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Preghierina del 28 aprile 2024

Leggiamo ed ascoltiamo la nostra preghierina del 28 aprile 2024

Tutti noi abbiamo ricevuto un dono grande, quello di essere figli di Dio amati, e siamo chiamati a realizzare il sogno del Signore: testimoniare e vivere la sua gioia. Non c’è cosa più bella. https://vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/april/documents/20240428-venezia-giovani.html

Papa Francesco via X

Entro nel testo (Gv 15,1-8)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Mi lascio ispirare

È bello vedere come Gesù trova sempre il modo più semplice e pratico per farsi capire dai discepoli. Qui lo fa con l’immagine della vite e dei tralci. La potatura è una pratica importante e fondamentale per la salute della pianta affinché essa possa continuare a garantire la produzione di frutti buoni, con il giusto grado zuccherino. E il popolo questo lo sapeva bene.

Ma cosa vuole trasmetterci Gesù? È la Relazione. Il rimanere insieme a qualcuno implica che prima ci sia una relazione profonda e curata. Lo “stare” e il “giocarsi fino in fondo” permettono di entrare in relazione l’uno con l’altro. La relazione con Gesù rientra esattamente in questi schemi. Quanto ci sentiamo bene e pieni in una relazione come questa? E Gesù ci spiega il perché. In questa relazione c’è passaggio di linfa vitale che da Lui, che è la vita, passa a noi per portare i frutti. Esattamente come la vite.

Non è il fusto della vite che porta frutto, ma i suoi tralci. Come il fusto è fondamentale per i suoi tralci, per la linfa, anche i tralci lo sono per il fusto, per i suoi frutti.
In questa relazione si sta quindi in due e non è unidirezionale, come una strada a senso unico.
In questa relazione c’è tutto ciò di cui ciascuno di noi ha bisogno e Gesù lo sa. I frutti che ci vengono chiesti si sviluppano con il tempo, con la giusta cura del rapporto con Lui, fidandoci e affidandoci.

Chiediamo quindi al Signore quella Linfa che ci nutre per portare frutti buoni, con il giusto grado zuccherino.

Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita. #Venezia https://vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/april/documents/20240428-venezia-detenute.html

Papa Francesco via X

Vanessa D'Urbano

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commento al Vangelo del 28 aprile 2024 di Padre Gaetano Piccolo SJ

Preghiamo insieme

In cosa consiste vivere bene

Meditazione di oggi domenica 28 aprile 2024: In cosa consiste vivere bene

Se sei un buon atleta, ciò si vede ogni volta che gareggi. Se sei un cuoco fantastico, la verità viene fuori in cucina. Se hai una mente brillante, non puoi fare altro che risolvere problemi. Se hai una voce stupenda, tale talento non può rimanere nascosto.

Noi possiamo presentarci in un certo modo, ma chi siamo veramente uscirà comunque fuori. Ecco perché Giacomo incoraggia i cristiani a dimostrare chi sono tramite il modo in cui vivono. Dimostrare qualcosa significa semplicemente mostrare ciò che è vero.

Affermi di credere in Dio? Dimostralo cominciando la tua giornata con un'autentica fiducia in Lui.

Affermi di amare il tuo prossimo? Mostralo facendo di tutto per notare, servire e onorare le persone intorno a te.

Ti definisci un seguace di Gesù? Provalo vivendo una vita che rifletta il Suo cuore. Questo non significa che dovrai essere perfetto, ma significa che, persino quando sbagli, cercherai comunque di rimediare. E non perché devi guadagnarti il favore o l'amore di Dio, ma perché le tue azioni rivelano cosa succede dentro di te. Come ha detto Gesù in Luca 6:45: “… dall'abbondanza del cuore parla la sua bocca”.

Quindi come possiamo vivere una vita onorevole? Compiendo buone opere con l'umiltà che proviene dalla saggezza. Non la saggezza del mondo, ma quella divina. Quando restiamo vicini a Dio, che ha creato la saggezza, Egli ci trasforma da dentro a fuori.

In cosa consiste vivere bene

Così, se sostieni di essere saggio e di conoscere le vie di Dio, dimostralo con il tuo modo di vivere. E, se sorgeranno delle domande, vai da Colui che ha le risposte. Anche nel giorno più buio, confida nel fatto che Dio è al tuo fianco.

