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Preghierina del 11 maggio 2024

Leggiamo insiem nostra preghierina del 11 maggio 2024

So davvero cosa cercare?

commento al Vangelo di oggi di Gv 16,23-28, a cura di Valentina Dovico s.a.

Da quando mi stancai di cercare, io imparai a trovare.
Da quando un vento mi avversò la rotta, faccio vela con tutti i mari.

Friedrich Nietzsche

Entro nel testo (Gv 16,23-28)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome.

Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Mi lascio ispirare

«Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà», dice il Signore.
Alcune volte non osiamo chiedere al Signore perché ci sembra che siano piccole cose, che ci siano situazioni più importanti e che non valga la pena disturbarlo.
Altre volte non sappiamo bene cosa chiedere, non riusciamo ad ascoltarci nel profondo oppure ad esprimere, a noi stessi e poi agli altri, ciò di cui abbiamo bisogno.
Altre ancora ci proviamo, ma sembra che il Signore non ci ascolti… eppure lui ha promesso che il Padre ci avrebbe dato ciò che chiediamo.

Ma c’è un particolare: Gesù dice che otterremo ciò che chiederemo nel suo nome, affinché la nostra gioia sia piena. Questo è il grande desiderio del Padre che ci ama. Che la nostra vita e la nostra gioia siano piene. Non si tratta di chiedere qualunque cosa.
Allora forse siamo chiamati a porci sotto il suo sguardo di amore per ascoltarci, cercare con Lui come vivere in pienezza la nostra vita, come cercare, nel nostro quotidiano, di essere riflesso di quel suo amore per noi, accolto nel profondo…

A quel punto potremo rivolgerci al Signore con cuore così disponibile ad accogliere ciò che può darci vita piena da accettare anche risposte che non arrivano nei tempi e nei modi desiderati.

Valentina Dovico s.a.

Messa vespertina nella vigilia dell'Ascensione del Signore

Prima Lettura

Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli
At 1,1-11
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 46 (47)

R. Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra. R.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. R.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. R.

Seconda Lettura

Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,1-13

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo. (Mt 28,19a.20b)

Alleluia.

Vangelo

Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 16,15-20

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore.

Ascoltiamo il Vangelo

Preghierina
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Preghierina del 11 maggio 2024
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La madre

Leggiamo ed ascoltiamo insieme l'intensa poesia "la madre" di Giuseppe Ungaretti

Biografia dell'autore

Giuseppe Ungaretti, nato l'8 febbraio 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani, è stato un poeta, scrittore, traduttore e giornalista italiano, considerato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo.

La sua opera poetica iniziale, influenzata dal simbolismo francese, si distingueva per la brevità e l'essenzialità delle parole, come evidenziato nella sua raccolta "L'Allegria" del 1919. Con il passare degli anni, la sua poesia si evolse verso composizioni più complesse e concettualmente profonde, spesso meditative e incentrate sul destino umano, soprattutto dopo la dolorosa perdita del figlio.

Nella fase finale della sua carriera, le sue poesie riflettevano saggezza, distacco e una certa malinconia legata all'avanzare dell'età. Ungaretti è stato anche associato all'ermetismo, un movimento letterario che enfatizza l'espressione indiretta e altamente simbolica.

Leggiamo insieme

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

Ascoltiamo insieme

Le favole della buonanotte
Le favole della buonanotte
La madre
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Leggi anche:

Una testimonianza di lealtà e impegno

Meditazione di oggi 11 maggio 2024: una testimonianza di lealtà e impegno

Ma Rut rispose: “Non insistere perché io ti lasci, e me ne vada lontano da te; perché dove andrai tu, andrò anch'io e dove starai tu, starò pure io, il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio;

Rut 1,16

Rut e Naomi, due donne legate dal dolore e da una storia condivisa di lutto, stavano insieme presso i campi bruciati dal sole di Moab. La carestia e la morte avevano colpito le loro famiglie, e Naomi aveva scelto di tornare nella sua terra natale, Giuda.

Rut, una giovane vedova moabita, aveva davanti a sé due strade: l'una, rimanere nel conforto familiare del suo paese d'origine, e l'altra, intraprendere un viaggio incerto nella terra sconosciuta di Giuda. In Moab, il popolo non serviva il Dio di Giuda, il Dio servito da Naomi, e il Dio che serviamo noi oggi.

La suocera di Rut, Naomi, la supplicò di farsi una nuova vita tra i Moabiti, dove sarebbe stata accolta e accettata, ma non avrebbe adorato Dio. Rut invece abbracciò la suocera. "Dove starai tu, io pure starò", disse Rut, "il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch'io e là sarò sepolta."

