Dona

Preghierina del 4 novembre 2023

Leggi e ascolta la preghierina del 4 novembre 2023

Testa a testa con Dio, testacoda con l’io

commento al Vangelo di oggi di Lc 14,1.7-11

Ma la verità, uguali a metà.
Sono solamente un bambino che chiamerai papà ed è la prima volta anche per me che vedo te prima di ogni cosa.

Fedez
Preghierina del 4 novembre 2023

Entro nel testo (Lc 14,1.7-11)

Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.

Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto.

Invece quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti.

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.

Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Mi lascio ispirare

La persona più popolare del momento è invitata a mangiare a casa del capo di coloro che la invidiano; tutti gli occhi naturalmente sono puntati su questa persona ed egli ricambia lo sguardo e comincia a parlare di posti importanti e meno importanti, di onore e di umiltà, di stare al proprio posto.

E lui, dove si sarà seduto? Ai primi posti per essere poi umiliato o agli ultimi coi peccatori, per uscirne esaltato in croce?

Il mistero dell’Amore si svela oggi nell’uomo che con la sua stessa vita dimostra di poter essere pienamente se stesso senza paura del giudizio e al contempo nel Dio della presenza che sa occupare anche l’ultimo posto della nostra vita senza il timore di non essere riconosciuto.

Egli, che è lo sposo in borghese che vuole gli invitati belli quanto lui per poter far festa assieme, ma anche l’uomo della croce che per amor nostro ha occupato il primo posto offrendo la salvezza e caricandosi del peso della condanna.

Mounira Abdelhamid Serra

Rifletto sulle domande

Cosa è per me la dignità?

Quando ho temuto di essere me stesso?

Quale posto occupa Dio nella mia vita e quale posto occupo io?


Preghiere per il mese di novembre

Preghierina del 4 novembre 2023

4 novembre - San Carlo Borromeo


Nato nel 1538 nella Rocca dei Borromeo, sul Lago Maggiore, era il secondo figlio del
Conte Giberto e quindi, secondo l'uso delle famiglie nobiliari, fu tonsurato a 12 anni.


Studente brillante a Pavia, venne poi chiamato a Roma, dove venne creato cardinale a
22 anni.

Fondò a Roma un'Accademia secondo l'uso del tempo, detta delle «Notti
Vaticane».

Inviato al Concilio di Trento, nel 1563 fu consacrato vescovo e inviato sulla
Cattedra di sant'Ambrogio di Milano, una diocesi vastissima che si estendeva su terre
lombarde, venete, genovesi e svizzere.

Un territorio che il giovane vescovo visitò in ogni angolo, preoccupato della formazione del clero e delle condizioni dei fedeli, preoccupandosi con somma carità che non vi si attecchisse l'eresia protestante.

Fondò seminari, edificò ospedali e ospizi. Utilizzò le ricchezze di famiglia in favore dei poveri.


Impose ordine all'interno delle strutture ecclesiastiche, difendendole dalle ingerenze
dei potenti locali.

Un'opera per la quale fu obiettivo di un fallito attentato.

Durante la peste del 1576 assistette personalmente i malati.

Appoggiò la nascita di istituti e fondazioni e si dedicò con tutte le forze al ministero episcopale guidato dal suo motto: «Humilitas», promosse la sana devozione del santo Rosario e dell'adorazione al
Crocefisso del Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, per combattere le eresie del suo
tempo.

Morì a 46 anni, consumato dalla malattia il 3 novembre 1584.

"Le anime – diceva San Carlo Borromeo - si conquistano con le ginocchia".

Si conquistano cioè con la preghiera, e preghiera umile.

Con questa somma carità e amore alla Verità, fu uno dei maggiori conquistatori di anime di tutti i tempi.

