Caro Eugenio

non sento la tua voce, ma sento il tuo respiro.

E’ l’unica forza che sento, dentro e fuori di me.

Nel nostro silenzio, parliamo.

Nel silenzio del nostro cuore, ridiamo, come facevamo una volta.

Ma non è lo stesso ridere.

Oggi le nostre risate sono dense, pure, sanno di grazia.

Quella grazia che è concessa solo ai privilegiati, come te.

Ti scrivo sperando che questo mio messaggio ti raggiunga via etere, via quelle nuvole chiamate in gergo tecnico “cloud” su cui tu giochi a basket, che per noi invece sono solo archivi di una memoria destinata a scomparire.

Le tue nuvole sono giaciglio per il tuo riposo sereno e memoria dell’amore che non tramonta mai.

caro Eugenio
nuvola a forma di colomba
Avatar di Remigio Ruberto

Ciao, sono Remigio Ruberto, papà di Eugenio. L'amore che mi lega a Eugenio è senza tempo e senza spazio.

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