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Commento al Vangelo di oggi 6 aprile 2025

Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore.

In mezzo

Roberto Pasolini

La liturgia di questa domenica ci pone «in mezzo» (Gv 8,9), nel crocevia di sguardi, parole e giudizi in cui si prefigura già tutta l’intensità drammatica del mistero pasquale di Cristo. Una donna «sorpresa in adulterio» (8,4) viene usata come pretesto per mettere alla prova l’interpretazione della Legge da parte di Gesù, il quale, avendo già rinunciato, nel deserto delle tentazioni, a mettere (Dio) e a mettersi «alla prova», sceglie di (non) rispondere in silenzio e, chinatosi,

«si mise a scrivere col dito per terra» (Gv 8,6). 

Questo gesto così semplice e solenne potrebbe evocare tante cose, al punto che l’opinione dei commentatori si articola in diverse proposte, dissimili tra loro: Gesù starebbe scrivendo per terra i peccati degli accusatori, oppure tracciando linee di misericordia nei loro cuori induriti, o ancora il dito appoggiato sulla terra sarebbe un modo per indurre i suoi interlocutori a meditare più profondamente il dono della Legge che Dio ha offerto all’uomo fatto di polvere. Di certo, «gli scribi e i farisei» (8,3) non sembrano in grado di afferrare nessuno di questi significati, dal momento che «insistevano nell’interrogarlo» (8,7). Il loro cuore non riesce proprio a immaginare un Dio che non interviene immediatamente davanti al peccatore, ma sceglie di chinarsi, di prendere tempo, di differire il momento della condanna. Forse dalla loro memoria è svanito il ricordo di come ci si sente quando si è in mezzo ai peccati, quando non si può che dimorare tra macerie e fallimenti, mentre le ferite ancora aperte sanguinano e faticano a rimarginarsi. Il loro cuore è duro come quelle pietre che vorrebbero scagliare «contro di lei» (8,7), senza alcuna misericordia.
A questo punto, Gesù si alza e dice le parole che svelano il significato del gesto appena compiuto:

«Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra» (Gv 8,7).

Poi si abbassa di nuovo e col dito riprende a scrivere per terra, lasciando a tutti il tempo necessario per recuperare uno sguardo abitato dalla speranza, e imparare a guardare la realtà non solo a partire da quello che è stato, ma anche da quello che potrebbe essere. L’evangelista non racconta se e in quanti istanti la collera di quegli uomini si è placata, né se i loro volti hanno mutato d’aspetto. Non sta scritto nemmeno se essi hanno lasciato cadere la pietra dalla mano e, soprattutto, se si sono realmente allontanati dal giudizio di condanna scritto nel loro cuore: «Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno» (8,9).
La voce sognante del profeta Isaia, che a suo tempo invitava gli esuli a credere che Dio è capace di creare percorsi di novità, strade nei nostri deserti e in mezzo alle nostre sconfitte, può essere la migliore interpretazione di quanto il Verbo di Dio è appena riuscito a compiere in quell’improvvisata aula di tribunale a cielo aperto, presso il tempio di Gerusalemme:

«Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,18-19).

Il cuore dell’apostolo Paolo era così persuaso di questo vangelo (ante litteram) che la sua vita si era trasformata in una corsa inarrestabile, dove è superfluo, anzi dannoso, voltarsi indietro, col rischio di perdere velocità o direzione:

«… dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3,13-14). 

In questa domenica siamo invitati a deporre anche noi quelle pietre che restano nelle nostre mani, calamitate dalla sofferenza e dalla solitudine di cui siamo vittime, non sempre incolpevoli. Giudicare senza misericordia non serve a nulla, se non a moltiplicare il dolore e ad approfondire le distanze tra chi è ormai chiamato a essere fratello — cioè prossimo — di tutti. Solo quando riscopriamo che di fronte alla nostra vita c’è soprattutto il volto misericordioso del Padre, siamo in grado di rialzarci con la forza necessaria per non cadere più nella palude del peccato, ricolmi di tutto il vangelo che (non) meritiamo:

«Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11).

