Basahin at pakinggan ang panalangin ng "Ama Namin"
Buod
Italyano
Ama ang aming nasa langit,
sambahin ang iyong pangalan,
Halina ang iyong kaharian,
matupad ang iyong kalooban
come in cielo così in terra.
Bigyan mo kami ngayon ng aming pang-araw-araw na pagkain,
at patawarin mo kami sa aming mga utang
gaya ng pagpapatawad din namin sa mga may utang sa amin,
at huwag mo kaming iwan sa tukso,
ma liberaci dal masama.
Amen.
Latin
Pater noster, qui es in cælis:
sanctificétur Nomen Tuum:
advéniat Regnum Tuum:
fiat voluntas Tua,
sicut in cælo, et in terra.
tinapay nostrum
cotidiánum mula sa nobis hodie,
at dimítte nobis debita nostra,
kaligtasan at tayo
dimittimus debitoribus nostris.
et ne nos indúcas in tentatiónem;
sed libera nos a Malo.
Amen.

Paliwanag ng Ama Namin
Anche noi siamo figli di Papà! Commento meditato sul Pater Noster:
Il Padre Nostro, sintesi di tutto il Ebanghelyo (Tertulliano, De oratione, 1), è l’orazione domenicale (cioè “preghiera del Signore”) per eccellenza, perché insegnataci da Kristo stesso (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2765) in risposta alla richiesta dei suoi mga alagad: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).
Se passi in rassegna tutte le parole delle preghiere contenute nella S. Scrittura, per quanto io penso, non ne troverai una che non sia contenuta e compendiata in questa preghiera insegnataci dal Maginoo (Sant’Agostino, Lettera a Proba, Epistulae, n. 130).
Esempio di perfetta armonia, nel Padre Nostro non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell’ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti (San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 83, a. 9).
Un primo approccio al Padre Nostro ci porta a considerare il susseguirsi di tre impegni e tre richieste, con i quali l’uomo si impegna prima ad essere come secondo la volontà di Diyos at pagkatapos ay itatanong kung ano ang kailangan para sa kanyang materyal at espirituwal na mga pangangailangan:
Ang pangakong sumaksi: sambahin ang ngalan mo
Ang pangako sa katapatan: Halina ang iyong kaharian
L’impegno all’amore: Matupad ang iyong kalooban
La richiesta del sostegno di Dio:bigyan mo kami ngayon ng aming pang-araw-araw na pagkain
La richiesta del perdono dei peccati: patawarin mo kami sa aming mga utang
La richiesta della Salvezza: huwag mo kaming ihatid sa tukso, kundi iligtas mo kami sa masama
Se il discorso della montagna è dottrina di buhay, l’Orazione domenicale è preghiera, ma nell’uno e nell’altra lo Spirito del Signore dà una nuova forma ai nostri desideri, ai moti interiori che animano la nostra vita. Hesus tinuturuan niya tayo ng bagong buhay sa pamamagitan ng kanyang mga salita at tinuturuan tayong hingin ito sa pamamagitan ng panalangin (CCC, 2764).
Il Padre Nostro è una preghiera tanto mirabile quanto forse data per scontata, recitata forse ogni giorno, ma spesso frettolosamente. Per questo un secondo approccio non può che condurci in un viaggio che ci avvicina al Padre Nostro parola per parola.
Ama
Sin dalla sua prima parola, Cristo mi introduce in una nuova dimensione del rapposto con Dio. Egli non è più solo il mio “Dominatore”, il mio “Signore” o il mio “Padrone” nostro. È mio Padre.
At hindi lang ako lingkod, kundi anak. Mi rivolgo dunque a Te, Padre, con il rispetto dovuto a Colui che è anche quelle cose, ma con la libertà, la fiducia e l’intimità di figlio, consapevole di essere amato, fiducioso anche nella disperazione e nel mezzo della schiavitù del mundo e del peccato. Lui, il Padre che mi chiama, in attesa del mio ritorno, io il figliol prodigo che tornerà a Lui pentito.
