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Clara e i suoi libri

Leggi e ascolta la fiaba di "Clara e i suoi libri"

Curiosando

I libri sono una finestra sul mondo, offrendo una via di fuga, un'istruzione e un'infinita fonte di ispirazione. Le librerie, con i loro scaffali pieni di storie e conoscenze, sono luoghi magici dove si può viaggiare senza muoversi da un posto.

Ogni libro ha il potere di trasportare il lettore in un'altra epoca, un altro luogo, o in un mondo completamente diverso, semplicemente attraverso il potere delle parole. Le librerie, d'altra parte, non sono solo depositi di libri; sono centri culturali, spazi di incontro per gli amanti della lettura, e spesso fungono da palcoscenico per eventi letterari e discussioni. In Italia, la tradizione delle librerie è particolarmente ricca, con molte librerie storiche che hanno servito generazioni di lettori.

Le librerie indipendenti, in particolare, sono note per la loro atmosfera accogliente e per la cura con cui selezionano i titoli. Spesso gestite da appassionati di libri, queste librerie offrono una selezione curata che riflette la personalità e le preferenze della comunità locale. Inoltre, molte librerie indipendenti ospitano club del libro, incontri con gli autori e altri eventi che arricchiscono l'esperienza di lettura.

Con l'avvento del commercio elettronico, le librerie hanno dovuto adattarsi, e molte ora offrono anche vendite online. Questo ha permesso alle librerie di raggiungere un pubblico più ampio e di offrire una maggiore varietà di titoli. Tuttavia, nonostante la convenienza degli e-book e degli acquisti online, molte persone continuano a preferire l'esperienza tangibile di sfogliare i libri in una libreria fisica.

La letteratura italiana offre una vasta gamma di opere, dai classici come Dante e Boccaccio ai moderni bestseller. Autori contemporanei come Elena Ferrante e Umberto Eco hanno raggiunto un pubblico globale, dimostrando che i libri possono superare le barriere culturali e linguistiche. Le librerie italiane spesso riflettono questa diversità, offrendo una miscela di letteratura classica e contemporanea, sia nazionale che internazionale.

In conclusione, i libri e le librerie rimangono pilastri fondamentali della cultura e dell'educazione. Nonostante le sfide poste dal digitale, la loro importanza e il loro fascino non sono diminuiti. Anzi, in un'epoca di sovraccarico di informazioni, la capacità dei libri di fornire approfondimenti e la serenità delle librerie come spazi per la riflessione sono più preziosi che mai.

Leggiamo insieme

C'era una volta, in un piccolo paesino avvolto dalla nebbia delle montagne, una bambina di nome Clara che amava leggere più di ogni altra cosa al mondo. La sua casa era piena di libri di ogni genere: fiabe, romanzi d'avventura, enciclopedie piene di meraviglie e misteri. Clara leggeva sempre, ovunque: sotto l'ombra di un albero, accanto al camino, sotto le coperte con una torcia di notte.

Un giorno, mentre esplorava la soffitta polverosa, trovò un libro antico con la copertina di cuoio e le pagine ingiallite dal tempo. Era un libro magico, diverso da tutti gli altri che aveva letto. Il titolo era "I Segreti dell'Universo". Clara, con il cuore che batteva forte, aprì il libro e iniziò a leggere. Non appena pronunciò le prime parole, una luce brillante la avvolse e si ritrovò trasportata in un mondo fantastico, un luogo dove le storie dei libri prendevano vita.

In questo mondo incantato, Clara incontrò personaggi straordinari: una principessa coraggiosa che combatteva draghi, un gatto parlante che conosceva i segreti delle stelle, e un albero saggio che raccontava storie antiche come il tempo. Clara imparò da loro lezioni preziose di coraggio, amicizia e conoscenza.

Ogni libro che apriva la portava in una nuova avventura, e ogni storia le insegnava qualcosa di nuovo su se stessa e sul mondo intorno a lei. Clara divenne amica di molti personaggi dei libri e insieme affrontarono sfide, risolsero enigmi e scoprirono tesori nascosti.

Alla fine delle sue avventure, Clara tornò nel suo mondo, portando con sé la saggezza e la magia che aveva trovato nei libri. E visse per sempre felice e contenta, con la certezza che ogni volta che avrebbe aperto un libro, avrebbe iniziato una nuova, incredibile avventura.

E così, cari lettori, la storia di Clara ci insegna che i libri sono porte magiche che ci portano in mondi sconosciuti e meravigliosi, e che la lettura è un viaggio che non finisce mai.

Ascoltiamo insieme

Le favole della buonanotte
Le favole della buonanotte
Clara e i suoi libri
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Fede di fronte al fuoco

Meditazione di oggi: Fede di fronte al fuoco

Fede di Fronte al Fuoco

Fin dall'inizio, Satana ha cercato di tentare l'umanità per allontanarla da Dio. Lavora duramente per impedire alle persone di conoscere la verità su Dio (2 Corinzi 4:4). Anche dopo che una persona miracolosamente arriva ad avere fede in Gesù, la sua battaglia continua.

