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Udienza Generale del 28 maggio 2025

Udienza Generale del 28 maggio 2025 di Papa Leone XIV

Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza.

II. La vita di Gesù. Le parabole.

7. Il samaritano. Passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione (Lc 10,33b)

Cari fratelli e sorelle,

continuiamo a meditare su alcune parabole del Vangelo che sono un’occasione per cambiare prospettiva e aprirci alla speranza. La mancanza di speranza, a volte, è dovuta al fatto che ci fissiamo su un certo modo rigido e chiuso di vedere le cose, e le parabole ci aiutano a guardarle da un altro punto di vista.

Oggi vorrei parlarvi di una persona esperta, preparata, un dottore della Legge, che ha bisogno però di cambiare prospettiva, perché è concentrato su sé stesso e non si accorge degli altri (cfr Lc 10,25-37). Egli infatti interroga Gesù sul modo in cui si “eredita” la vita eterna, usando un’espressione che la intende come un diritto inequivocabile. Ma dietro questa domanda si nasconde forse proprio Leggi altro...

Il video

Commento al Vangelo del 28 maggio 2025

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore.

Gradualità

Roberto Pasolini

Non fu certo un disastro. Anzi, con la sua non comune capacità di entrare in dialogo con qualsiasi contesto culturale, l’apostolo Paolo riuscì a farsi ascoltare volentieri nell’Areopago di Atene. Il suo spirito di osservazione e la sua profonda intelligenza gli permisero di saper prima catturare l’attenzione dei cittadini ateniesi, facendo riferimento alla loro cultura religiosa, e poi di azzardare l’annuncio evangelico.

«Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio» (At 17,23). 

Forse però il suo zelo si spinse troppo oltre, arrivando frettolosamente ad annunciare la risurrezione dai morti del Cristo. A quelle parole, infatti, la maggior parte dei presenti fece spallucce e lo derise. Quando poi l’apostolo arrivò a Corinto — successiva tappa del suo viaggio missionario — si ritrovò costretto a riconoscere che non è «l’eccellenza della parola o della sapienza» (1Cor 2,1) a convertire gli uomini al mistero di Cristo, ma solo l’unzione dello Spirito Santo legata alla parola della croce.

«Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio» (1Cor 2,2-4).

Un discorso molto diverso da quello fatto ad Atene. Ma forse, proprio il fallimento di quel sermone bello ma non così fecondo, aveva insegnato a Paolo a custodire la passione di Gesù al centro della sua predicazione. Ogni apostolo impara a sue spese quanto sia necessario un lungo cammino per poter giungere — e per condurre gli altri — verso «tutta la verità» (Gv 16,3). E soprattutto perché, nella verità rivelata da Dio, il mistero della croce abbia una centralità indiscutibile e imprescindibile. Proprio queste motivazioni suggeriscono al Signore Gesù di mantenere una prudente e intelligente gradualità nell’introdurre i suoi discepoli verso la pienezza della fede.

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso» (Gv 16,12). 

Il Maestro ha saputo fermarsi prima che lo «spettacolo» (Lc 23,48) della croce accecasse il cuore dei discepoli, affidando allo Spirito Santo il compito di continuare ad annunciare il mistero di Dio. C’è infatti un peso specifico che ogni verità porta con sé, che non sempre siamo capaci di portare nel nostro cuore. In molte relazioni che viviamo, spesso trascuriamo di chiederci a che velocità convenga viaggiare, lasciandoci vincere, il più delle volte, dall’ansia di manifestarci oppure di inghiottire l’altro dentro i nostri bisogni. Ma chi ama non ha e non può avere fretta, perché l’amore riesce a mettere al centro non il proprio bisogno ma quello dell’altro. Certo, bisogna fare attenzione che una necessaria gradualità non si trasformi, colpevolmente, in superficialità e rassegnazione. L’esperienza di Paolo ci ricorda che essere pazienti e accoglienti non deve implicare mai la rinuncia alla memoria di quanto Dio ha amato il mondo. E di quanto noi abbiamo assoluto bisogno di questo amore per uscire dalle tenebre di questo mondo.

Ascoltiamo insieme

La Parola del 28 maggio 2025

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 28 maggio 2025

Mercoledì della VI settimana di Pasqua

Prima Lettura

Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio.

Dagli Atti degli Apostoli
At 17,15.22-18,1

In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l'ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l'iscrizione: "A un dio ignoto".
Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: "Perché di lui anche noi siamo stirpe".
Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un'altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 148

R. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell'alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore. R.

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d'Israele, popolo a lui vicino. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
perché rimanga con voi per sempre. (Gv 14,16)

Alleluia.

Il Vangelo di oggi 28 maggio 2025

Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 28 maggio 2025
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San Cirillo di Gerusalemme (313-350)

vescovo di Gerusalemme e dottore della Chiesa

Catechesi battesimale n°16,16.32 (trad. cb© evangelizo)

L'anima illuminata dallo Spirito Santo

Lo Spirito Santo non agisce che per il bene e la salvezza. Innanzi tutto dolce è la sua presenza, soave la coscienza che se ne ha, leggerissimo il suo giogo. Raggi di luce e di scienza annunciano la sua splendida venuta. Viene col cuore di un tutore legittimo; poiché viene a salvare, guarire, insegnare, consigliare, fortificare, illuminare l'intelligenza, dapprima di colui che lo riceve, poi attraverso lui, di altri ancora. E come l'occhio del corpo, prima nelle tenebre, poi vedendo all'improvviso il sole, è illuminato e vede distintamente ciò che non vedeva, così colui che è stato onorato dalla visita dello Spirito Santo ha l'anima illuminata e vede in modo soprannaturale ciò che non conosceva. Il suo corpo è sulla terra, eppure la sua anima vede i cieli come in uno specchio. Vede come Isaia: "il Signore seduto su un trono alto ed elevato" (Is 6,1); e vede come Ezechiele: Colui che siede "sopra il capo dei cherubini" (Ez 10,1); vede come Daniele: "mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano" (Dn 7,10), e il nulla che è l'uomo vede l'inizio e la fine del mondo, il mezzo dei tempi, e conosce la successione dei re, cose che non ha apprese: infatti gode della presenza di chi veramente introduce alla luce. L'uomo è chiuso nei suoi muri e la sua scienza si dilata oltre; vede persino ciò che fanno gli altri. (...) Il Dio della pace, per mezzo di nostro Signor Gesù Cristo e per la carità dello Spirito, vi giudichi tutti degni dei suoi doni spirituali e celesti. A lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Le Parole dei Papi

Lo Spirito Santo, poi, come promette Gesù, ci guida «a tutta la verità» (Gv 16,13); ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche “dentro” la Verità, ci fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci l’intelligenza delle cose di Dio. E questa non la possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. (…) Proviamo a chiederci: sono aperto all’azione dello Spirito Santo, lo prego perché mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: «Spirito Santo fa’ che il mio cuore sia aperto alla Parola di Dio, che il mio cuore sia aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio tutti i giorni». (Papa Francesco, Udienza generale 15 maggio 2013)