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In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare».
Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci».
E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Mi lascio ispirare
Non resta tempo, troppe parole e pochi fatti. La fame si fa presto sentire e con essa lo scontento, la stanchezza, la tristezza, il disorientamento: allora si dirà che tutto è perduto, la guerra e la malattia, la lite e l’invidia, la miseria domineranno il giorno.
Non resta tempo per l’essere umano senza Dio, ma Dio è oltre il tempo… anche quando si fa sera e scende la tenebra nel nostro cuore Dio ci insegna ad alzare lo sguardo, a benedire quello che c’è e a spezzare e condividere ciò che nemmeno ci accorgiamo di avere.
Chissà se l’esempio ci tornerà utile per uscire dall’illusione di vuoto ed entrare in una crescente pienezza di vita, pace e condivisione!
C’era una volta un giovane ragazzo di nome Leo che viveva in un villaggio circondato da montagne e boschi. Leo era curioso e sognava di scoprire i segreti del leggendario Castello delle Sette Chiavi, un antico maniero che, si diceva, conteneva tesori meravigliosi e conoscenze infinite.
Tuttavia, nessuno nel villaggio era mai riuscito a entrare. Per accedere al castello, era necessario trovare sette chiavi, ognuna nascosta in un luogo difficile da raggiungere. Ogni chiave rappresentava una qualità che il cercatore doveva dimostrare: pazienza, dedizione, coraggio, creatività, collaborazione, perseveranza e saggezza.
Un giorno, Leo decise che avrebbe provato a trovare le sette chiavi. Il suo primo indizio lo portò al bosco oscuro, dove vivevano creature che mettevano alla prova la sua pazienza. Dopo ore di attesa e osservazione, Leo capì come attraversare il bosco senza farsi notare e trovò la prima chiave.
La seconda chiave era nascosta in cima a una montagna innevata. Leo dovette mostrare dedizione, scalando senza arrendersi, anche quando le sue mani erano fredde e il vento lo spingeva indietro.
La terza chiave lo attendeva in una grotta piena di ombre e suoni inquietanti. Per prenderla, Leo dovette affrontare la sua paura e mostrare coraggio, convincendosi che gli strani rumori erano solo il vento tra le rocce.
Ogni nuova chiave lo metteva di fronte a una sfida diversa: un enigma che richiedeva creatività, un ponte rotto che poteva riparare solo con l’aiuto di amici che gli insegnarono il valore della collaborazione, e un labirinto che richiese perseveranza, poiché dovette sbagliare molte volte prima di trovare la strada giusta.
Quando trovò l’ultima chiave, quella della saggezza, Leo capì che non era solo un oggetto, ma una consapevolezza: il viaggio e le lezioni apprese lungo il cammino erano il vero tesoro.
Finalmente, Leo si avvicinò al Castello delle Sette Chiavi. Con il cuore che batteva forte, inserì le chiavi una a una nelle serrature dorate. La porta si aprì, rivelando una sala luminosa piena di libri, strumenti musicali, mappe, e tutto ciò che potesse alimentare la curiosità di una mente giovane.
Leo si rese conto che il castello non era solo un luogo di ricchezze materiali, ma un simbolo del sapere e delle infinite possibilità che si aprono quando si affrontano le difficoltà con impegno.
Da quel giorno, Leo tornò spesso al castello, portando con sé altri ragazzi del villaggio per insegnare loro che, anche se studiare e imparare può sembrare difficile, la soddisfazione di scoprire nuovi mondi e superare i propri limiti è il tesoro più grande di tutti.
Udienza Generale del 8 gennaio 2025 di Papa Francesco
Catechesi. I più amati dal Padre. 1
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Desidero dedicare questa e la prossima catechesi ai bambini e riflettere sulla piaga del lavoro minorile.
Oggi sappiamo volgere lo sguardo verso Marte o verso mondi virtuali, ma facciamo fatica a guardare negli occhi un bambino che è stato lasciato ai margini e che viene sfruttato e abusato. Il secolo che genera intelligenza artificiale e progetta esistenze multiplanetarie non ha fatto ancora i conti con la piaga dell’infanzia umiliata, sfruttata e ferita a morte. Pensiamo su questo.
Prima di tutto ci chiediamo: quale messaggio ci dà la Sacra Scrittura sui bambini? È curioso notare come la parola che ricorre maggiormente nell’Antico Testamento, dopo il nome divino di Jahweh, sia il vocabolo
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
Parola del Signore.