Leggi e ascolta la meditazione

La Parola del 6 aprile 2025

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 6 aprile 2025

V Domenica di Quaresima

Prima Lettura

Ecco, io faccio una cosa nuova e darò acqua per dissetare il mio popolo.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 43,16-21
 
Così dice il Signore,
che aprì una strada nel mare
e un sentiero in mezzo ad acque possenti,
che fece uscire carri e cavalli,
esercito ed eroi a un tempo;
essi giacciono morti, mai più si rialzeranno,
si spensero come un lucignolo, sono estinti:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
sciacalli e struzzi,
perché avrò fornito acqua al deserto,
fiumi alla steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi».

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale

Sal 125 (126)

R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
 
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
 
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.
 
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

Seconda Lettura

A motivo di Cristo, ritengo che tutto sia una perdita, facendomi conforme alla sua morte.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 3,8-14
 
Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Parola di Dio.
 

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore,
perché io sono misericordioso e pietoso. (Cf. Gl 2,12-13)

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Il Vangelo di oggi 6 aprile 2025

Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 8,1-11

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 6 aprile 2025
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Si dice il Credo.

Sant'Ambrogio (ca 340-397)

vescovo di Milano e dottore della Chiesa

Lettere, 26, 11-20 ; PL 16, 1088-1090 (trad. cb© evangelizo)

Il sole di giustizia: la Legge nuova nel Tempio nuovo

Gli scribi e i farisei avevano condotto al Signore Gesù un'adultera con questo tranello: se l'avesse assolta sarebbe sembrato non tenere in nessun conto la Legge; se invece l'avesse condannata, avrebbe tradito la sua missione, essendo venuto per rimettere i peccati di tutti... Mentre essi parlavano, Gesù chinò il capo e si mise a scrivere in terra col dito. E poiché aspettavano la sua risposta, alzando il capo disse: « Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei ». Quale sentenza è più divina di questa, che cioè punisca i peccati solo colui che è senza peccato? Come potresti sopportare che punisca i peccati degli altri chi difende i propri? Non si condanna da sé colui che condanna in altri ciò che egli stesso commette? Questo disse Cristo, e intanto scriveva in terra. Che cosa? Forse così: « Tu osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio » (Lc 6, 41). Scriveva in terra con quel dito con cui aveva scritto la Legge (Es 31, 18). I peccatori « saranno scritti nella polvere » (Ger 7, 13), i giusti in cielo, come disse ai discepoli: « Rallegratevi, perché i vostri nomi sono scritti nei cieli » (Lc 10, 20). Udita quella parola, andarono via uno dopo l'altro « cominciando dai più anziani », ... È ben detto che uscirono fuori coloro che non volevano essere con Cristo: fuori del Tempio c'è la lettera, dentro i misteri. Coloro che vivevano all'ombra della Legge senza poter vedere il sole di giustizia (Ml 3, 20), nelle sacre letture andavano dietro a cose paragonabili più alle foglie degli alberi che al frutto.

PAROLE DEL SANTO PADRE

E Gesù congeda la donna con queste parole stupende: «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (v. 11). E così Gesù apre davanti a lei una strada nuova, creata dalla misericordia, una strada che richiede il suo impegno di non peccare più. È un invito che vale per ognuno di noi: Gesù quando ci perdona ci apre sempre una strada nuova per andare avanti. In questo tempo di Quaresima siamo chiamati a riconoscerci peccatori e a chiedere perdono a Dio. E il perdono, a sua volta, mentre ci riconcilia e ci dona la pace, ci fa ricominciare una storia rinnovata. Ogni vera conversione è protesa a un futuro nuovo, ad una vita nuova, una vita bella, una vita libera dal peccato, una vita generosa. Non abbiamo paura a chiedere perdono a Gesù perché Lui ci apre la porta a questa vita nuova. La Vergine Maria ci aiuti a testimoniare a tutti l’amore misericordioso di Dio che, in Gesù, ci perdona e rende nuova la nostra esistenza, offrendoci sempre nuove possibilità. (Angelus 7 aprile 2019)