Hai un nemico spirituale che cerca di screditarti e limitarti. Arma i suoi dardi verso di te: mezze verità e menzogne che scoraggiano e distraggono, accusano e attaccano. Sussurra accuse su quando hai sbagliato e non sei stato all'altezza. Dice mezze verità: cose che sembrano ragionevoli ma seminano dubbio circa le promesse di Dio. Ci dice che non siamo desiderati, non siamo perdonati e non apparteniamo a Dio. C'è una ragione per cui Paolo dice che le sue frecce sono "infuocate", che bruciano.

Ma così come siamo stati inizialmente salvati dalla fede in Gesù, dobbiamo continuare in questa fede proteggendoci con ciò che l'apostolo Paolo chiama "lo scudo della fede". Questo vuol dire difenderci ripetutamente, scegliendo di fidarci di ciò che Dio dice su di Sé e su noi stessi, piuttosto che credere alle bugie del nemico.

Alzare lo scudo difensivo della fede è la migliore e unica difesa contro gli attacchi del maligno. Freccia dopo freccia e bugia dopo bugia, identifichiamo queste bugie, e scegliamo di fidarci invece della verità di Dio.

Quando il nemico cerca di farti provare vergogna, ricorda 1 Giovanni 1:9: “Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci …”

Se cerca di attirare la tua attenzione sull'ambizione, sull'orgoglio o sulla lussuria, ricorda come Gesù lo ha combattuto nel deserto (Matteo 4:4).

Il dito nella piaga!

Il dito nella piaga! La fatica di lasciare le ferite

Commento al Vangelo del 7 aprile 2024

Seconda domenica di Pasqua – anno B

Vedeva e toccava l’uomo, ma confessava Dio che non vedeva né toccava.
Attraverso ciò che vedeva e toccava, rimosso ormai ogni dubbio,
credette in ciò che non vedeva

Sant’AgostinoOmelia 121, 5

Chiusi dentro

La paura blocca spesso il nostro cammino. Quando siamo feriti e delusi, facciamo fatica a vedere un segno di speranza. Ci chiudiamo dentro, quasi per evitare che il dolore possa entrare di nuovo nella nostra vita.

I racconti di risurrezione non ci presentano dei discepoli intraprendenti e audaci, capaci di riconoscere immediatamente la presenza di Gesù e di annunciarlo. Anzi, descrivono dei discepoli che hanno bisogno di fare un cammino, hanno bisogno di essere incoraggiati. Solo piano piano apriranno le porte del cuore.

Le porte

Le porte infatti sono protagoniste in questo racconto del Vangelo di Giovanni. Sono le porte del cenacolo, del luogo cioè in cui i discepoli hanno vissuto con Gesù, hanno mangiato con lui, hanno ascoltato le sue parole. Eppure, benché sia la sera del giorno della risurrezione, benché i discepoli abbiano ascoltato l’annuncio di chi ha trovato il sepolcro vuoto, le porte del cenacolo sono chiuse per paura.

Gesù non si rassegna però davanti alle porte chiuse del nostro cuore. Le attraversa. Va al di là del nostro dolore e si mette in mezzo, riprende il suo posto e dona pace al cuore. Solo chi ha incontrato il Risorto sente il desiderio di annunciare il perdono.

Chi è triste, arrabbiato, chi condanna e giudica, chi non lascia spazio alla misericordia, probabilmente ha ancora il cuore chiuso.

Le ferite

A volte pensiamo che si tratti semplicemente di buttarsi il passato alle spalle, come se quello che abbiamo vissuto fosse stato inutile.

Eppure Gesù si fa riconoscere attraverso le sue ferite, non si vergogna di mostrare i segni delle offese e degli oltraggi. Il suo dolore parla. Le ferite non sono mai inutili, sono il segno di come abbiamo amato. Dentro quelle ferite, ognuno di noi si riconosce amato.

Solo chi non si è giocato, solo chi si è chiuso dentro, non è segnato dalle ferite della vita, ma non sa neppure cosa voglia dire amare.

Un cammino

È un cammino e facciamo fatica a percorrerlo. Non è così facile aprire le porte del cuore alla speranza, non è così immediato fare spazio a Gesù nella propria vita. Otto giorni dopo, infatti, le porte del cenacolo sono ancora chiuse. C’è una comunità spaventata, che dice di aver incontrato il Signore, eppure è ancora una comunità chiusa in se stessa, una comunità che non mostra ancora i segni della gioia. Non è tutta colpa di Tommaso, se le parole che raccontano quell’incontro, non riescono a persuaderlo. Sono parole, ma non ci sono i fatti.

Come tutti noi, anche Tommaso ha bisogno di fare un cammino per arrivare a credere. Tommaso è proprio come noi. È chiamato infatti Didimo, che vuol dire sia doppio che gemello. È doppio perché un po’ crede e un po’ non crede, un po’ si allontana dalla comunità, un po’ ritorna. E proprio per questo è nostro gemello, ci somiglia, in lui possiamo rivedere le dinamiche della nostra vita.

