14 settembre 2019, sabato: benvenuti in ospedale
Tristezza
Notte insonne. La mia mente era a Pozzilli (IS).
Mi rattristo vedere tutti gli altri ragazzi andare a scuola: Eugenio non è con loro.
Francesca è rimasta a casa di Giuseppe Micco e Antonella d’Aloia, così per giocare con i figli e rimanere distante dal fattaccio.
Francesca fortunatamente non ha ancora accusato il colpo, ma inizia a capire.
In auto, di volata, raggiungo la Neuromed. Con me Francesca, che stamattina ha voluto stare col fratellino.
Alle 9.15 siamo già alla Neuromed a Pozzilli (IS)
Orgoglioso del suo nuovo trofeo, che nella sua fervida immaginazione potrebbe paragonarlo ad un tattoo, mostra orgoglioso alla sorella il suo braccialetto identificativo di paziente.
Io godo nel vederli entrambi sereni, e non perdo neanche un secondo per immortalarli per sempre in una splendida fotografia
Giuseppina alle prese con il suo smartphone, mantiene i contatti con chi ci chiede, domanda, interroga, incuriosito, preoccupato, perplesso, agitato.
Mentre loro si beano della loro fanciullezza. L’effetto novità ha colpito Eugenio e adesso lo trasmette alla sorellina.
La giornata prosegue poi tra analisi varie, controlli, verifiche e colloqui.
All’ora di pranzo Giuseppina torna a casa con Francesca, ed io resto con Eugenio, in ospedale, in cameretta.
Alle 17.30 viene a trovarci il suo amico fraterno di scuola Alessandro Mattei, col papà Nicola.
Finiamo così la serata, a trastullarci col telefonino. E nella tranquillità della cameretta e del reparto, ordinato, pulito e tranquillo, ci prepariamo per la notte.
E qui dalla Neuromed di Pozzilli (IS) è tutto.
Io e Eugenio passiamo e chiudiamo.
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