Tiempo de lectura: 3 minutos
San Miguel Arcángel: 29 de septiembre
Resumen
“E poi che fummo un poco più avanti, udia gridar: ‘Maria, òra per noi’: gridar ‘Michele’ e ‘Pietro’, e ‘Tutti santi’”.
(Purgatorio XII, 51)
Sono i versi del Purgatorio di Dante, al Canto XIII. Il Poeta si aggira commosso fra le anime degli invidiosi, mentre l’aria del cerchio in cui si svolge la scena è attraversata da voci misteriose che ricordano esempi di carità. Anche dalle ombre tormentate, ammassate contro la roccia e con le palpebre cucite, si alzano delle litanie.
Imploran la intercesión de Virgen e inmediatamente después de ella - y ante Pedro y todos los santos - invocan el nombre de "Miguel". Cuando cita al Arcángel en el verso 51, el autor de la Comedia del canto anterior acaba de terminar de ver al otro ángel, definido como un "noble creado más que cualquier otra criatura", caer "del cielo como un rayo".
La espada contra el mal
Michele e Lucifero. Anche nella Divina Commedia trova spazio il mortale confronto tra quello che nella Bibbia è descritto come il comandante “supremo dell’esercito celeste” e il capo degli angeli che decisero di fare a meno di Dio e furono precipitati gli inferi.
Según la tradición, el Arcángel Miguel es el Príncipe que lucha contra el mal, de cuyos ataques defiende perennemente la fe y Iglesia. Y también Dante, en 1200, muestra cómo se reconoce el poder de intercesión atribuido a esta figura, muy venerada tanto en Oriente como en Occidente.
"¿Quien es como Dios?"
Non si contano nel mondo cattedrali, santuari, monasteri, cappelle – ma anche monti, grotte, colline – intitolati all’Arcangelo Michele, il cui nome, citato per cinque volte nella Sacra Scrittura”, deriva dall’espressione “Mi-ka-El”, cioè “chi è come Dio?”.
Debido a su antigua popularidad, el ángel guerrero que vigila la cúpula de San Pedro desde Castel Sant'Angelo con su espada desenvainada también es el centro de numerosas historias y anécdotas. Uno de ellos data del 13 de octubre de 1884.
La súplica de León XIII
Il 13 ottobre 1884, finito da poco di celebrare Messa nella cappella vaticana, Leone XIII si blocca una decina di minuti. Il suo viso, diranno i testimoni, rivela insieme terrore e meraviglia.
Poi Papa Pecci raggiunge in fretta il suo studio, siede al tavolo e scrive di getto una preghiera all’Arcangelo Michele.
Mezz’ora dopo chiama il segretario e gli consegna il foglio con l’ordine di stamparlo e inviarlo a tutti i vescovi del mondo perché recitino la supplica alla fine della Messa.
Leone XIII racconterà di aver avuto, in quei pochi minuti, un’agghiacciante visione di “legioni di demoni” attaccare la Chiesa fin quasi a distruggerla e di aver assistito all’intervento difensivo e decisivo dell’Arcangelo.
“Poi – soggiunse – ho visto San Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo”.
La súplica ha caído en desuso con el tiempo pero fue recordada por San Juan Pablo II en el Regina Caeli el 24 de abril de 1994: "Invito a todos a no olvidarla - dijo el Papa Wojtyla - sino a recitarla para obtener ayuda en la batalla contra las fuerzas de las tinieblas y contra el espíritu de este mundo.”