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Non si può risolvere un problema usando la stessa logica che l’ha generato.

Albert Einstein

Mi preparo

Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore

Entro nel testo (Mt 13,54-58)

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Mi lascio ispirare

C’è uno stupore che si tramuta in incredulità. I compaesani di Gesù stanno guardando ad altro e lui non può compiere prodigi. Lo sguardo scettico e disincantato riesce a soffocare ogni barlume di stupore. È lo sguardo che di solito assumiamo quando presumiamo di sapere più dell’altro. O molto semplicemente, è lo sguardo diffidente di chi non vuole farsi fregare.

Come dare torto a questa gente? La vita spesso ci fa assaporare il gusto amaro dell’essere presi in giro, dell’essere imbrogliati, dell’essere umiliati. Abbiamo imparato presto a diventare diffidenti e increduli per sopravvivenza. Indossiamo con disinvoltura le nostre maschere per proteggerci gli uni dagli altri e assumiamo che anche gli altri facciano lo stesso senza neppure prenderci il tempo per verificare l’intenzionalità altrui.

Non praticandola, rischiamo di perdere la nostra attitudine fondamentale: lo sguardo contemplativo sulla realtà. Cioè quello sguardo tipicamente umano che sa avvolgere d’amore qualsiasi cosa su cui si posa. È quello sguardo che ci fa essere quello che siamo. Il mancato esercizio di questo sguardo ci fa regredire ad animali feriti che lottano per la loro sopravvivenza…

Gesù quando vede i suoi compaesani contempla la loro ferita e diventa consapevole che facendo prodigi, non avrebbe fatto altro che accrescere la paura dei suoi di essere sopraffatti da qualcuno di più potente. E decide di cambiare logica: diventa un Dio debole, inerme, che può essere maltrattato. Davanti al crocifisso lo sguardo impaurito e spaventato può sciogliersi in tenerezza e compassione. Può ritornare umano. E ancora una volta, l’uomo rinasce a se stesso. Chiedetelo al centurione che ha assistito a quello spettacolo…

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Flavio Emanuele Bottaro SJ

Immagino

Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.

Rifletto sulle domande

Quando lo sguardo di qualcuno ti ha umanizzato?

In quale situazione il tuo sguardo ha colto bellezza lì dove gli altri non la vedevano?

Cosa succede al tuo cuore quando si riapre alla contemplazione?

Ringrazio

Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi…
Recito un “Padre nostro” per congedarmi e uscire dalla preghiera.

(fonte © GET UP AND WALK)


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