Preghiera a San Carlo

O Gloriosissimo San Carlo, modello per tutti di fede, di umiltà, di purità, di
costanza nel patire, di ogni più eletta virtù, Voi che arricchito dall'Altissimo dei doni
più eccelsi, tutti li impiegaste nel promuovere la gloria di Dio e la salvezza delle anime
fino a restar vittima del vostro zelo, impetrateci dal Signore, vi supplichiamo, la grazia
di essere vostri imitatori, come voi lo foste di Gesù Cristo. Otteneteci ancora, vi
preghiamo, lo spirito di sacrificio, lo zelo indefesso per il bene dei nostri fratelli, la
fedeltà a Dio, l'amore alla Chiesa, la rassegnazione nelle avversità e la perseveranza
nel bene. E voi, Dio delle misericordie, e Padre di ogni consolazione, che vedete i mali
onde è afflitta la cristiana famiglia, deh ! muovetevi a pietà di noi, soccorreteci e
salvateci. Non guardate, no, ai meriti che non abbiamo, ma a quelli del vostro servo e
nostro protettore San Carlo. Esaudite le sue preghiere a favor nostro, ora che trionfa
nei Cieli, come esaudivate quelle che vi innalzava pel suo popolo quaggiù sulla terra.
Così sia. 1Pater, Ave e Gloria…

Giorno di unità nazionale

Leggi e ascolta l'interessante articolo sul giorno di unità nazionale

Leggiamo insieme ed impariamo

Ciao a tutti, oggi voglio parlarvi del giorno dell'unità nazionale, una festa che celebra la fine della prima guerra mondiale e l'unificazione dell'Italia. Ma non voglio annoiarvi con la storia, voglio divertirvi con alcune curiosità e aneddoti su questa ricorrenza.

Sapete perché il giorno dell'unità nazionale si festeggia il 4 novembre e non il 17 marzo, data della proclamazione del Regno d'Italia nel 1861?

giorno di unità nazionale

Perché il 4 novembre 1918 fu firmato l'armistizio di Villa Giusti, che pose fine alle ostilità tra l'Italia e gli Imperi Centrali. Ma non tutti erano contenti di questa pace: il generale Armando Diaz, comandante supremo dell'esercito italiano, voleva continuare la guerra fino a raggiungere Vienna e annettere il Trentino-Alto Adige, il Friuli-Venezia Giulia e la Dalmazia. Per fortuna, il re Vittorio Emanuele III e il primo ministro Vittorio Orlando lo convinsero a desistere, altrimenti avremmo avuto una guerra civile tra italiani!

Un'altra curiosità riguarda il simbolo del giorno dell'unità nazionale: la fiaccola. Sapete da dove viene? Dalla tomba del Milite Ignoto, ovvero il soldato sconosciuto che rappresenta tutti i caduti della prima guerra mondiale. La tomba si trova all'Altare della Patria, a Roma, ed è sempre sorvegliata da due soldati in alta uniforme. La fiaccola fu accesa per la prima volta il 4 novembre 1921, in occasione della traslazione del Milite Ignoto dal cimitero di Aquileia al Vittoriano. Da allora, la fiaccola non si è mai spenta, nemmeno durante la seconda guerra mondiale, quando fu protetta da una corazza di acciaio.

Infine, vi racconto un aneddoto divertente su come si festeggia il giorno dell'unità nazionale in alcune città italiane.

A Trieste, per esempio, si svolge una tradizionale regata di barche a vela sul golfo, che richiama migliaia di spettatori.

A Torino, invece, si organizza una maratona podistica che parte dalla piazza del Castello e arriva al parco del Valentino.

A Napoli, invece, si fa una cosa molto originale: si mangia la pizza! Sì, avete capito bene: la pizza è considerata un simbolo dell'unità nazionale, perché fu inventata nel 1889 in onore della regina Margherita di Savoia, la prima regina d'Italia. La pizza Margherita ha infatti i colori della bandiera italiana: il rosso del pomodoro, il bianco della mozzarella e il verde del basilico.

