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Sabato 14 dicembre 2019: la radioterapia è terminata, e con essa si conclude il periodo di permanenza a Roma.

E’ stato un periodo molto intenso: diversi appuntamenti al policlinico Gemelli, per i primi test di puntamento, poi per costruire la maschera ad-hoc plasmata sul volto di Eugenio, e poi per 4 settimane di seguito dal lunedì al venerdì fissi nella sala dell’acquario.

Abbiamo sempre alternato queste ore trascorse in ospedale, dove di certo l’umore non viene allietato dal panorama, con pomeriggi e serate trascorse in giro per la città eterna, a bighellonare per centri commerciali, per indorare la pillola amara del tumore che intanto imperversava nella testa piena di meravigliose e brillanti idee di Eugenio.

Io e Giuseppina abbiamo sempre creduto, e continuiamo a farlo anche con Francesca, che la vita va vissuta in pieno, sempre come fosse l’ultimo giorno su questa terra, e va fatta amando Dio e tutte le sue innumerevoli meraviglie.

Abbiamo amato Eugenio quando appena calvo, entrammo in un negozio di un centro commerciale romano, e lui con profondo imbarazzo voleva acquistare un cappellino nuovo, non tanto per il nuovo articolo, ma quanto per il fatto che si sentiva osservato e a tratti anche deriso.

Lui non diceva nulla, ma io lo osservavo attentamente, e leggevo nei suoi occhi il malessere morale del sentirsi con tanti occhi addosso, occhi indiscreti e spesso taglienti.

Ne acquistammo due: uno per lui, l’altro per me. Diventai suo alleato nella calvizie. Non era più solo e questo lo fece sentire meglio, ritornò il sorriso sul suo volto.

Eugenio e Remigio guardano la TV a Roma
Eugenio e Remigio guardano la TV a Roma

Rimasi con lui per un mese intero, insieme alla Neuromed a Pozzilli (IS). Per un mese ho vissuto amandolo da vicino, sempre attaccato al suo lettino, anche se ho dovuto arrangiarmi nelle pulizie personali, dividendo il bagno con l’altro ospite della camera, lavandomi “a pezzi”; nei pasti consumati in piedi, ritagliati fra il tanto cibo che lui non mangiava o gustava. Alla luce tenue della lampada notturna della camera, scrivevo il suo diario. Sul divano all’ingresso del reparto, come amico il dispenser dell’amuchina e il lenzuolo col sapore di ospedale a farmi da coperta.

Eugenio e Remigio si abbracciano alla Neuromed
Eugenio e Remigio si abbracciano alla Neuromed

Amore, con tutto il cuore. Amore a valanga. Amore a piene mani.

Con tutto l’amore lo stringevo a me quando passavamo ore interminabili all’ospedale Bambino Gesù, tra il trambusto di centinaia di bambini che continuavano a guardare attoniti la propria macchinetta che gli stillava le gocce salvavita della chemioterapia, e la voce stridula dell’interfono che chiamava cognomi talvolta strani ed impronunciabili, e che diffondeva speranza di una vita migliore.

Remigio abbraccia Eugenio a OPBG
Remigio abbraccia Eugenio a OPBG

Ed infine il divano di casa, che ci ha visti uniti nella stessa passione per la fantascienza, Ian Fleming col suo 007, Guerre Stellari, e le partite di basket.

E poi la tua amata Playstation, con cui hai diviso tantissime ore con i tuoi amici più cari, e nuovi amici online

Eugenio e Francesca alla Playstation
Accadde oggi 14 dicembre 21

Ti abbiamo amato così, continueremo ad amarti così.

Semplicemente.

Semplice amore.

Come l’amore della tua sorellina Francesca


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Accadde oggi 14 dicembre 19
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