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Preghierina del 24 dicembre 2024

Dedicata a te angelo mio.

E' il quinto Natale del Signore che trascorriamo senza te, senza il tuo corpo, ma densi del tuo amore che entra nelle nostre anime e ci allieta, come un miele, come un odoroso incenso che dalle narici arriva fino al nostro cuore.

Eugenio e Remigio nel lettone
Eugenio e Remigio nel lettone - 26 dicembre 2019

Questa sera, tutte le sere, preghiamo per tutti i bambini che in questo momento sono al freddo, al gelo, senza scarpe, tra le nevi dei freddi paesi in guerra.

Preghiamo per tutti i bambini che rovistano nei cassonetti per avere un pezzetto di pane da mangiare.

Preghiamo per le persone che hanno perso la speranza, le persone che lottano contro una grave malattia e che hanno mollato la fede e la speranza: Dio ci tiene tutti nel cuore ed ha un disegno preciso per ognuno di noi.

Preghiamo per tutti gli ammalati che in un lettino di ospedale vedono nella luce fioca del corridoio la speranza che arrivi un parente a trovarlo, un amico per dargli una carezza, un dottore dal rosso naso per strappargli una risata.

E come diceva sempre Eugenio: porgi la tua attenzione anche sugli altri bimbi come me.

Preghiamo insieme

Eugenio Ruberto
Eugenio Ruberto
Preghierina del 24 dicembre 2024
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Il pellerossa nel presepe

Leggiamo ed ascoltiamo la filastrocca "il pellerossa nel presepe" di Gianni Rodari

Leggiamo insieme

Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
com’è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i maghi sul cammello,
e le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via! Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.

Ascoltiamo insieme

Le favole della buonanotte
Le favole della buonanotte
Il pellerossa nel presepe
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Commento al Vangelo del 24 dicembre 2024

Ci visiterà un sole che sorge dall'alto.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,67-79
 
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall'alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Parola del Signore.

Una casa

Roberto Pasolini

Alla fine di questi giorni di Avvento, nei quali ancora una volta ci siamo preparati alla venuta del Signore, veniamo sollecitati dalla liturgia a concludere i preparativi per disporci a gustare la gioia del Natale. L’esperienza di Zaccaria, che resta ammutolito di fronte alla novità di Dio e al fragore delle sue promesse, è, in fondo, quanto doveva accadere anche a noi in questi giorni. L’abitudine della fede ha bisogno sempre di ritrovare lo stupore e l’esultanza per le impossibili opere di Dio, che nell’incarnazione del Verbo rivelano la loro — folle — misura d’amore per noi.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele [...]» (Lc 1,67-68).

Il compito dell’Avvento non era altro che questo: svuotare il nostro spirito da tutti gli accumuli di paura, tristezza e accidia e ricolmarlo della santità di Dio, della sua forza e della sua speranza. Ammutolire il nostro parlare stanco e rassegnato, per farci diventare profeti capaci di annunciare la tenerezza e la misericordia del nostro Dio, secondo la grazia ricevuta in dono nel battesimo.

«[...] e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo [...] salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano» (Lc 1,69.71).

Nella disadorna mangiatoia di Betlemme, questa notte, saremo chiamati a contemplare di nuovo il mistero di questa salvezza potente, con cui Dio ha saputo liberarci dai nemici e dalle mani che avversano il nostro vivere quotidiano. Lo scambio di battute tra il re Davide e il profeta Natan ci offre una prospettiva singolare da cui inquadrare questo dono di salvezza.

Così dice il Signore: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? [...] Il Signore ti annuncia che farà a te una casa» (2Sam 7,5.11).

La smentita di Natan al progetto del re, che voleva costruire una casa al Signore, è l’ultima tessera del puzzle di Avvento. Sebbene la festa del Natale diventi, settimana dopo settimana, una serie di crescenti e frenetici preparativi, per far diventare le nostre case, le nostre mani e i nostri cuori capaci di dono, alla fine bisogna solo fermarsi e contemplare l’iniziativa di un Dio che è venuto a prepararci una casa. L’umanità del Verbo incarnato è la casa dove finalmente noi possiamo imparare a vivere. Ma è anche figura della nostra umanità, la casa da cui possiamo smettere di fuggire. Dalla culla alla croce, i panni della nostra vita non vanno più smessi. Ma indossati con umile e incrollabile fierezza. Come un «trono stabile per sempre» (2Sam 7,16).