Anche noi spesso rimaniamo legati alle ferite, vogliamo mettere il dito nella piaga, quasi per compiacerci e sentire il nostro dolore. Le ferite ci sono, ma vanno riconosciute e superate. Dalla ferita nasce la vita. Dal fianco di Cristo nasce la Chiesa. Tommaso è chiamato a guardare il frutto delle ferite e non le ferite in sé. Non si può passare la vita a lamentarsi delle ferite, bisogna contemplare ciò che le ferite hanno generato. Solo così il dolore si scioglie e diventiamo credenti capaci di annunciare che Gesù è vivo in mezzo a noi. Busseremo allora alle porte dei cuori affinché la gioia possa entrare!

Leggersi dentro

  • Se il Cenacolo fosse un’immagine del tuo cuore, in che condizioni sarebbero le sue porte?
  • A che punto è il tuo cammino di fede in Gesù?
Il Vangelo del giorno
Il Vangelo del giorno
Il dito nella piaga!
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La Parola del 5 aprile 2024

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 5 aprile 2024

Venerdì fra l'Ottava di Pasqua

Prima Lettura

In nessun altro c'è salvezza.

Dagli Atti degli Apostoli
At 4,1-12

In quei giorni, Pietro e Giovanni stavano parlando al popolo, [dopo la guarigione dello storpio,] quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducèi, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.

Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Càifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti.

Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?».

Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.

Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 117 (118)

R. La pietra scartata dai costruttori 
è divenuta la pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele: «Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». R.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! R.

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina. R.

SEQUENZA
[Facoltativa]

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo.  (Sal 117,24)

Alleluia, alleluia.

Il Vangelo del 5 aprile 2024

Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21,1-14

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare».

Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare».

E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Parola del Signore.

San Massimo di Torino (? - ca 420)

vescovo

Discorsi, 53, 1-4 (trad. cb© evangelizo)

«Quando già era l'alba, Gesù si presentò sulla riva»

"Questo giorno fatto dal Signore", (Sal 118, 24) penetra in tutto; contiene tutto, abbraccia tutto, cielo, terra e inferi ! (...) Cos'è poi questo giorno del cielo se non Cristo, del quale dice il profeta: "Il giorno al giorno ne affida il messaggio" (Sal 19, 3)?

Questo giorno è il Figlio, su cui il Padre, che è il giorno senza principio, fa splendere il sole della sua divinità. Dirò anzi che egli stesso è quel giorno che ha parlato per mezzo di Salomone: "Farò ancora splendere la dottrina come l'aurora, la farò brillare molto lontano" (Si 24,32).

(...) Così la luce di Cristo brilla per sempre, irradia, e le tenebre, del peccato non possono spegnerla. "La luce brilla nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno sopraffatta" (Gv 1, 5). Alla risurrezione di Cristo, tutti gli elementi sono glorificati; sono certo che quel giorno il sole abbia brillato di uno splendore più vivo. Non doveva forse entrare nella gioia della risurrezione, lui che si era rattristato per la morte di Cristo (Mt 27, 45)?

(...) Da servo fedele, si era oscurato per accompagnare Cristo nella tomba; oggi deve risplendere per salutare la sua risurrezione. (...) Pertanto, fratelli, tutti dobbiamo rallegrarci in questo santo giorno. Nessuno deve sottrarsi alla letizia comune a motivo dei peccati che ancora gravano sulla sua coscienza. Nessuno, anche se peccatore, in questo giorno deve disperare del perdono.

Abbiamo infatti un indizio non piccolo: Se il Signore, sulla croce, ha perdonato al ladro, di quali beni noi non saremo colmati dalla gloria della sua risurrezione?

PAROLE DEL SANTO PADRE

I discepoli si fidarono di Gesù e il risultato fu una pesca incredibilmente abbondante. A questo punto Giovanni si rivolge a Pietro e dice: «È il Signore!» (v. 7).

E subito Pietro si tuffa in acqua e nuota verso la riva, verso Gesù. In quella esclamazione: “E’ il Signore!”, c’è tutto l’entusiasmo della fede pasquale, piena di gioia e di stupore, che contrasta fortemente con lo smarrimento, lo sconforto, il senso di impotenza che si erano accumulati nell’animo dei discepoli.

La presenza di Gesù risorto trasforma ogni cosa: il buio è vinto dalla luce, il lavoro inutile diventa nuovamente fruttuoso e promettente, il senso di stanchezza e di abbandono lascia il posto a un nuovo slancio e alla certezza che Lui è con noi.

Da allora, questi stessi sentimenti animano la Chiesa, la Comunità del Risorto. Tutti noi siamo la comunità del Risorto! Se a uno sguardo superficiale può sembrare a volte che le tenebre del male e la fatica del vivere quotidiano abbiano il sopravvento, la Chiesa sa con certezza che su quanti seguono il Signore Gesù risplende ormai intramontabile la luce della Pasqua.

Il grande annuncio della Risurrezione infonde nei cuori dei credenti un’intima gioia e una speranza invincibile. Cristo è veramente risorto! (Regina Caeli, 10 aprile 2016)

Ascoltiamo insieme

Il Vangelo del giorno
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