Ang aming
Perché non solo Padre mio o dei “miei” (la mia famiglia, i miei mga kaibigan, il mio ceto sociale, il mio popolo,…), ma Padre di tutti: del ricco e del povero, del santo e del peccatore, del colto e dell’illetterato, che tutti chiami instancabilmente a Te, al pentimento, al Tuo Pag-ibig.
“Nostro”, certamente, ma non confusamente di tutti: Dio ama tutti ed ognuno singolarmente; Egli è tutto per me quando sono nella prova e nel bisogno, è tutto mio quando mi chiama Sé con il pentimento, la vocazione, la consolazione.
L’aggettivo non esprime un possesso, ma una relazione con Dio totalmente nuova; forma alla generosità, secondo gli mga aral di Cristo; indica Dio come comune a più persone: non c’è che un solo Dio ed è riconosciuto Padre da coloro che, mediante la singsing sa kasal nel Suo Figlio unigenito, da Lui sono rinati mediante l’acqua e lo Spirito Santo.
È la Chiesa questa nuova comunione di Dio e degli uomini (CCC, 2786, 2790).
Na ikaw ay nasa Langit
Straordianariamente altro rispetto a me, eppure non lontano, anzi ovunque nell’immensità dell’universo e nel piccolo del mio quotidiano, Tua mirabile creazione.
Questa espressione biblica non significa un luogo, come potrebbe essere lo spazio, bensì un modo di essere; non la lontananza di Dio, ma la sua maestà e pur se Egli è al di là di tutto è anche vicinissimo al Puso umile e contrito (CCC, 2794).
Sambahin ang iyong pangalan
Sia cioè rispettato ed amato, da me e dal mondo intero, anche attraverso di me, nel mio impegno a dare il buon esempio, a condurre il Tuo Nome anche presso chi ancora non lo conosce veramente.
Chiedendo sia santificato il tuo nome entriamo nel disegno di Dio: la santificazione del Suo nome, rivelato a Mosè e poi in Gesù, da parte nostra e in noi, come anche in ogni popolo e in ogni uomo (CCC, 2858).
Quando diciamo: “Sia santificato il tuo nome”, eccitiamo noi stessi a desiderare che il nome di lui, ch’è sempre santo, sia considerato santo anche presso gli uomini, cioè non sia disprezzato, cosa questa che non giova a Dio ma agli uomini (Sant’Agostino, Lettera a Proba).
Halika sa iyong kaharian
Si compia nei nostri cuori e nel mondo la Tua Creazione, la Beata Speranza, e torni il nostro Salvatore Gesù Cristo! Con la seconda domanda la Chiesa guarda principalmente al ritorno di Cristo e alla venuta finale del regno di Dio, ma prega anche per la crescita del regno di Dio nell’«oggi» delle nostre vite (CCC, 2859).
Quando diciamo: “Venga il tuo regno”, il quale, volere o no, verrà senz’altro, noi eccitiamo il nostro desiderio verso quel regno, affinché venga per noi e meritiamo di regnare in esso (S. Agostino, ibid.).
Matupad ang iyong kalooban
Che è volontà di Salvezza, anche nella nostra incomprensione delle Tue vie. Aiutaci ad accettare la Tua volontà, riempici di fiducia in Te, donaci la speranza e la consolazione del Tuo amore e unisci la nostra volontà a quella del Figlio Tuo, perché si compia il Tuo disegno di salvezza nella vita del mondo.
Noi siamo radicalmente incapaci di ciò, ma, uniti a Gesù e con la potenza del Suo Santo Spirito, possiamo consegnare a Lui la nostra volontà e decidere di scegliere ciò che sempre ha scelto il Figlio suo: fare ciò che piace al Padre (CCC, 2860).