Ascoltiamo insieme

Mt 1,18-25


La Parola del 24 dicembre 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e la Parola del 24 dicembre 2024

Solennità del Natale del Signore (Messa del mattino)

Prima Lettura

Il regno di Davide durerà in eterno.

Dal secondo libro di Samuèle
2Sam 7,1-5.8b-12.14a.16
 
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all'intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l'arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va', fa' quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te».
Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va', e di' al mio servo Davide: "Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa.
Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a te, il tuo trono sarà reso stabile per sempre"».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 88 (89)

R. Canterò per sempre l'amore del Signore.

Canterò in eterno l'amore del Signore,
di generazione in generazione
farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà». R.

«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,
ho giurato a Davide, mio servo.
Stabilirò per sempre la tua discendenza,
di generazione in generazione edificherò il tuo trono». R.

«Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
mio Dio e roccia della mia salvezza".
Gli conserverò sempre il mio amore,
la mia alleanza gli sarà fedele». R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna, sole di giustizia:
vieni, illumina chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.

Alleluia.

Il Vangelo del 24 dicembre 2024

Ci visiterà un sole che sorge dall'alto.

la Parola del 24 dicembre 2024

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,67-79
 
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall'alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Parola del Signore.

San Bernardo (1091-1153)

monaco cistercense e dottore della Chiesa

Primo sermone per la vigilia di Natale

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama»

Udite cieli! Terra, ascolta con attenzione! Si meravigli e lodi ogni creatura, soprattutto l'uomo: «Gesù Cristo figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda». (...) Cosa poteva essere annunziato di più dolce a tutta la terra ? (...) Si è mai udita una cosa come questa, forse il mondo ha mai ricevuto qualcosa di simile? «A Betlemme di Giuda nasce Gesù Cristo, figlio di Dio». Poche povere parole per esprimere l'abbassarsi del Verbo, la Parola di Dio fattasi piccola, eppure quanta dolcezza in queste parole! (...) «Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda». Nascita di una santità incomparabile, degna di essere onorata dal mondo, di essere amata dagli uomini per la grandezza del beneficio che reca loro; fonte di meraviglia anche per gli angeli, per la profondità del mistero di una novità senza pari (cfr Ef 3,10). (...) «Gesù Cristo, il Figlio di Dio, nasce in Betlemme di Giuda». Voi che siete nati nella polvere, risvegliatevi e lodate Dio! Ecco il Signore viene con la salvezza, viene l'Unto del Signore, il suo Messia, eccolo venire nella gloria. (...) Felice chi è attratto da lui e «corre a sentire il suo profumo» (Ct 1,4 LXX): vedrà «la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre» (Gv 1,14). Respirate, voi che siete perduti! Gesù viene a salvare ciò che era perduto. Ammalati, riprendete vigore; viene Cristo a risanare i vostri cuori con l'unzione della sua misericordia. Esultate voi, che desiderate cose grandi: viene verso di voi il figlio di Dio per farvi coeredi del suo regno (Rm 8,17). Così ti prego: guariscimi Signore e io sarò guarito, salvami e io sarò salvato (Ger 7,14); glorificami, e sarò glorificato. Sì, «Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome» (Sal 103,1). (...) Il Figlio di Dio si è fatto uomo per rendere gli uomini figli di Dio.

Parole del Santo Padre

Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza. […] Il Signore non dimentica, non dimentica mai. Sì, dimentica soltanto in un caso, quando perdona i peccati. Dopo aver perdonato perde la memoria, non ricorda i peccati. Negli altri casi Dio non dimentica. La sua fedeltà è memoria. La sua fedeltà con il suo popolo. La sua fedeltà con Abramo è memoria delle promesse che aveva fatto. Dio elesse Abramo per fare una strada. […] L’elezione, la promessa e l’alleanza, sono le tre dimensioni della vita di fede, le tre dimensioni della vita cristiana. Ognuno di noi è un eletto, […] il Signore ci ha dato una promessa, adesso ci chiede un’alleanza. Un’alleanza di fedeltà. Gesù dice che Abramo esultò di gioia pensando, vedendo il suo giorno, il giorno della grande fecondità, quel figlio suo – Gesù era figlio di Abramo (cf. Gv. 8,56) - che è venuto a rifare la creazione, è venuto a fare la redenzione dei nostri peccati, a liberarci. (Omelia di Santa Marta, 2 aprile 2020).