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Sono quasi due mesi che non assaporiamo l’aria, quella fresca, pura, libera.

Purtroppo non abbiamo nessuno con cui prendercela, non abbiamo nessuno da accusare, non abbiamo nessun capro espiatorio. E’ così e basta.

E queste limitazioni alla libertà sono state imposte solo ed esclusivamente per la nostra salute; chi ci ha speculato sopra farà poi i conti con la propria coscienza (?), con la storia e con Dio.

Oggi solo alcuni servizi importanti, quali spesa alimentare, in ferramenta per acquisti urgenti. Ovviamente noi, ligi e previdenti, preferiamo che i ragazzi restino in auto.

Però, almeno una rapida occhiata della vita che scorre l’hanno avuta.

Eugenio e Francesca con la mascherina
Eugenio e Francesca con la mascherina

Da quando sono tornati Eugenio ha manifestato una certa stanchezza. Il brutto che lui se ne fa un cruccio, si dispiace di non poter fare di più, addirittura si preoccupa perché non può essere d’aiuto in famiglia, con le faccende domestiche.

Il pomeriggio passa sornione, tra una pennichella pomeridiana e qualche pagina dei Promessi Sposi approfondita per rendere migliore la sua vita di studente.

Il cuore impazza di gioia quando si stringe a me, e lo sento preoccupato quando legge sul mio volto quel velo di tristezza che talvolta mi assale. Si stringe forte a me, non mi lascia, anche alla proposta di dormire con la mamma lui declina. Il nostro legame è unico, indissolubile, profondo, sanguigno.

Non siamo padre e figlio: siamo un’unica entità, un’anima sola!


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