadere qualcosa di molto pericoloso!

Un incendio, un’alluvione o forse l’arrivo di qualcuno o qualcosa da cui i suoi abitanti avrebbero potuto mettersi in salvo, ma Lucas non sarebbe stato in grado di correre tanto veloce.

Prima di dare la notizia al suo popolo, Grandi Orecchi decise di chiedere consiglio al mago protettore del torrente Assat. Forse anche lui aveva avuto sentore dell’imminente pericolo. Sempre assorto nella lettura; diceva che i libri lo aiutavano a non invecchiare mai, rispose:

Ti sono rimaste impresse solo le righe che ti fanno paura,

ma potrebbe essere un messaggio di grande ventura.”

La testa di Grandi Orecchi si era così riempita ancora più di dubbi. Qual’era la cosa giusta da fare?

Intanto, dall’altra parte del bosco, un fungo centenario di nome Legnoso, nato poco sopra le radici del tronco di un albero, non sapeva più cosa inventarsi per far svegliare dal letargo il suo migliore amico.

Esci da quella grotta, Bess! E’ primavera inoltrata, ti crescerà il muschio sul pelo se aspetti ancora un po’!”

Un lamento cavernicolo uscì dalla grotta. “Parli bene tu”, provò a dire tra uno sbadiglio e l’altro. “Che te ne stai sempre a riposare sul tuo tronco. Per me adesso inizia un periodo difficile; mi devo procurare il cibo ogni giorno e percorrere chissà quanti chilometri per trovarlo.”

Bess era l’orso più pigro che si fosse mai visto in circolazione, e non era mai riuscito a farsi degli amici perché arrivava sempre in ritardo.

Da che parte vai Bess?? Guarda che il lago è dall’altra parte!” Continuava a canzonarlo il fungo, convinto che l’orso stesse ancora dormendo in piedi.

Ho deciso che quest’anno mangerò solo miele e non pesci, perciò andrò verso il centro del bosco.”

Per un pigrone come lui non doveva essere facile riuscire a catturare i pesci con le zampe. Gli sarebbe servito almeno un retino da pesca, altrimenti rischiava di rimanere a bocca asciutta fino al prossimo letargo.

Io vado fungo Lagnoso. Ci vediamo il prossimo autunno e controlla che nessuno entri nella mia tana.”

Legnoso! Mi chiamo fungo Legnoso, non Lagnoso!”, gli urlò, mentre Bess allontanandosi gli mostrava il suo ingombrante didietro.

Dopo poche ore di cammino in compagnia solo del suo stomaco che iniziava a brontolare, Bess, accecato dalla fame, scambiò delle macchie chiare di trucioli di legno sopra l’erba per chiazze di miele e iniziò a seguirle, convinto che lo avrebbero condotto a un grosso alveare di api pieno di miele.

Senza correre troppo, Bess arrivò in un grande prato pianeggiante circondato da alti faggi silenziosi, accompagnati solo dal fresco rumoreggiare di un piccolo torrente e non dal ronzio di api come aveva sperato.

In lontananza, una piccola casetta di legno ai piedi del faggio più alto e maestoso che Bess avesse mai visto, lo fece tornare sui suoi passi. Era sicuramente una casetta di gnomi e lui non voleva spaventarli.

Bess adesso voleva solo mangiare!

Scusate cuccioli”, si permise di dire Bess a due volpacchiotti che stavano giocando poco lontano, avvicinandosi con cautela. “Non voglio spaventarvi ma solo chiedervi se sapete dove posso trovare un alveare. Ho una fame!!”

Ignari del pericolo lasciarono che quel bestione si avvicinasse alla loro tana per giocare insieme. Bess per un attimo dimenticò la sua fame.

Mamma volpe si era allontanata in cerca di cibo ma il suo fiuto e il suo udito erano sempre attenti sui suoi cuccioli. Era nel pieno della caccia e stava aspettando nascosta la prossima mossa di un coniglio, quando le arrivarono alle orecchie degli schiamazzi e al naso un odore diverso che si mescolava con quello dei suoi piccoli. Erano in pericolo!

Balzò fuori di tutta furia, correndo più che poteva verso di loro. Un orso! Un orso era proprio vicino a loro! Ma niente e nessuno poteva fermarla dal difendere i suoi cuccioli.