Kung paano sa langit, gayon din sa lupa
Para sa mundo, sa pamamagitan din namin, ang Iyong di-karapat-dapat na mga instrumento, ay mahubog sa pagtulad sa Paraiso, kung saan ang Iyong kalooban ay laging natutupad, na siyang tunay na Kapayapaan, walang katapusang Pag-ibig at walang hanggang Kaligayahan sa Iyong mukha (CCC, 2825-2826).
Kapag sinabi natin: "Gawin ang iyong kalooban sa lupa gaya ng sa langit", hinihiling natin sa kanya ang pagsunod, upang matupad ang kanyang kalooban, gaya ng tinutupad ng kanyang mga anghel sa langit. (San Augustine, ibid.).
bigyan mo kami ngayon ng aming pang-araw-araw na pagkain
Pane nostro e di tutti i fratelli, superando il nostro settarismo e i nostri egoismi. Dacci il vero necessario, nutrimento terreno per il nostro sostentamento, e liberaci dai desideri inutili. Sopra ogni cosa donaci il Pane di vita, Parola di Dio e Corpo di Cristo, Mensa eterna preparata per noi e per molti fin dall’inizio dei tempi (CCC, 2861).
Quando diciamo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, con la parola oggi intendiamo “nel tempo presente”, in cui o chiediamo tutte le cose che ci bastano indicandole tutte col termine “pane” che fra esse è la cosa più importante, oppure chiediamo il sacramento dei fedeli che ci è necessario in questa vita per conseguire la felicità non già di questo mondo, bensì quella eterna. (S. Agostino, ibid.).
Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori
Imploro la Tua misericordia, conscio che essa però non può giungere al mio cuore, se non so perdonare anch’io ai miei nemici, sull’esempio e con l’aiuto di Cristo. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti mga alaala che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono (Mt 5,23) (CCC, 2862).
Quando diciamo: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”, richiamiamo alla nostra attenzione che dobbiamo chiedere e fare per meritare di ricevere questa biyaya (S. Agostino, ibid.).
E non ci indurre in tentazione
Non abbandonarci in balìa della strada che conduce al peccato, lungo la quale, senza di Te, saremmo perduti. Tendi la kamay e afferraci (cfr Mt 14,24-32), inviaci lo Spirito di discernimento e di fortezza e la grazia della vigilanza e della perseveranza finale (CCC, 2863).
Quando diciamo: “Non c’indurre in tentazione”, ci eccitiamo a chiedere che, abbandonati dal suo aiuto, non veniamo ingannati e non acconsentiamo ad alcuna tentazione né vi cediamo accasciati dal dolore (S. Agostino, ibid.).
Ngunit iligtas mo kami sa kasamaan
Insieme a tutta la Chiesa Ti prego di manifestare la vittoria, già conseguita da Cristo, sul «principe di questo mondo» che si oppone personalmente a Te e al Tuo disegno di Salvezza, perché Tu possa liberarci da chi tutta la Tua Creazione e tutte le Tue creature ha in odio e tutti vorrebbe veder persi con sé, ingannando i nostri occhi con velenose delizie, fino a che per sempre il principe di questo mondo sarà gettato fuori (Gv 12,31) (CCC, 2864).
Quando diciamo: “Liberaci dal male”, ci rammentiamo di riflettere che non siamo ancora in possesso del bene nel quale non soffriremo alcun male. Queste ultime parole della preghiera del Signore hanno un significato così largo che un cristiano, in qualsiasi tribolazione si trovi, nel pronunciarle emette gemiti, versa luha, di qui comincia, qui si sofferma, qui termina la sua preghiera (S. Agostino, ibid.).
Amen.
At gayon nga, ayon sa Iyong kalooban (CCC, 2865).
Magtanong at ito ay ibibigay sa iyo
Poi disse loro: “Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” (Lc 11,5-13).
pinagmulan © www.sanfrancescopatronoditalia.it nai-publish sa 05-05-2017
