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commento di Mt 22,34-40, a cura di Ilaria De Lillo

La bellezza è la realtà vista con gli occhi dell’amore.

Evelyn Underhill

Mi preparo

Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore

Entro nel testo (Mt 22,34-40)

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Mi lascio ispirare

«Amerai», più che un ordine, una promessa; più che un articolo della legge, un dono prezioso. Dopo la provocazione delusa dei sadducei, anche i farisei incalzano Gesù per metterlo alla prova sulla conoscenza e il ligio rispetto della legge ebraica. Ma anche questa volta Gesù fa cadere le loro aspettative e i loro schemi tradizionali. Se il progetto dei farisei è attenersi alle regole di un Dio-legislatore per poter essere a posto con la coscienza ed ergersi al di sopra degli altri per poterli giudicare, Gesù ci parla di Dio-Amore.

Egli rimette nelle nostre mani il dono dell’Amore e rimette alla nostra libertà l’accettare o meno. E in questo dono promette la vita. Nel suo «amerai» non c’è il peso del dover fare qualcosa con sforzo, angoscia, ansia da prestazione come la società e una religione disincarnata vorrebbero farci credere. Non siamo sotto una lente con qualcuno che misura la nostra efficienza e produttività. Non dobbiamo fare qualcosa (ottimizzando il tempo e le energie il più possibile!) per sentirci felici.

Gesù ci fa un dono prezioso: l’amore gratuito e totale del Padre. Accogliendolo, entriamo hic et nunc, qui e ora, nella promessa di vita eterna e nella possibilità di poter imparare a nostra volta ad amare quanti ci sono accanto o facciamo più fatica ad amare. Lasciandoci amare abbiamo la vita e gustandola piano piano saremo capaci anche noi di fare altrettanto con gli altri.

L’amore del Padre che cade delicatamente su noi ci trasforma: non dovremo più fare per essere a posto con gli altri, ma essere esseri amanti. Preservare e custodire la bellezza che l’amore del Signore è su di noi per poi farla crescere per amare: questo è il comandamento, la promessa in cui si iscrive la nostra libertà. Donaci, Signore, di credere a questo dono per vivere di questa promessa.

Ilaria De Lillo

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

Quando ho sentito su di me il peso schiacciante della legge?

Che effetto mi fa l’invito di Gesù «Amerai»?

Cosa posso fare per preservare e accrescere il dono dell’amore ricevuto?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

(fonte GET UP AND WALK)


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