Ognuno di noi dovrà affrontare scelte che richiedono un impegno oltre l'ordinario. La domanda è chiara: quali princìpi guideranno le tue decisioni? Il viaggio di Rut ci incoraggia a dichiarare con coraggio la nostra fedeltà, non solo a parole ma con azioni deliberate che plasmano la nostra vita e onorano Dio.

Che cosa significherebbe per te abbracciare una vita segnata da un impegno costante a seguire le vie di Dio? Tutti lasceremo un'eredità a coloro che verranno dopo di noi. La tua sarà una testimonianza di lealtà verso Dio?

La Parola del 11 maggio 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 11 maggio 2024

Sabato della VI settimana di Pasqua

Prima Lettura

Apollo dimostrava attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.

Dagli Atti degli Apostoli
At 18,23-28

Trascorso ad Antiòchia un po' di tempo, Paolo partì: percorreva di seguito la regione della Galàzia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.
Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture. Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.

Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
Poiché egli desiderava passare in Acàia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto là, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti. Confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 46 (47)

R. Dio è re di tutta la terra.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra. R.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. R.

I capi dei popoli si sono raccolti
come il popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:
egli è eccelso. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo;
ora lascio il mondo e vado al Padre. (Cf. Gv 16,28)

Alleluia.

Il Vangelo del 11 maggio 2024

Il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 16,23b-28

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.

Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l'ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio.
Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 11 maggio 2024
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Sant'Ippolito di Roma (?-ca 235)

sacerdote e martire

Rifiuto di tutte le eresie, libro 10,33-34; PG 16/3, 3452-3453 (trad. cb© evangelizo)

Se lo imiti, gli rassomiglierai

Quando conoscerai Dio come egli è, avrai un corpo immortale e incorruttibile come l'anima e avrai raggiunto il Regno dei cieli. Poiché durante la vita terrena hai riconosciuto il re celeste, sarai della famiglia di Dio e coerede con Cristo, non più schiavo delle tentazioni, passioni e malattie, poiché sarai diventato Dio. Le sofferenze che avrai passato in quanto uomo Dio te le ha date perché sei uomo; ma tutto quanto appartiene a Dio, lui promette di accordartelo quando sarai divinizzato e divenuto immortale. ""Conosci te stesso" riconoscendo Dio che ti ha fatto.

Conviene a colui che Dio chiama di riconoscerlo e di essere da lui riconosciuto. (...) "Cristo è sopra ogni cosa" (Rm 9,5) e ha ordinato che il peccato degli uomini sia lavato, per ricreare nuovo l'uomo vecchio che aveva chiamato sua immagine fin dall'inizio, e provarti così la sua tenerezza. Se obbedisci ai comandamenti e se, per tua bontà, imiti colui che è buono, gli rassomiglierai e ti onorerà; poiché Dio non è nell'indigenza, ti farà Dio per la sua gloria.

PAROLE DEL SANTO PADRE

«Lui prega per noi davanti al Padre. A me è sempre piaciuto questo: Gesù nella sua Resurrezione ha avuto un corpo bellissimo. Le piaghe della flagellazione, delle spine, sono sparite, tutte. I lividi dei colpi sono spariti. Ma Lui ha voluto avere sempre le piaghe. E le piaghe sono precisamente la Sua preghiera per intercessione al Padre. Guarda, costui ti chiede nel mio nome, guarda.

Questa è la novità che Gesù ci dice. Ci dice questa novità: avere fiducia nella Sua Passione, avere fiducia nella Sua vittoria sulla morte, avere fiducia nelle Sue piaghe. Lui è sacerdote di questo sacrificio, delle Sue piaghe. E questo ci dà fiducia, ci dà il coraggio di pregare. La preghiera verso il padre in nome di Gesù ci fa uscire da noi stessi. La preghiera che ci annoia è sempre dentro noi stessi, è come un pensiero che va e viene.

Ma la vera preghiera, uscire da noi stessi verso il Padre in nome di Gesù, è un Esodo da noi stessi. Se noi non riusciamo a uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso, verso l’ammalato, l’ignorante, il povero, lo sfruttato, se noi non riusciamo a fare questa uscita da noi stessi verso quelle piaghe non impareremo mai la libertà che ci porta nell’altra uscita da noi stessi verso le piaghe di Gesù. Ci sono due uscite da noi stessi: una verso le piaghe di Gesù, l’altra verso le piaghe dei nostri fratelli e sorelle. E questa è la strada che Gesù vuole nella nostra preghiera. (Omelia Santa Marta, 11 maggio 2013)