La pioggia ☔ di ieri ha lasciato qualche strascico: qualche coperta umida, un cuscino bagnato di lato, e alcune lenzuola zuppe d’acqua. Io e Francesca nel.letto in mansarda, salvaguardati dall’umidità da un telo mare, Eugenio al suo solito letto singolo centrale, all’asciutto e Giuseppina in stato precario, molto precario, mezza sdraiata nel letto in fondo.
Comunque è passata tranquilla. A Park Colombo ci siamo trovati bene: tranquillo, poco alberato si, ma carico e scarico acqua, corrente, e tutto per 20 euro al giorno.
Onestamente a Piazza Garibaldi non si poteva stare: già dalle 20 iniziava a scorrere alcool a valanga, e bottiglie di birra iniziavano a non contarsi più, l’euforia dei bevitori saliva a livelli quasi incontrollabili. Non era affatto sicuro, ed in previsione di un possibile traffico notturno a tenerci svegli, preferiamo cambiare aria.
La sveglia ⏰ suona alle 7.30
Preparo toast al 🧀 formaggio e pancetta per tutti. Il tempo di lavarsi e vestirsi, abbastanza rapidamente, alle 8.15 paghiamo il parking camper e saltiamo sulla Cristoforo Colombo direzione OPBG.
Da buona norma Ruberto, alle 9.00 siamo all’ingresso OPBG. Scendono al volo Eugenio e Giuseppina. Io e Francesca proseguiamo per piazza Garibaldi, dove rapidamente troviamo parcheggio.
Una bella passeggiata all’aria fresca, ripida discesa dalla passeggiata del Gianicolo verso OPBG.
Siamo di nuovo riuniti, in attesa delle analisi e l’inizio del trial INCB 84344-102 C1D1.

Sono le 10.30: i bimbi sono tanti, tantissimi, troppi. Se non mettiamo la salute prima di tutto, il futuro sarà tutto un ospedale, altro che centri commerciali.
Arriva finalmente la chiamata via interfono: “Ruberto in K6”

Eugenio, con le lacrime agli occhi mi confessa: “papà, vicino a me c’era una bimba…. solo pelle e ossa, per fare le analisi” . Gli rispondo: “non preoccuparti amore, Dio aiuta tutti” e trattengo difficilmente le lacrime.
Alle 12.30 ci chiamano a colloquio in k14

Ancora rilievi parametri.
Eugenio con le mani gelide come il polo nord, non riusciva a far alzare l’asticella dell’ossimetria.

Presi nuovamente i parametri, ritorniamo in k14, dove ci consegno l’agognato Ponatinib

Ci danno appuntamento per mercoledì prossimo, perché giovedì siamo impegnati nella discussione della tesina per gli esami di terza media di Eugenio. I prossimi appuntamenti saranno sempre di giovedi.
Decidiamo di fare un rapido pasto alla mensa dell’ospedale prima di avviarci. Penne al tonno, purè, cotoletta e insalata, frutta, panino… La fame c’è e sia noi che i ragazzi mangiamo di gusto.

Finito il pranzo ci avviamo verso il belvedere del gianicolo, lì è il camper parcheggiato. Una volta a bordo, Eugenio prende le compresse di ondansetrone (come suggerito dalla dottoressa) e, a seguire, le compresse di ponatinib. Inutile nascondere che c’è ansia e preoccupazione, ma facciamo finta di nulla. Sistemiamo il letto per il riposino, Eugenio e Francesca si sdraiano e crollano immediatamente a dormire.

Il rientro è sereno, traffico scorrevole anche se sostenuto. Si nota proprio che il lockdown è finito. Ogni tanto Giuseppina prende sonno sul sedile del copilota, ma è sempre vigile e attenta.
Alle 17.30 siamo a casa. Casa, il calore di casa, l’odore di casa.
Ci inondano d’amore le tantissime telefonate di parenti e amici. Siamo a casa.