Quando Bess la vide arrivare con i denti e gli artigli pronti ad azzannarlo, non provò nemmeno a farle capire le sue buone intenzioni e se la diede a gambe. Si lanciò dalla grande bocca del tronco della loro tana il più veloce possibile.

Ruggiva come un leone mamma volpe, piangevano i suoi cuccioli e sbatteva con forza le zampe sul prato Bess, affannato dalla corsa. Si alzarono in volo gli uccelli e gli gnomi spaventati cercarono riparo.

Cosa sono tutti questi rumori?”, chiese Lucas mentre Elvira si alzava dalla panchina stringendo forte la sua mano e facendo cadere il libro a terra. Un orso stava correndo verso di loro, con la bava alla bocca e la lingua penzoloni.

Come poteva ora il bosco proteggerli?

Il presagio si stava quindi avverando? I grandi libri sacri avevano detto il giusto?

Era accaduto tutto così in fretta. Grandi Orecchi non aveva avuto il tempo di trovare un rimedio. Nella paura più assoluta gli arrivò chiara l’unica soluzione da mettere in atto.

Salirono di corsa alcuni gnomi sui tronchi dei faggi, e quando il bestione si fermò dietro la panchina, lasciarono cadere una rete sopra di lui.

Elvira e Lucas avrebbero potuto allontanarsi prima che fosse riuscito a liberarsi.

Cosa fate?”, urlò Bess. “E’ la volpe che vuole farmi del male. Io non avevo brutte intenzioni con i suoi cuccioli! Stavo solo cercando del miele…”, proseguì Bess, sdraiandosi al suolo e appoggiando il suo musone sulle zampe.

Gnomo Grandi Gote, Gnomo Toccatesta, Gnomo Grattabarba, Gnomo Suonalegno, Gnometta Cosetta e Grandi Orecchi, intanto si erano avvicinati, e insieme a Elvira fissavano curiosi quel bestione che non stava tentando in alcun modo di liberarsi.

Quindi non sei pericoloso come indicavano i grandi testi sacri?”, esclamò Grandi Orecchi.

Pericoloso io? Se vi sentisse il mio amico Legnoso si farebbe una grassa risata” rispose Bess, mentre controllava che la volpe si fosse davvero allontanata. Stava facendo la figura dell’orso incapace agli occhi degli abitanti del bosco; eppure dentro di se provava una sensazione strana, completamente diversa dal suo pensiero.

Giovani occhi pieni di speranza erano posati su di lui…,

quelli di un bambino sognatore che si avvicinava lentamente ad un orso enorme, senza paura.

Il bambino ha capito che non sono pericoloso. Liberatemi per favore e vi prometto che me ne andrò e non tornerò più nel vostro prato.”

Lui non può vederti”, rispose Elvira.

E’ vero!”, ribatté prontamente Lucas: “Ma non mi servono gli occhi per sentire quello che provi e capire che sei sincero. Come ti chiami?”

Bess.”

Gli gnomi lo fermarono perché si stava avvicinando troppo alla rete, ma Lucas li pregò di lasciarlo. Quando posò la sua chiara mano sul pelo dell’orso, Elvira gridò: “Lucas che fai!” Ma Bess non si mosse.

Vorresti essere la mia guida Bess? E mostrarmi il bosco attraverso i tuoi occhi e il tuo buon cuore?”

Gli gnomi si scambiarono occhiate di disapprovazione, ma a Grandi Orecchi tornarono alla mente le parole del Mago Protettore e, a pensarci bene, con un gigante buono al suo fianco, Lucas era al sicuro da ogni pericolo.

Sussurra ancora il vento, tra lo scricchiolio dei faggi del bosco, la grande amicizia che li legò per sempre. Se ti fermi ad ascoltare in silenzio nel grande prato, puoi sentire il loro passo lento lungo il sentiero alberato.

Elena Rossi.

Ascolta questa storia:

mamma legge la fiaba
Le favole della buonanotte
Un’amicizia … in grande
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Buona notte e sogni d’oro con il nostro angioletto Eugenio ♥

Spero che questa favola vi sia piaciuta e spero che anche domani seguirete e ascolterete la prossima e bellissima favola.

Buona notte dalla vostra sorellina Francesca


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