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Commento al Vangelo del 29 maggio 2025

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
 
Parola del Signore.

Saper attendere

Roberto Pasolini

Le Scritture di oggi orientano la nostra riflessione sul significato del tempo, in particolare su quei momenti che, in prima battuta, appaiono inutili e insopportabili pause nello spartito della nostra vita.

«Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete» (Gv 16,16). 

Queste brevi e misteriose parole, che Gesù rivolge ai suoi nell’intimità dell’ultima cena consumata insieme, suscitano non poco stupore e perplessità. La spiegazione del Maestro non è chiarissima, ma molto intrigante.

«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia» (Gv 16,20).

Mentre siamo abituati a giudicare le cose che ci capitano guardandoci allo specchio, per verificare se il cambiamento in corso è da ascrivere alla colonna delle perdite o dei profitti, il Signore Gesù ci aiuta a comprendere che la realtà non va considerata soltanto in rapporto a noi stessi. Nessuna sofferenza è chiusa e autoreferenziale, soprattutto se accolta e vissuta come obbedienza al vangelo di Cristo. Inoltre, le parole del Maestro ci rivelano che quella quantità infinitesimale di vita, che ai nostri occhi pare solo una pausa insignificante, è la misura necessaria per consentire alle cose e agli avvenimenti di rivelarsi fino in fondo. Spesso nella vita è sufficiente attendere un po’ per vedere come tutto può e deve cambiare. Così è successo all’apostolo Paolo il quale, dopo aver collezionato una serie di porte in faccia, ha compreso che, proprio attraverso questo non previsto rifiuto, si stava rivelando qualcosa di nuovo: l’annuncio del vangelo si propagava nel cortile dei pagani, il regno di Dio usciva definitivamente dai recinti di Israele, per diventare universale salvezza.

Ma poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani» (At 18,6).

Anche a noi, oggi, è annunciata la buona notizia che le pause, nella vita, sono assai preziose, più di tanti momenti programmati e, lungamente, bramati. I destini più belli a cui siamo chiamati non li scopriamo, infatti, quando si realizzano i nostri sogni — ancora così nostri — ma quando rimaniamo con disponibilità dentro quelle assurde e incomprensibili parentesi che il Signore dispone con sapienza nella trama dei nostri giorni. Quei momenti di buio, attesa e solitudine nei quali non sembra accadere nulla, mentre ci sta capitando di diventare amore.     

Ascoltiamo insieme

La Parola del 29 maggio 2025

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 29 maggio 2025

Giovedì della VI settimana di Pasqua

Prima Lettura

Paolo si stabilì in casa loro e lavorava, e discuteva nella sinagoga.

Dagli Atti degli Apostoli
At 18,1-8

In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.
 
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 97 (98)

R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
 
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.
 
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Non vi lascerò orfani, dice il Signore;
vado e ritorno a voi, e il vostro cuore sarà nella gioia. (Cf. Gv 14,18)

Alleluia.

Il Vangelo di oggi 29 maggio 2025

Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
 
Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 29 maggio 2025
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Beato Maria Eugenio di Gesù Bambino (1894-1967)

carmelitano, fondatore di Notre Dame de Vie

Il mistero della Chiesa (trad. cb© evangelizo)

Attirati e coinvolti nel moto d'amore di Cristo

La pienezza di Cristo scende su ciascuno di noi. Riceviamo la sua grazia che ci fa partecipare alla sua figliolanza divina e a tutti i suoi privilegi. Siamo figli ed eredi del Padre come lui; siamo sacerdoti e re con lui. (...) La nostra partecipazione a Cristo non è solo ricettiva, ma anche attiva. Cristo salendo al Padre ha inviato la Chiesa nel mondo, come suo Padre lo aveva inviato per predicare, battezzare e salvare. La vita che egli diffonde è amore. Questo amore, diffusivo per se stesso, è sempre in cammino per nuove conquiste. Coloro che ha riempito sono coinvolti nel suo movimento e diventano strumenti del suo agire, canali della vita che egli diffonde. Questa è la Chiesa di cui Cristo è il capo: "Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità" (Ef 4,16). Questo il pensiero di Dio che si realizza progressivamente, ma certamente, oltre tutti gli ostacoli, attraverso i secoli. E' la grande realtà, il fatto che domina la storia dei popoli e del mondo. E' la fine e la ragione di tutte le cose. E, quando il Cristo totale sarà giunto "all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo" (Ef 4,13), la figura di questo mondo passerà ed apparirà la realtà: quella del Cristo "in cui Dio ha manifestato la forza del suo braccio quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione", in cui ha realizzato il suo disegno "e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose" (Ef 1,20-23).

Le Parole dei Papi

Nella Croce è stato manifestato ai cristiani il “Vangelo della sofferenza” (Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 25). Gesù ha riconosciuto nel suo sacrificio la via stabilita dal Padre per la redenzione dell’umanità, e ha seguito questa via. (…) Certo non è facile scoprire nella sofferenza l’autentico amore divino, che vuole, mediante la sofferenza accettata, elevare la vita umana al livello dell’amore salvifico di Cristo. La fede, però, ci fa aderire a questo mistero e mette nell’anima di chi soffre, malgrado tutto, pace e gioia: a volte si giunge a dire, con San Paolo: “Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione”. (San Giovanni Paolo II, Udienza Generale 27 aprile 1994)