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Primo Gennaio 2020: preghiamo per il nuovo anno

Buongiorno e auguri a tutti.

Come avete trascorso l’ultimo giorno dell’anno? Spero non sparando botti, usanza per me insulsa, pericolosa e svuotatasche. Meglio ballare, stare insieme, ridere, mangiare e bere con gusto, rispettando tutti gli altri, vicini di casa, anziani, ammalati, animali.

Noi, al calduccio del nostro plaid, abbiamo guardato la TV fino alla mezzanotte, e allo scoccare del nuovo anno ci siamo abbracciati, uniti, nella preghiera di un anno migliore.

Si perché il 2019 era iniziato bene, con la scuola che seguiva il suo corso, piacevole e stimolante; l’adolescenza che ogni tanto faceva sobbalzare il cuore di noi genitori; i primi amori, le prime passioni, le prime passeggiate con amici ed amiche senza il fardello dei genitori accompagnatori.

Poi il vento è cambiato: in primavera i primi mal di testa, le prime emicranie. Boh: sarà il cuscino, sarà la doccia fatta troppo tardi, sarà che non hai asciugato bene i capelli. Ah no: sicuramente è il telefonino, maledetto smartphone. “Vedi, te lo diciamo sempre: non stare piegato tutto il giorno su quel coso!”

Le abbiamo pensate tutte, le abbiamo dette tutte. Ma non era niente di quello che pensavamo e dicevamo.

Era la natura che prendeva il sopravvento: aveva deciso di formare delle nuove entità all’interno del cervello di Eugenio, vallo a capire per quale motivo poi. Era talmente ricco e polposo che la natura, benedetta Natura, si è messa a fare esperimenti autonomi. Vabbè. E che, ti vuoi mettere contro la natura?

E così, il 13 settembre dello scorso anno, alle 9 del mattino, è inziata la nostra avventura, la nostra nuova vita. Si, perchè di nuova vita si tratta.

Prima c’era la nostra vita scandita da lavoro, scuola, pranzo, studio, cena, TV, a nanna dopo l’ultimo show oppure alla fine del film; e di nuovo ancora.

Adesso, in questa nuova vita, tutto è scandito da medicina ogni 8 ore, esame del sangue settimanale, risonanze magnetiche a go-go, mani gelide, viaggi e chilometri mai fatti finora, riposino pomeridiano, a nanna presto per la stanchezza.

In compenso in questa nuova vita abbiamo trovato l’affetto, la solidarietà, la gioia del poco, del piccolo, del micro.

L’affetto di tantissimi amici, vicini e lontani, che con la loro parola dolce, il gesto semplice e sincero, ci ha donato quel pò di forza che era necessaria per superare un momento buio.

La solidarietà di tanti, tantissimi amici, associazioni, gruppi costituiti apposta per Eugenio, che in autonomia, con slancio umano e genuino, hanno donato somme di denaro, anche importanti. Queste somme sono state e saranno utili ad altri bambini che usufruiscono degli stessi spazi usati da Eugenio durante questi periodi di terapia, e servono a noi famiglia per affrontare le innumerevoli spese che in questa nuova vita ci siamo trovati ad affrontare. Io e mia moglie Giuseppina, sposi e colleghi di lavoro, operiamo nel commercio online: in questo periodo così travagliato abbiamo cercato di lavorare ovunque ci trovassimo, proprio perché attività online: ma la mente, quando la mente è altrove, è difficile fare tutto, è complicato solo pensare.

Io e Giuseppina abbiamo un solo pensiero in mente: Eugenio.

E ci siamo donati anima e corpo, completamente a lui, alla sua salute, alle sue emozioni.

Senza dimenticare l’emotività, il travaglio, le difficoltà passate anche dalla nostra secondogenita Francesca: eh si, perchè in tutto questo Francy ha dovuto sopportare spostamenti repentini, trasferimenti, viaggi.

Per una bimba di 8 anni trovarsi a casa sola, seppure con la nonna, ma senza mamma, papà e fratellone, è difficile, strano, spiazzante.

Grazie a Dio c’è stato l’immediato apporto psicologico e materiale di amiche, più che amiche, che hanno aperto il loro cuore e la loro casa a questa nuova realtà.

Adesso, con l’aiuto di Dio, aspettiamo fine gennaio per la risonanza magnetica che ci dirà se la radioterapia ha funzionato, e così possiamo sperare che questo 2020 ci porti un pochino di serenità e salute.

Diverse battaglie le abbiamo vinte, ma la guerra non è ancora finita.

Ma noi combattiamo, combatteremo sempre!

E come dico sempre io: tumore, non avrai mio figlio!

Carmela Pasquariello

E riceviamo gli auguri anche da parte di Carmela Pasquariello e la figlia Ilaria.

buon 2020 Carmela Pasquariello
buon 2020 Carmela Pasquariello

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