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Commento al Vangelo del 13 gennaio 2025

Convertitevi e credete nel Vangelo.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20
 
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Ultimamente

Roberto Pasolini

L’immersione del Signore Gesù nelle acque della nostra umanità, con cui il Tempo di Natale si compie spalancando le porte a quello Ordinario, ci consente di gustare e cogliere tutto il valore di quell’avverbio con cui l’autore della lettera agli Ebrei introduce la sua grande omelia sulla pasqua di Cristo: «ultimamente» (Eb 1,2). Il Tempo liturgico che definiamo “ordinario”, in realtà, non ha nulla di scontato, perché vuole essere uno spazio di assimilazione e di interiorizzazione del mistero di incarnazione del Verbo, che ormai è il nuovo centro creatore e creativo della storia umana. «Questi giorni», nei quali «Dio» ha deciso di non parlare più a noi se non «per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo» (1,2) sono quelli in cui viviamo e sono gli “ultimi” perché non manca più nessuna tessera al mistero che la storia doveva svelare per essere salva: il volto del Padre.

L’evangelista Marco ha un modo tutto suo per annunciare, già nelle prime battute del suo racconto, che la venuta di Cristo è da intendersi come il definitivo gesto di rivelazione dell’amore di Dio per l’uomo:

«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).

Ecco in che modo prende avvio il Tempo ordinario, con un invito ad accorgersi di una straordinaria presenza — quella di Dio — nella trama del quotidiano e a convertirsi alla sua logica di comunione e condivisione, che vuole formattare la memoria del nostro vissuto e del nostro modo di pensare.

Tutto il vangelo, e tutti i vangeli, documentano quanto sia difficile accogliere questa pienezza di tempo e questa prossimità di Dio alla nostra umanità, attraverso le più clamorose forme del rifiuto e del giudizio di condanna, ma anche attraverso quella sottile ostruzione al vangelo che consiste in un attaccamento troppo ostinato al proprio “io”. Eppure i racconti evangelici attestano anche come, tutto sommato, sia semplice gettare la nostra vita nell’avventura della sequela, accogliendo gli inviti che risuonano mentre le nostre mani sono alle prese con l’arte di vivere e sopravvivere:

«Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori» (Mc 1,16).

La condizione per entrare nel Tempo ordinario non sembra essere altro che la disponibilità a lasciarsi determinare nuovamente dallo sguardo di Gesù: acconsentire al graduale cambio di nome a cui inevitabilmente consegue anche una modificazione dei programmi e delle attività:

«Gesù disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini”» (Mc 1,17).

Convertirsi al Signore, alla forza disarmata e disarmante del suo vangelo, non significa operare la grande “svolta” della vita, illudendosi che sia necessario o, peggio ancora, richiesto un clamoroso cambio di identità per diventare discepoli del Regno. La conversione al vangelo è l’atto ordinario con cui permettiamo alla relazione con la persona del Signore Gesù di essere il cuore vivo e pulsante del nostro tempo, del nostro pensare e del nostro agire. Questa feriale vocazione ad abbandonare «le reti» della nostra vita, con tutti i suoi punti di riferimento (il «padre» e la «barca»), è un cammino sempre possibile e sempre desiderabile. La vita in Cristo secondo il Vangelo e nella mite forza dello Spirito resta per sempre e per tutti un cammino dove quanto ci è donato è sempre maggiore di quanto ci è richiesto. Perché si tratta di un invito profondamente adeguato alla nostra libertà, creata per essere capace di vivere in ascolto del Verbo, il quale

«tutto sostiene con la sua parola potente» (Eb 1,3).

Quindi anche ogni nostro passo, debole o forte, certo o incerto, con cui permettiamo alla vita filiale, generata in noi dal battesimo, di maturare nella fiducia e nella speranza.

Ascoltiamo insieme

La Parola del 13 gennaio 2025

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 13 gennaio 2025

Lunedì della I settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Prima Lettura

Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

Dalla lettera agli Ebrei
Eb 1,1-6
 
Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell'alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»?
e ancora:
«Io sarò per lui padre
ed egli sarà per me figlio»?
Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice:
«Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 96 (97)

R. Adoriamo il Signore insieme ai suoi angeli.

Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Giustizia e diritto sostengono il suo trono. R.
 
