Io medito: il tavolo

Eravamo un tavolo con 4 gambe: solido, robusto, imbandito, gioioso, su di esso abbiamo imbastito il nostro amore.

Solido grazie alla nostra esperienza, di non più giovanotti, ma adulti quarantenni, con vita alle spalle.

Robusto, fatta di strade percorse, buche, scossoni, pioggia, e sole.

Ci siamo distesi sul prato, il 28 maggio 2005, e la nostra tavola era una tovaglia, a fiori. Eravamo io e Giuseppina.

Così è nata la nostra famiglia. Dio ci guidava, e ci guardava, e ci amava.

E la grazia è scesa da noi, con noi.

Sei arrivato tu, Eugenio: il 29 agosto 2006 abbiamo imbandito la tavola, la nostra tavola robusta e solida.

Ed era festa tutti i giorni!

Però mancava la 4 gamba al tavolo: l’hai chiesta a Gesù, e Lui ci ha mandato Francesca.

Il tavolo era completo: grazia, gioia, festa, amore.

Dio era felice, e noi con Lui.

Eugenio: eri così permeato d’amore, di grazia, di luce, da brillare anche nella notte più buia.

E così Dio ti ha voluto accanto a se, ad illuminare il firmamento, a correre in quel prato dove c’è ancora la tovaglia di mamma e papà, a giocare con tutti i ragazzi con le ali.

Il 17 ottobre 2020, respirando a fondo tutta l’aria di questa terra, l’hai lasciata, per sempre. E sei andato dal Padre.

Il nostro tavolo ha avuto qualche esitazione, pochi momenti in cui ha barcollato: mancavi tu, mancava una gamba al tavolo.

Ma ogni volta che tentenna, barcolla, ecco che arriva Gesù!

Non temete, non abbiate timore, sono qui!

E il tavolo trova la sua solidità, la stabilità.

E torniamo a far festa, gioiosi, allegri, con la tovaglia a fiori sulla nostra tavola con quattro gambe.

E ci sei, e ci siamo, siamo ancora uniti, sempre uniti.

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Ultimo aggiornamento: 6 Luglio 2023 – 11.37 by Remigio Ruberto

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Ciao, sono Remigio Ruberto, papà di Eugenio. L'amore che mi lega a Eugenio è senza tempo e senza spazio.

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