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Umberto Sorrentino: un vuoto pieno di te

Vuoto

Si, il tuo letto è vuoto, il tuo posto a tavola è vuoto, il tuo banco è vuoto, il tuo posto in parrocchia è vuoto.

Anche le donne trovarono il sepolcro vuoto, così come adesso è vuoto il tuo corpo, privo dell’anima, del tuo essere, attraverso il quale hai vissuto e mostrato agli altri chi sei.
Ma noi non siamo vuoti. Eugenio vive. Vive in ogni piccolo pezzo di cielo che ci ha testimoniato. Vive nel suo papà, nella sua mamma, nella sua sorellina, nelle nonne e nel cuore di tutte le persone che lo hanno conosciuto, soprattutto durante il suo ultimo anno di vita.

Il libro

Un anno dove si potrebbe scrivere un libro.

Un anno di paure, di angosce, di speranze, di sofferenze, di delusioni.

Ma anche un anno d’amore, di amicizia, di testimonianza, di gratitudine.
Ci vorrebbero interi capitoli per raccontare della testimonianza di Eugenio nell’affrontare il mostro, del suo coraggio, del suo accettare la volontà di Dio.
Un capitolo per i genitori, per la dignità con cui hanno affrontato questa dolorosa prova, per l’amore con cui hanno accompagnato il proprio figlio all’incontro con il Padre.

Un capitolo per i medici, gli infermieri e tutto il personale medico che, in varie parti d’Italia, hanno cercato di aiutare Eugenio ricevendone in cambio tanti insegnamenti.
Un capitolo per i medici, infermieri e farmacisti della zona che sono stati sempre un punto fermo e sicuro per la famiglia a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Un capitolo per le amicizie nate in nome di Eugenio, incontri negli ospedali, nelle corsie, fratelli nella sofferenza.
Un capitolo per l’amicizia nata con i giornalisti di Radio Vaticana che hanno abbracciato la vicenda Eugenio con tanto coinvolgimento.
Un capitolo per una telefonata.

Un capitolo per gli amichetti del cuore, dello sport e della scuola. Sono stati travolti da questa vicenda. Ognuno l’ha assorbita e esternata diversamente e tanti continueranno a subirne il distacco.
Un capitolo per gli amici, quelli di sempre, quelli ritrovati, quelli nuovi. Ognuno a suo modo è stato vicino alla famiglia, dimostrando amore in ogni piccolo gesto. Ognuno ha vissuto la storia come se fosse la propria.

Eugenio è diventato il figlio, l’amico, il nipote, il cugino di tutti e così è stata vissuta e così la continueranno a vivere.
Un capitolo anche alle numerose società sportive che hanno voluto onorare e dare coraggio ad Eugenio donandogli magliette autografate, palloni da basket nonché visite da parte degli atleti professionisti.
E poi un capitolo per averci riavvicinato alla preghiera, per la testimonianza, non lamentandoti mai della tua condizione, nel Dio della vita.

Pieno

Perché Eugenio non finisce con la morte del suo corpo, Eugenio c’è sempre.
Quello che sei sempre stato, dal primo momento in cui Dio ti ha pensato, non morirà mai.
Adesso inizia un nuovo capitolo per tutti, un capitolo che non potrà che essere migliore.
Grazie Eugenio

Umberto Sorrentino

Umberto Sorrentino


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