Annunciano I cieli la sua giustizia,
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
A lui si prostrino tutti gli dèi! R.
 
Perché tu, Signore,
sei l'Altissimo su tutta la terra,
eccelso su tutti gli dèi. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Il regno di Dio è vicino, dice il Signore:
convertitevi e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)

Alleluia.
 

Il Vangelo del 13 gennaio 2025

Convertitevi e credete nel Vangelo.

la Parola del 13 gennaio 2025

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,14-20
 
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 13 gennaio 2025
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Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942)

carmelitana, martire, compatrona dell'Europa

Das Weihnachtsgeheimnis (trad. cb© evangelizo)

« Il tempo è compiuto... Seguitemi »

Il bambino del presepio è il Re dei re, colui che regge la vita e la morte. Egli dice: «Seguimi» e chi non è con lui è contro di lui (Lc 11,23). Questo egli disse anche per noi e ci colloca di fronte alla scelta fra luce e tenebre. Ignoriamo dove il divino Bambino vuole condurci su questa terra, e non conviene chiederlo prima che sia il tempo. Sappiamo invece che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rm 8,28), e che la strada tracciata dal Signore conduce al di là di questa terra.       Assumendo un corpo, il Creatore del genere umano ci offre la sua divinità. Dio si è fatto uomo perché gli uomini possano diventare figli di Dio. «O meraviglioso scambio!» Al fine di questa opera il Salvatore è venuto nel mondo. Uno di noi aveva rotto il legame della nostra filiazione con Dio. Uno di noi doveva riannodarlo ed espiare la colpa. Nessun germoglio dell'antica stirpe, malata e degenere poteva farlo. Occorreva che su questo tronco fosse innestata una pianta nuova, sana e nobile. Egli è diventato uno di noi, e contemporaneamente più di questo: una sola cosa con noi. Proprio questo nel genere umano è meraviglioso: che  cioè siamo tutti una sola cosa. (...) E' venuto per formare con noi un corpo misterioso: essendo lui il Capo, e noi le sue membra (Ef 5,23-30).       Se accettiamo di mettere le mani nelle mani del divino Bambino, se rispondiamo «Sì» al suo «Seguimi», allora siamo suoi e la via è libera perché passi in noi la sua vita divina. Tale è l'inizio della vita eterna in noi. Non è ancora la visione beatifica nella luce della gloria, è ancora l'oscurità della fede; ma non è più l'oscurità di questo mondo – e questo è essere già nel Regno di Dio.

Parole del Santo Padre

In questo testo dell’evangelista Marco, il tempo va inteso come la durata della storia della salvezza operata da Dio; quindi, il tempo “compiuto” è quello in cui questa azione salvifica arriva al suo culmine, alla piena attuazione: è il momento storico in cui Dio ha mandato il Figlio nel mondo e il suo Regno si è fatto più che mai “vicino”. È compiuto il tempo della salvezza perché Gesù è arrivato. Tuttavia, la salvezza non è automatica; la salvezza è un dono d’amore e come tale offerto alla libertà umana. Sempre, quando si parla di amore, si parla di libertà: un amore senza libertà non è amore; può essere interesse, può essere paura, tante cose, ma l’amore sempre è libero, ed essendo libero e richiede una risposta libera: richiede la nostra conversione. Si tratta cioè di cambiare mentalità – questa è la conversione, cambiare mentalità – e di cambiare vita: non seguire più i modelli del mondo, ma quello di Dio, che è Gesù, seguire Gesù, come aveva fatto Gesù e come ci ha insegnato Gesù. È un cambiamento decisivo di visione e di atteggiamento. Infatti, il peccato, soprattutto il peccato della mondanità che è come l’aria, pervade tutto, ha portato nel mondo una mentalità che tende all’affermazione di sé stessi contro gli altri e anche contro Dio. (…) A tutto ciò si oppone il messaggio di Gesù, che invita a riconoscersi bisognosi di Dio e della sua grazia; ad avere un atteggiamento equilibrato nei confronti dei beni terreni; a essere accoglienti e umili verso tutti; a conoscere e realizzare sé stessi nell’incontro e nel servizio agli altri. Per ciascuno di noi il tempo in cui poter accogliere la redenzione è breve e la durata della nostra vita in questo mondo è breve. (Angelus, Biblioteca del Palazzo Apostolico, 24 gennaio 2021)