E voi, come festeggiate il giorno dell'unità nazionale? Fatemi sapere nei commenti! Ciao ciao!

la pizza arcobaleno di Eugenio
la pizza arcobaleno di Eugenio

Ascoltiamo insieme

Podcast Favole
Le favole della buonanotte
Giorno di unità nazionale
Loading
/

La Parola del 4 novembre 2023

Leggi e ascolta il Vangelo e La Parola del 4 novembre 2023

Sabato della XXX settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Prima Lettura

Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 11,1-2a.11-12.25-29

Fratelli, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch'io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino.

Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio.

Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità!

Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'ostinazione di una parte d'Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti.

Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:
«Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà l'empietà da Giacobbe.
Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati».

Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 93 (94)

R. Il Signore non respinge il suo popolo.

Beato l'uomo che tu castighi, Signore,
e a cui insegni la tua legge,
per dargli riposo nei giorni di sventura. R.

Poiché il Signore non respinge il suo popolo
e non abbandona la sua eredità,
il giudizio ritornerà a essere giusto
e lo seguiranno tutti i retti di cuore. R.

Se il Signore non fosse stato il mio aiuto,
in breve avrei abitato nel regno del silenzio.
Quando dicevo: «Il mio piede vacilla»,
la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto. R.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore. (Mt 11,29ab)

Alleluia.

Vangelo

Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.

La Parola del 4 novembre 2023
"Humility" by ToniVC is licensed under CC BY-NC-ND 2.0

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1.7-11

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cédigli il posto!".

Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!".

Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.

Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179)

badessa benedettina e dottore della Chiesa

Il libro delle opere divine, cap. 6 (trad. cb© evangelizo)

"Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto..." (Lc 14,8)

Secondo il suo progetto originale, Dio ha stabilito tutti i beni in pienezza e organizzato l'edificio delle virtù in modo tale che non vi si trovi alcuna lacuna.

Combatte fino alla fine i nemici, il cui cuore è solo l'orgoglio, che cercano di salire prima di avere una scala, si siedono prima che ci sia una sedia e la cui l'opera è un'opinione: quando è messa in discussione, scompare. E' da lui che procedono tutti gli esseri viventi, ma lui non ha inizio, lui permane. Vive in se stesso, può da se stesso, conosce da se stesso.

Colui che solo vive , può e conosce, è Dio: in questi tre poteri, tutte le opere di Dio sono distinte e compiute, ed è in lui che le sue opere hanno potere di agire. (...) Quando l'uomo, nei suoi progetti, si dà la propria legge, è come se fosse il suo proprio Dio. Allora, Signore, tu ti mostri a lui coi tuoi giusti giudizi perché egli sappia che nulla può contro di te.

Ma quando un uomo arriva a disprezzare i tuoi insegnamenti al punto d'adorare immagini al tuo posto, allora, con giusta decisione, tu combatti il tuo nemico... Dio è la vita che non è offuscata da alcun inizio e non ha fine. E' il nostro Dio che, essendo la Vita, dà la vita eterna ai suoi. (...)

Chi può far ciò se non Dio? Tutto ciò che Dio ha disposto secondo il suo ordine, l'ha compiuto e non è vano come i pensieri degli uomini. Poiché gli uomini fanno tanti progetti nel pensiero che non possono condurre a termine.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Gesù dice: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”…Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto» (Lc 14,8-9).

Con questa raccomandazione, Gesù non intende dare norme di comportamento sociale, ma una lezione sul valore dell’umiltà. La storia insegna che l’orgoglio, l’arrivismo, la vanità, l’ostentazione sono la causa di molti mali.

E Gesù ci fa capire la necessità di scegliere l’ultimo posto, cioè di cercare la piccolezza e il nascondimento: l’umiltà. Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di umiltà, allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé. […]

Non dimentichiamolo: Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un posto molto più bello di quello che ci danno gli uomini! Il posto che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua ricompensa è la vita eterna. «Sarai beato – dice Gesù – … Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (v. 14). (Angelus, 28 agosto 2016)