Credo nella risurrezione della carne

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Fin dagli inizi, la fede cristiana nella risurrezione ha incontrato incomprensioni ed opposizioni. « In nessun altro argomento la fede cristiana incontra tanta opposizione come a proposito della risurrezione della carne ». (S. Agostino) Si accetta abbastanza facilmente che, dopo la morte, la vita della persona umana continui in un modo spirituale.

Ma come credere che questo corpo, la cui mortalità è tanto evidente, possa risorgere per la vita eterna? Che cosa significa « risuscitare »? Con la morte, separazione dell’anima e del corpo, il corpo dell’uomo cade nella corruzione, mentre la sua anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato. Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della risurrezione di Gesù.

Chi risusciterà? Tutti gli uomini che sono morti: « Usciranno [dai sepolcri], quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna » (Gv 5,29). Come? Cristo è risorto con il suo proprio corpo: « Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! » (Lc 24,39); ma egli non è ritornato ad una vita terrena. Allo stesso modo, in lui, « tutti risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti », (Concilio Laterano IV) ma questo corpo sarà trasfigurato in corpo glorioso, (Fil 3 , 21) in « corpo spirituale » (1 Cor 15,44): « Ma qualcuno dirà: “Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?”. Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco […]. Si semina corruttibile e risorge incorruttibile. […] È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità » (1 Cor 15,35-53).

Il « modo con cui avviene la risurrezione » supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all’Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo: « Come il pane che è frutto della terra, dopo che è stata invocata su di esso la benedizione divina, non è più pane comune, ma Eucaristia, composta di due realtà, una terrena, l’altra celeste, così i nostri corpi che ricevono l’Eucaristia non sono più corruttibili, dal momento che portano in sé il germe della risurrezione ». (S. Ireneo) Quando? Definitivamente « nell’ultimo giorno » (Gv 6,39-40); «alla fine del mondo ». Infatti, la risurrezione dei morti è intimamente associata alla parusia di Cristo.

Catechismo della Chiesa cattolica


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