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C'era una volta, in una savana colorata, una zebra un po' diversa dalle altre. Mentre tutte le zebre avevano strisce bianche e nere, lei sfoggiava un manto scintillante, con strisce che cambiavano colore come un arcobaleno! Era il rosso vivo del tramonto, il giallo brillante del sole, il verde smeraldo dell'erba fresca, l'azzurro del cielo e il viola intenso delle viole.
Tutti gli animali della savana erano incuriositi da questa zebra così particolare. I leoni la guardavano ammirati, i babbuini la indicavano ridacchiando, e gli uccelli le cantavano canzoni allegre. Ma la zebra arcobaleno, nonostante la sua bellezza, si sentiva un po' sola. Le altre zebre la evitavano, pensando che fosse strana e diversa.
Un giorno, durante una grande siccità, la savana si seccò e gli animali soffrivano la fame e la sete. La zebra arcobaleno, vedendo la sofferenza dei suoi amici, decise di fare qualcosa. Con le sue strisce colorate, creò un arcobaleno che attraversava tutta la savana. L'arcobaleno era così luminoso e brillante che attirò una grande nuvola piena d'acqua.
Cominciò a piovere a dirotto, e la savana si riempì di nuovo di vita. L'erba divenne verde, i fiumi si riempirono d'acqua e gli animali poterono finalmente bere e mangiare. Tutti erano felici e grati alla zebra arcobaleno.
Da quel giorno, la zebra arcobaleno non fu più sola. Tutti gli animali la ammiravano e la rispettavano per la sua gentilezza e il suo coraggio. E lei, finalmente, si sentiva parte di un branco, un branco speciale e colorato come le sue strisce.
Morale della storia:Essere diversi non è un difetto, ma una ricchezza. E a volte, le nostre differenze possono essere la chiave per risolvere i problemi e aiutare gli altri.
Fragilità. La vediamo ovunque intorno a noi. La sperimentiamo noi stessi: nelle nostre relazioni, nei nostri sogni, nel nostro corpo. Eppure, qualcosa è successo oltre duemila anni fa che ha ancora il potere di guarire questa fragilità.
1 Pietro 2:24 dice: "Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti."
Gesù Cristo, il Figlio di Dio senza peccato, ha preso su di Sé il peso dei nostri peccati. Li ha portati sulla croce, donando la Sua vita non a causa delle Sue colpe, ma delle nostre. Questa è l'essenza del Vangelo. Attraverso il Suo sacrificio, ci ha offerto un cammino che ci portasse fuori dall'oscurità e verso la Sua luce, una vita trasformata dalla Sua grazia.
Grazie al sacrificio di Cristo, ci è stata concessa una profonda guarigione dello spirito; una nuova vita che sostituisce i peccati e l'oscurità che ci separano da Dio. Attraverso le Sue ferite, ci viene offerto il perdono e una nuova relazione con Dio, guariti e completi.
Comprendere il Suo sacrificio ci trasforma. Non dobbiamo più vivere nell'oscurità. La fragilità può circondarci, ma non è più dentro di noi. La Sua giustizia ci copre. La Sua guarigione sgorga dentro di noi. La nostra intera vita cambia in risposta al profondo amore e sacrificio che Gesù ci ha mostrato e alla guarigione che solo Lui può offrire.
Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 32 (33)
R. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera. Egli ama la giustizia e il diritto; dell'amore del Signore è piena la terra. R.
Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. R.
L'anima nostra attende il Signore: egli è nostro aiuto e nostro scudo. Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. R.
Seconda Lettura
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell'uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti. (Mc 10,45)
Alleluia.
Il Vangelo del 20 ottobre 2024
Il Figlio dell'uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Parola del Signore.
San Giovanni Crisostomo (ca 345-407)
sacerdote ad Antiochia poi vescovo di Costantinopoli, dottore della Chiesa
"Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita"
Nel desiderare i primi posti, le cariche più alte, e gli onori più elevati, i due fratelli Giacomo e Giovanni volevano, secondo me, avere autorità sugli altri. Perciò Gesù si oppone alla loro pretesa. Mette a nudo i loro pensieri segreti dicendo: "Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti". Cioè: "Se ambite al primo posto e agli onori più grandi, cercate l'ultimo posto, impegnatevi a divenire i più semplici, i più umili e i più piccoli di tutti. Mettetevi dopo gli altri. Tale è la virtù che vi procurerà l'onore a cui aspirate. Ne avete accanto a voi un esempio eclatante, "il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45). Ecco come otterrete gloria e fama. Guardate ciò che mi è successo: non ricerco né onore né gloria, eppure così realizzo un bene infinito." Sappiamo che prima dell'incarnazione di Cristo e del suo abbassamento, tutto era perduto, tutto era corrotto; ma, dopo essersi umiliato, ha tutto risollevato. Ha abolito la maledizione, ha distrutto la morte, ha aperto il paradiso, ha messo a morte il peccato, ha tolto il catenaccio alle porte del cielo per ricondurvi le primizie della nostra umanità. Ha propagato la fede dovunque nel mondo. Ha scacciato l'errore e ha ristabilito la verità. Ha fatto salire su di un trono regale le primizie della nostra natura. Cristo è l'autore di beni infinitamente numerosi, che né la mia parola, né alcun'altra parola umana potrebbe descrivere. Prima del suo abbassamento, era conosciuto soltanto dagli angeli. Ma dal momento che si è umiliato, è stato riconosciuto da tutti gli uomini.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Guardiamo il Signore Crocifisso, immerso fino in fondo nella nostra storia ferita, e scopriamo il modo di fare di Dio. Vediamo che Lui non è rimasto lassù nei cieli, a guardarci dall’alto in basso, ma si è abbassato a lavarci i piedi. Dio è amore e l’amore è umile, non si innalza, ma scende in basso, come la pioggia che cade sulla terra e porta vita. Ma come fare a mettersi nella stessa direzione di Gesù, a passare dall’emergere all’immergerci, dalla mentalità del prestigio, quella mondana, a quella del servizio, quella cristiana? Serve impegno, ma non basta. Da soli è difficile, per non dire impossibile, però abbiamo dentro una forza che ci aiuta. È quella del Battesimo, di quell’immersione in Gesù che tutti noi abbiamo ricevuto per grazia e che ci direziona, ci spinge a seguirlo, a non cercare il nostro interesse ma a metterci al servizio. È una grazia, è un fuoco che lo Spirito ha acceso in noi e che va alimentato. Chiediamo oggi allo Spirito Santo che rinnovi in noi la grazia del Battesimo, l’immersione in Gesù, nel suo modo di essere, per essere più servitori, per essere servi come Lui è stato con noi. (Angelus, 17 ottobre 2021)