Preghiamo insieme domenica 27 marzo 2022

27 Marzo 2022 @ 18:00 - 19:00
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Preghiamo insieme domenica 27 marzo 2022

27 Marzo 2022 @ 18:00 19:00

Siamo giunti alla quarta domenica di Quaresima, il Vangelo ci pone avanti ad una delle parabole più belle: quella del figliol prodigo, o ancora meglio del Padre Misericordioso.

Non mediteremo mai abbastanza su questo passo del Vangelo.



Guida: La liturgia di Quaresima dell’anno C, seguendo il vangelo di Luca, conduce lungo un
percorso di scoperta e di coinvolgimento nella misericordia del Signore. È in ragione di tale
misericordia che si dischiude per l’uomo la possibilità della fuoriuscita dalla propria condizione
di peccato, per accogliere in pienezza il dono della risurrezione.
Così si giunge a questa domenica, penultima di Quaresima, in cui la contemplazione si fissa
con maggior intensità proprio sul tema centrale: la misericordia.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Lettore 1: Dal vangelo secondo Luca Lc 15,18
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e
gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al
padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue
sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese
lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto,
sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora
andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi
a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno
gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in
abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato
verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come
uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si
gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non
sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il
vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete
il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto
ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le
danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose:
“Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano
e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli
rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo
comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è
tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai
ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che
è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore.
Tutti: Lode a Te o Cristo.
Lettore 2: La parabola proposta, forse la più famosa di tutto il Vangelo, è erroneamente detta
la parabola del Figliol Prodigo. È meglio chiamarla, come ormai sempre più spesso si fa, la
parabola del Padre Misericordioso. Il padre ha due figli. Il minore è quello su cui l’attenzione
normalmente si ferma di più. Si allontana da casa dopo aver chiesto l’eredità. Rompe la
relazione in modo evidente. Nulla più lo trattiene nella casa del padre e liberamente sceglie il
proprio cammino. In questo percorso dissipa tutto ciò che ha, fino al colmo dell’aberrazione:
pascola i porci e, addirittura, ne vorrebbe mangiare le carrube (cf Lc 15,14-16). A questo punto
si pente, anche se il suo pentimento è piuttosto sospetto: vero ritorno o solo fame che a casa
del padre sa di poter soddisfare?
Ma l’atteggiamento del figlio maggiore è molto differente da quello del figlio minore? Vero
che non se ne va di casa, ma è mai stato a casa? Al ritorno del fratello si rivolge al padre con
parole che dimostrano la sua incapacità di gioire della sua gioia, perché non è mai stato in
comunione con lui. Un estraneo in casa sua. Alla fin fine bisogna riconoscere che, seppure
secondo modalità diverse, l’atteggiamento di fondo dei due fratelli non li differenzia affatto.

Lettore 3: E qui si ritrova la figura del padre. Silenziosamente aveva accettato la libera
decisione del figlio minore di allontanarsi. Silenziosamente, ma con evidente apprensione, lo
aveva atteso. Al solo vederlo in lontananza gli corre incontro. Gioisce per il ritorno. Chiama il
maggiore a condividere la sua gioia. Irrigidito nella sua presunta bontà dimostra di non essere
capace di condividere la gioia. D’altronde questa parabola (e le due precedenti) è stata narrata
da Gesù per farisei e scribi che «mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia
con loro”». La reazione del padre stona però anche con l’atteggiamento del figlio minore.
Forse perché mosso più dalla fame che da reale pentimento torna a casa con un discorso
preparato nel quale afferma che non è possibile per lui ritornare a essere considerato figlio. Il
padre invece, e qui è la misericordia, non solo non lo lascia finire di parlare, ma, ancor più,
chiama i servi per restituirgli tutti i segni della sua dignità, la sua identità e le sue relazioni. È
una novità di vita che viene dall’essere inseriti in Cristo, dal riscoprire la nostra dignità di figli
ricevuta nel battesimo. Il senso del cammino quaresimale.
Lettore 4: Nella vicenda del figlio minore della parabola il punto di svolta si ha quando «ritornò
in sé». È un momento di consapevolezza, di presa di coscienza della propria situazione.
La Quaresima è un tempo forte in cui ci si accosta a celebrare il sacramento della
riconciliazione. Perché non sia solo un rito sterile, dettato esclusivamente dall’abitudine, è
opportuno che ci si identifichi con il cammino di esilio e ritorno del figlio minore.
La confessione del proprio peccato, nella sua asprezza, educa all’introspezione, è un autentico
momento di verità, nasce dalla preziosa capacità di mettersi onestamente di fronte a sé stessi,
ma non cede alla disperazione. È l’identificazione di quei precisi punti su cui dobbiamo
crescere per essere ciò che veramente siamo, non per vergognarci di ciò che siamo stati.
La confessione dei propri peccati è l’ammissione umile della propria miseria, ma solo perché
questa è accolta e sanata dalla misericordia di Dio. Fra miseria e misericordia ciò che conta è
la misericordia.
Lettore 5:
Il ritorno a Dio da peccatori non è un momento di tristezza, ma di gioia. Egli desidera
riconciliarsi con noi, prima ancora di averci giudicato. Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, non siamo degni: perdonaci.
• Perché non crediamo di essere migliori dei nostri fratelli lontani soltanto perché
frequentiamo la tua casa. Preghiamo.
• Perché dissoluzione e disordini non ci impediscano di ricordare che siamo tuoi figli,
chiamati a raccogliere l’eredità del Regno. Preghiamo.
• Perché la consapevolezza del tuo amore ci aiuti a coltivare le virtù della pazienza e della
perseveranza. Preghiamo.
• Perché in Cristo sappiamo scorgere l’umanità per come tu hai desiderato che fosse.
Preghiamo.
O Padre, nulla se non il nostro egoismo è in grado di separarci da te. Aiutaci a non fuggire dal
nostro passato e a non temere il nostro futuro, ma a fidarci di te, mettendo tutto nelle tue
mani. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen
Al termine della nostra riflessione preghiamo secondo le intenzioni del Santo Padre e per la
Pace nel mondo
• Padre Nostro…
• Ave o Maria…
• Gloria al Padre…
Per tutte le anime del Purgatorio
• Eterno Riposo (3)
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Aiutaci Signore ad amare i nostri fratelli con lo stesso amore del Padre Misericordioso. Fai che
siamo degni di essere chiamati figli tuoi.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

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