
Esauriti! Quando finisce la forza per andare avanti
Commento al Vangelo del 19 gennaio 2025
Seconda domenica del T.O. anno C
«Bussiamo perché ci apra e c’inebri del vino invisibile.
Anche noi eravamo acqua e ci ha convertiti in vino»Sant’Agostino, Omelia 8,3
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,1-11
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Parola del Signore.
Il coraggio degli sposi
Il famoso sociologo Zygmunt Bauman scriveva che «sposarsi è diventato oggi come imbarcarsi su una zattera fatta di carta di zucchero». Si tratta effettivamente di una scelta molto coraggiosa, perché significa accettare un rischio. Sposarsi vuol dire giocarsi la vita sulla parola di un altro, un altro che può cambiare, che può tradire, che può morire o decidere di andarsene. Si tratta di una rinuncia all’integrità del proprio spazio, lasciando che un altro ti espropri continuamente dalle tue ragioni. La vita coniugale è un continuo essere tirati fuori dalla tentazione di pensare solo a se stessi. C’è sempre un altro che ti ricorda continuamente che non ci sei solo tu.
Sposo dell’umanità
Solo se abbiamo in mente la radicalità del dono che c’è in una relazione coniugale, possiamo comprendere perché Dio si presenti costantemente nella Bibbia come sposo di Israele e sposo dell’umanità. Questa rivelazione è lo scopo anche del testo del Vangelo di Giovanni, che vuole presentarci Gesù come lo Sposo vero, colui che provvede al vino, donando ai commensali un vino eccellente, che è immagine del suo sangue, cioè della sua vita donata per l’umanità.
La crisi
Il vino infatti era venuto a mancare proprio in una festa di nozze. A questa coppia di sposi manca l’essenziale per fare festa. Potremmo pensare che si tratti di una coppia povera, che non aveva sufficienti risorse, ma pensando al contesto culturale dell’epoca, possiamo anche ipotizzare che si tratti di una coppia molto amata e accogliente, alla cui festa tutti hanno voluto partecipare.
E così, quando nella vita doni generosamente tutto quello che hai, alla fine ti ritrovi senza niente. Ma meno male quando accade, perché è proprio questa mancanza che crea l’occasione affinché il Signore possa dare un vino migliore. Sembra comunque che questi sposi non si siano neanche accorti di quello che stava accadendo, non si sono accorti che il vino era finito. A volte viviamo, travolti dagli eventi, senza realizzare quello che sta avvenendo. Ma è incoraggiante pensare che lo sguardo di Maria si posa su questa mancanza, si rende conto della crisi e intercede presso il figlio.
Questo momento non è ancora quello della rivelazione piena di Gesù, che nel vangelo di Giovanni avverrà sulla croce, dove potremo contemplare l’amore di Dio nella sua pienezza, ma è uno di quei momenti in cui Dio ci fa vedere qualcosa di lui. Non è l’Ora suprema, ma è un’ora.
Incomprensibile
In questo testo leggiamo le uniche parole che Maria dice nel Vangelo di Giovanni: fate tutto quello che vi dirà! Parole semplici, ma non facili da vivere, soprattutto perché a volte quello che Gesù ci chiede ci sembra illogico o poco comprensibile. I servi infatti saranno rimasti perplessi davanti alla richiesta di Gesù di riempire le anfore con l’acqua, visto che mancava il vino!
Le sei anfore di pietra richiamano il cuore dell’uomo, indurito e vuoto. Sono anfore usate per le abluzioni, ma sono ormai senz’acqua. Forse sono immagine di un culto che non è più capace di dare vita, come il nostro cuore quando si perde nell’abitudine sterile di una religiosità spenta.
Alla fine del racconto si parla di uno sposo anonimo, non si capisce bene chi sia, perché si allude al fatto che lo sposo è colui che ha dato alla fine il vino migliore.
Leggersi dentro
- Che cosa ti sembra che manchi in questo momento nella tua vita?
- Riesci a fare quello che il Signore ti chiede anche quando non ne comprendi bene il motivo?
Per gentile concessione © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ
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