Un poco che ci riguarda
Luigi Maria Epicoco
Il miracolo raccontato nel Vangelo di Marco di oggi è uno di quei miracoli famosi che fanno parte solitamente della memoria viva anche del nostro immaginario su Gesù. Vorrei però oggi distogliere lo sguardo per un istante dal miracolo e spostarlo su un dettaglio del racconto che a mio parere può aiutarci ad avere una nuova chiave di lettura del racconto stesso. Gesù dopo aver parlato alla folla si ritrova con la richiesta dei suoi discepoli di liquidare tutta quella gente nella maniera più veloce possibile così da metterla in condizioni di trovare qualche villaggio dove trovare da mangiare. Ovviamente Gesù resiste davanti a una simile richiesta e mette i discepoli nelle condizioni di assistere e contemporaneamente collaborare a un miracolo che sta per fare:
“Ma egli replicò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». E accertatisi, riferirono: «Cinque pani e due pesci»”.
Molto spesso la vita è sempre sproporzionata rispetto alle nostre capacità e alle nostre forze, per questo cerchiamo sempre modi alternativi per non assumercene mai fino in fondo la responsabilità. Ma Gesù seppur consapevole di questa sproporzione, ci invita a non deresponsabilizzarci rispetto alla realtà che abbiamo davanti. Bisogna però saper bene che se anche non abbiamo tutto quanto ci serve per affrontare ciò che ci capita, abbiamo però qualcosa, un poco che ci riguarda.
“Quanti pani avete? Andate a vedere”
dice Gesù. Siamo noi in grado di dire nel dettaglio in che cosa consistono le nostre poche capacità? Molte volte noi non possiamo progredire spiritualmente e umanamente perché manchiamo di realismo nei confronti di noi stessi. Non ci conosciamo, non sappiamo dire nel dettaglio che cosa abbiamo e cosa ci manca. Nessuno di noi è sprovvisto di tutto, c’è sempre qualcosa che portiamo dentro di noi. Sappiamo farne un elenco dettagliato?
Chi non sa dire con chiarezza i suoi pregi e i suoi difetti non può assistere a nessun miracolo perché gli manca la materia prima.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 4,7-10
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 71 (72)
R. Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.
O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia; egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia e i tuoi poveri secondo il diritto. R.
Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero. R.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna. E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione. (Cf. Lc 4,18)
In quel tempo, sceso dalla barca, Gesù vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull'erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.
"Verso l'ultima parte della notte andò verso di loro"
"Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù". Per spiegare questi fatti, occorre distinguere i tempi. Se Gesù è solo la sera, ciò mostra la sua solitudine all'ora della Passione, quando il panico ha disperso tutti. Se ordina ai discepoli di salire sulla barca e di attraversare il mare, mentre egli stesso congeda la folla e, una volta congedatala, sale sul monte, significa che ordina loro d'essere nella Chiesa e navigare sul mare, cioè nel mondo, fino a che, al suo ritorno nella gloria, conceda la salvezza al popolo che sarà il resto d'Israele (cfr Rm 11,5)... e il popolo renda grazie a suo Padre e risieda nella sua gloria e maestà... "Verso la fine della notte andò verso di loro, alla quarta veglia". Nell'espressione "quarta veglia della notte" si trova il numero corrispondente ai segni della sua sollecitudine. Infatti la prima veglia è stata quella della Legge, la seconda quella dei profeti, la terza quella della sua venuta nella carne, la quarta al suo ritorno glorioso. Ma troverà la Chiesa in declino e minacciata dallo spirito dell'Anticristo e da tutte le agitazioni del mondo; verrà al culmine del disordine e dei tormenti... I discepoli saranno presi dalla paura persino della venuta del Signore, temendo le immagini della realtà deformate dall'Anticristo e le falsità insinuate nel loro modo di vedere. Ma il Signore che è buono subito parlerà loro, allontanerà la paura e dirà: "Sono io". Con la fede nella sua venuta, farà sparire la paura dell'imminente naufragio.
Parole del Santo Padre
Dato che Gesù si è commosso nel vedere tutta quella gente bisognosa di guida e di aiuto, ci aspetteremmo che Egli si mettesse ora ad operare qualche miracolo. Invece, si mise a insegnare loro molte cose. Ecco il primo pane che il Messia offre alla folla affamata e smarrita: il pane della Parola. Tutti noi abbiamo bisogno della parola di verità, che ci guidi e illumini il cammino. Senza la verità, che è Cristo stesso, non è possibile trovare il giusto orientamento della vita. Quando ci si allontana da Gesù e dal suo amore, ci si perde e l’esistenza si trasforma in delusione e insoddisfazione. Con Gesù al fianco si può procedere con sicurezza, si possono superare le prove, si progredisce nell’amore verso Dio e verso il prossimo. Gesù si è fatto dono per gli altri, divenendo così modello di amore e di servizio per ciascuno di noi. (Angelus, 22 luglio 2018)