Chiediti oggi: “I miei pensieri coincidono con quello che le persone vedono all'esterno?” Poi chiedi a Dio: “Mostrami come fare quello che Tu mi hai chiamato a fare, e a essere chi Tu mi hai chiamato a essere”.

La Parola del 28 aprile 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 28 aprile 2024

V Domenica di Pasqua

Prima Lettura

Bàrnaba raccontò agli apostoli come durante il viaggio Paolo aveva visto il Signore.

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.

Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva in Gerusalemme, predicando apertamente nel nome del Signore.

Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso.

La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 21 (22)

R. A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea.

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati,
loderanno il Signore quanti lo cercano;
il vostro cuore viva per sempre! R.

Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
davanti a te si prostreranno
tutte le famiglie dei popoli. R.

A lui solo si prostreranno
quanti dormono sotto terra,
davanti a lui si curveranno
quanti discendono nella polvere. R.

Ma io vivrò per lui,
lo servirà la mia discendenza.
Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
annunceranno la sua giustizia;
al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l'opera del Signore!». R.

Seconda Lettura

Questo è il suo comandamento: che crediamo e amiamo.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 3,18-24

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa.

Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.

Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto. (Gv 15,4a.5b)

Alleluia.

Il Vangelo del 28 aprile 2024

Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.

Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
La Parola del 28 aprile 2024
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Beato Columba Marmion (1858-1923)

abate

Cristo modello e sorgente della santità sacerdotale (trad. cb© evangelizo)

"Io sono la vite, voi i tralci" (Gv 15,5)

Gesù stesso ha voluto spiegarci con un paragone la fede nella sua azione santificante. "Io sono la vite, dice, voi i tralci". (Gv 15,5). I tralci vivono, ma non traggono da se stessi la linfa che li feconda. In continuazione traggono la vita dalla linfa che viene dal tronco.

Trasformata altrove, essa dà loro la vita. Così accade ai membri di Cristo: buone azioni, pratica delle virtù, progressi spirituali, santità appartengono a loro, certamente; ma è la linfa della grazia che viene da Cristo che opera in loro quelle meraviglie: "Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me" (Gv 15,4). In Gesù Cristo tutto diffonde la vita: le sue parole, azioni, stati.

Tutti i suoi misteri, quelli dell'infanzia come quelli della morte, risurrezione e gloria, possiedono una potenza sempre efficace di santificazione. In lui il passato non è abolito (Cfr. Rm 6,9; Eb 13,6). Senza sosta egli dà a noi la vita soprannaturale. Ma la nostra mancanza d'attenzione o di fede paralizza troppo spesso la sua azione nelle anime. Per noi, vivere la vita divina è possedere la grazia santificante e far discendere da Cristo, con intenzione di fede e amore, pensieri, affetti, ogni nostra azione.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Gesù insiste sul verbo “rimanere”. Lo ripete ben sette volte nel brano evangelico odierno. Prima di lasciare questo mondo e andare al Padre, Gesù vuole rassicurare i suoi discepoli che possono continuare ad essere uniti a Lui. Dice: «Rimanete in me e io in voi» (v. 4).

Questo rimanere non è un rimanere passivo, un “addormentarsi” nel Signore, lasciandosi cullare dalla vita. No, non è questo. Il rimanere in Lui, il rimanere in Gesù che Lui ci propone è un rimanere attivo, e anche reciproco.

Perché? Perché i tralci senza la vite non possono fare nulla, hanno bisogno della linfa per crescere e per dare frutto; ma anche la vite ha bisogno dei tralci, perché i frutti non spuntano sul tronco dell’albero. È un bisogno reciproco, è un rimanere reciproco per dare frutto. Noi rimaniamo in Gesù e Gesù rimane in noi. […]

Dopo che Gesù è salito al Padre, è compito dei discepoli – è compito nostro – continuare ad annunciare il Vangelo, con la parola e con le opere. E i discepoli – noi, discepoli di Gesù – lo fanno testimoniando il suo amore: il frutto da portare è l’amore.

Attaccati a Cristo, riceviamo i doni dello Spirito Santo, e così possiamo fare del bene al prossimo, fare del bene alla società, alla Chiesa. Dai frutti si riconosce l’albero. Una vita veramente cristiana dà testimonianza a Cristo. (Regina Caeli, 2 maggio 2021)